La kermesse canora si consacra come evento musicale dell’anno, tra tradizione e innovazione
Come raccontanto nella precedente puntata dedicata agli anni ’50, dopo la vittoria di Domenico Modugno con “Nel blu dipinto di blu”, il Festival di Sanremo è diventato l’evento musicale di riferimento più importante a livello internazionale. Il segreto? Intercettare i gusti del pubblico mescolando una buona dose di nuove leve con i protagonisti della vecchia guardia. Negli anni ’60 assistiamo alla consacrazione di Claudio Villa, ai debutti di Mina, Adriano Celentano, Milva, Tony Renis e di una serie di cantautori che stravolgeranno per sempre le regole della canzone, vale a dire: Gino Paoli, Giorgio Gaber, Bruno Lauzi, Sergio Endrigo Pino Donaggio e Umberto Bindi. Un decennio segnato profondamente dalla misteriosa scomparsa di Luigi Tenco, una macchia indelebile e dolorosa per la manifestazione canora.
Sanremo 1960
In un clima di profondo rinnovamento, l’urlatore molisano Tony Dallara e lo chansonnier romano Renato Rascel impediscono a Domenico Modugno di realizzare la tripletta, vincendo a sorpresa il decimo Festival della canzone italiana con “Romantica”. L’edizione segna il debutto di Mina, già soprannominata la Tigre di Cremona, che con la sua “E’ vero” ottiene dal pubblico ben cinque minuti di applausi a scena aperta. All’indomani della manifestazione, i 45 giri sanremesi si impongono nelle classifiche di vendita, in particolar modo “Quando vien la sera” del duo formato da Wilma De Angelis e Joe Sentieri.
Sanremo 1961
Le criticate giurie aristocratiche lasciano spazio a quelle popolari, così il brano vincitore viene scelto per la prima volta dal pubblico attraverso le schedine dell’Enalotto. Vince la tradizione con la canzone “Al di là” dell’accoppiata Luciano Tajoli – Betty Curtis, seguita a ruota dal moderno rappresentato da Adriano Celentano, all’esordio in riviera con “24mila baci”. Tra gli altri debutti di prestigio, segnaliamo: Milva, Gino Paoli, Giorgio Gaber, Little Tony, Pino Donaggio e Umberto Bindi.
Sanremo 1962
La tradizione di Claudio Villa e la rivoluzione di Domenico Modugno si aggiudicano il titolo con “Addio addio“, per la prima volta in coppia in una sorta di grande compromesso storico. Ma il brano che vince moralmente il Festival e che venderà più delle altre trentuno messe insieme, è “Quando quando quando” del duo formato da Emilio Pericoli e Tony Renis, arrivando ad ottenere un grande successo internazionale e diventando, di fatto, una delle canzoni italiane più popolari al mondo, riconosciute ed apprezzate ancora oggi.
Sanremo 1963
Alla conduzione debutta Mike Bongiorno, che presenterà ben undici edizioni della kermesse, a lui il compito di premiare il duo composto da Tony Renis ed Emilio Pericoli che, con il brano “Uno per tutte”, si impongono ottenendo l’ambita vittoria sfiorata l’anno precedente, battendo in extremis i trionfatori annunciati Milva e Claudio Villa. Annata sottotono, complice la scelta di puntare su nomi nuovi a discapito di big come Domenico Modugno a Nilla Pizzi, grandi assenti che avevano contribuito al rilevante successo degli anni precedenti.
Sanremo 1964
Per la prima volta nella storia di Sanremo, debuttano gli abbinamenti internazionali, in gara alcuni pezzi che entreranno di diritto nella storia della musica leggera italiana, come “Una lacrima sul viso” di Bobby Solo e dell’incantevole “E se domani” di Fausto Cigliano, che troverà una seconda vita grazie all’interpretazione di Mina di qualche mese più tardi. La vittoria finale se l’aggiudica a sorpresa la sedicenne veronese Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età”, canzone che ci regala la prima storica vittoria italiana all’Eurofestival di Copenaghen dello stesso anno.
Sanremo 1965
Giunto alla sua quindicesima edizione, il festival prosegue il suo processo di rinnovamento, grazie ai piacevoli debutti di Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Nicola Di Bari, Bruno Lauzi e Fred Bongusto. A trionfare è Bobby Solo che si riprende con gli interessi dall’esclusione dell’anno precedente quando, a causa di una raucedine, si era esibito in playback con la sua “Una lacrima sul viso”. Ad imporsi nel tempo sarà, senza ombra di dubbio, “Io che non vivo (senza te)” di Pino Donaggio, che verrà interpretata innumerevoli volte, persino da Elvis Presley.
Sanremo 1966
Torna Domenico Modugno che trionfa con “Dio, come ti amo” in coppia con Gigliola Cinquetti, mentre spopola il beat di Caterina Caselli, all’esordio sul secondo gradino del podio con “Nessuno mi può giudicare”. A destare parecchio clamore è l’inaspettata eliminazione nel corso della seconda serata de “Il ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano, un brano entrato di diritto nella storia non solo della musica leggera italiana, ma anche del costume del nostro Paese, ideologie anti-urbanistiche mal comprese dalla giuria votante.
Sanremo 1967
Edizione segnata dalla tragica morte di Luigi Tenco in gara, su decisione imposta dalla sua casa discografica, con “Ciao amore ciao” eseguita in coppia con Dalida. Non ammesso alla serata finale, il suo corpo viene ritrovato senza vita nella sua camera d’albergo, una vicenda archiviata frettolosamente con l’ipotesi di suicidio, sulla quale aleggia ancora oggi un grande mistero. Vincono Claudio Villa e Iva Zanicchi con “Non pensare a me” ma, davanti ad una simile disgrazia, la gara e le canzoni assumono un ruolo marginale e passano decisamente in secondo piano.
Sanremo 1968
Conduce per la prima volta Pippo Baudo, l’organizzazione è affidata a Gianni Ravera che, assieme alla commissione selezionatrice, esclude clamorosamente dalla competizione “Meravigliso” di Domenico Moduno, preferendo un altro brano del cantautore pugliese intitolato “Il posto mio”, eseguito in coppia con Tony Renis. Alla vittoria il cantautore istriano Sergio Endrigo in coppia con il brasiliano Roberto Carlos con “Canzone per te”. Tra gli abbinamenti internazionali, spiccano le prestigiose presenze di Paul Anka Dionne Warwick, Wilson Pickett e Louis Armstrong.
Sanremo 1969
Il clima politico sessantottino porta al Festival una ventata di rinnovamento, per un’edizione che verrà annoverata per l’unica e storica partecipazione di Lucio Battisti, in gara con “Un’avventura”. Al trionfo la coppia formata da Bobby Solo e Iva Zanicchi con “Zingara”, un vero e proprio evergreen della canzone italiana. Tra gli altri brani, ricordiamo: “Ma che freddo fa” di Nada, “La pioggia” di Gigliola Cinquetti, “Cosa hai messo nel caffè” di Riccardo del Turco e “Quando l’amore diventa poesia” del duo Orietta Berti –Massimo Ranieri.
Le canzoni più belle di Sanremo | Anni ’60
- “Un’avventura” (Lucio Battisti – Wilson Pickett)
- “Io che non vivo (senza te)” (Pino Donaggio – Jody Miller)
- “Ciao amore ciao” (Luigi Tenco – Dalida)
- “Lontano dagli occhi” (Sergio Endrigo – Mary Hopkin)
- “L’immensità” (Johnny Dorelli – Don Backy)
- “Quando quando quando” (Tony Renis – Emilio Pericoli)
- “Non ho l’età” (Gigliola Cinquetti – Patricia Carli)
- “La voce del silenzio” (Tony Del Monaco – Dionne Warwick)
- “E se domani” (Fausto Cigliano – Gene Pitney)
- “Cuore matto” (Little Tony – Mario Zelinotti)
- “24 mila baci” (Adriano Celentano – Little Tony)
- “Nessuno mi può giudicare” (Caterina Caselli – Gene Pitney)
- “Ma che freddo fa” (Nada – The Rokes)
- “Le mille bolle blu” (Mina – Jenny Luna)
- “Zingara” (Iva Zanicchi – Bobby Solo)
- “Una lacrima sul viso” (Bobby Solo – Frankie Laine)
- “Dio, come ti amo” (Domenico Modugno – Gigliola Cinquetti)
- “Quando vien la sera” (Wilma De Angelis – Joe Sentieri)
- “Romantica” (Tony Dallara – Renato Rascel)
- “Ricorda” (Milva – Luciano Tajoli)
Nico Donvito
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