A tu per tu con la cantante pugliese, al suo debutto discografico con il suo primo album di inediti
Un omaggio all’amore e alle emozioni che suscita, questo è il senso racchiuso all’interno del primo lavoro in studio di Serena De Bari, diciottenne di Molfetta (BA) che abbiamo conosciuto nel corso della sedicesima edizione di “Amici” di Maria De Filippi.
Ciao Serena, partiamo dal tuo omonimo album d’esordio, che valore ha per te questo progetto?
«Ha un grandissimo valore. Dietro semplici parole non si possono vedere i momenti difficili o felici che ho passato però sento di aver prodotto qualcosa che mi ha resa più sicura delle mie potenzialità».
Nel corso della fase creativa, da quali idee iniziali sei partita e a quali conclusioni sei arrivata?
«Ho iniziato questo percorso con pochissime aspettative perché ero consapevole del fatto che questo campo fosse molto complicato, quindi non volevo illudermi. Fortunatamente nel tempo si sono verificate tante piccole grandi soddisfazioni che mi hanno fatto acquisire più autostima in me stessa».
Come ti sei trovata a collaborare con il produttore Luca Venturi?
«Con il mio manager Luca Venturi ho un bellissimo rapporto. Siamo due personalità opposte e infatti ci scontriamo spesso, soprattutto a causa della mia testardaggine, però alla fine devo ammettere che riesce a trovare sempre ciò che mi rende felice. In questo campo avere qualcuno che ti voglia bene e ti sia vicino è importante perché i momenti di sconforto sono dietro l’angolo quindi molte volte anche solo una parola positiva può farti stare bene».
Ad aprire e anticipare l’album “Urlo sul mondo”, cosa hai voluto gridare con questo pezzo?
«“Urlo sul mondo” è il brano che ho amato fin dal primo ascolto perché mi sentivo di poter dare libero sfogo alla mia natura. È un urlo generazionale che coinvolge tutti noi giovani al fine di poter allontanarsi dalla monotonia quotidiana e vivere un momento di spensieratezza».
Come e quando ti sei avvicinata alla musica?
«Il mio primo approccio alla musica è avvenuto naturalmente, non ricordo con precisione l’età perché non arrivavo neanche all’asta del microfono. Per me la musica, continua a essere il motivo per cui mi sveglio al mattino, sicuramente dopo la partecipazione ad “Amici” ho iniziato a vedere questo mondo non più come un hobby ma come lavoro».
Cosa ti ha lasciato l’esperienza di “Amici”?
«Non mi aspettavo di essere scelta un po’ per via della mia giovane età e un po’ perché sapevo che molti erano reduci da anni di tentativi. Mi sono presentata con la curiosità di vedere con i miei occhi lo studio, poi quello che c’è stato dopo è andato oltre le mie aspettative. Con me porto le emozioni che ogni singolo giorno ho cercato di condividere con tutti e la mia determinazione che, nonostante avessi mille motivi per abbattermi, mi ha permesso di trovare sempre il lato positivo delle cose».
Come valuti il livello generale dell’attuale settore discografico?
«Se dovessi basarmi su ciò che le radio propongono mi servirebbero molti fogli. Però personalmente non mi piace “guardare l’erba del mio vicino”, quindi mi rifaccio sempre ai miti della musica italiana. Ho la sensazione che le case discografiche, prima di iniziare un progetto, diano peso a quanto tu sia popolare nei social, quanto vendi e dopo come canti».
C’è un momento che reputi fondamentale per la tua carriera?
«Non lo so, fondamentalmente credo che la vera svolta non sia ancora arrivata, ricordo con piacere tante piccole esperienze, però il momento in cui ho capito che la mia vita fosse cambiata radicalmente… ancora no».
Quali sono i prossimi progetti in cantiere?
«L’organizzazione dell’instore tour per promuovere il mio album e chissà riprovare a calcare i palchi televisivi».
Qual è la lezione più importante che pensi di aver imparato dalla musica?
«La musica per me è tutto e credo che questo messaggio debba ancora arrivare, ho capito che le aspettative in questo campo sono difficili e credere che qualcuno possa mantenere le promesse che fa è quasi impossibile. Quindi vivi i giorni nella speranza che qualcosa succeda».
Nico Donvito
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