Entriamo dentro ad una canzone
Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole. La canzone protagonista di questa settimana è Intro di J-Ax; il singolo di apertura dell’album “Il bello d’esser brutti”, pubblicato nel gennaio 2015 e certificato con ben tre dischi di platino. Da segnalare anche la versione realizzata in collaborazione con Bianca Atzei, che, con la sua voce graffiante, conferisce ancora maggior enfasi al brano.
“Intro” è forse una delle canzoni più vere e sincere incise negli ultimi anni. L’autore decide infatti di confessarsi e di “sollevare il velo” per mostrare la sua vulnerabilità, le sue incertezze e tutti i retroscena non sempre positivi che si celano dietro il mondo dello spettacolo.
“Qualche anno fa mi si è ingrigito il pelo, per la prima volta ho tirato il freno” sono le parole con cui si apre questo racconto; già qui si può facilmente comprendere lo stato d’animo del rapper milanese. Parlare del proprio passato e soprattutto delle proprie debolezze non è mai semplice. Il mondo dello spettacolo non è così meraviglioso e fulgido come si è soliti dipingerlo; dietro al successo, infatti, si velano spesso innumerevoli ostacoli e difficoltà. Talvolta non è nemmeno possibile fidarsi dei propri collaboratori (“col dubbio che per la mia crew fosse un lavoro niente più, negli anni han fatto figli io soltanto dischi e tour”).
Il desiderio di raggiungere i propri sogni, di emozionare il pubblico e di realizzare album di successo rischia di offuscare la mente e di non consentire di accorgersi dei diversi inganni e raggiri (“entrato qui da sbarbato ho firmato ogni contratto. Mi fidavo come di un padre, mi bastava stare sul palco. Poi eran sempre tutti in vacanza, io da solo là che mi sbatto, forse lo trattavo da padre mentre mi trattava da babbo”).
Ma è arrivato il momento di dare una svolta, di cambiare vita e di mostrare apertamente la verità (“ricominciare da meno di zero e finalmente sollevare il velo, e raccontarvi veramente non l’immagine vincente che la gente prova a vendere di sé”). Il ritornello è un’esplosione di emozioni contrastanti; si percepiscono la rabbia e il dolore da una parte, ma anche la soddisfazione e il sollievo dall’altra.
Lo sfogo poi continua dicendo “non voglio vivere su un grattacielo, solo sputare indietro un po’ il veleno”: veleno rappresentato dalle innumerevoli falsità e menzogne sopportate nel corso degli anni.
L’aspetto singolare di questa canzone è che, nonostante l’importanza e la delicatezza dei temi trattati, il messaggio trasmesso è decisamente positivo; ripartire da zero dopo una sconfitta o una delusione non è mai semplice, tuttavia vi è sempre una seconda possibilità. Perché, in fin dei conti, anche dopo una caduta, “lo spettacolo riprende”.
Intro | Testo
Qualche anno fa mi si è ingrigito il pelo
Per la prima volta ho tirato il freno
Incerto se fossi l’unico scemo
O l’ultimo a crederci per davvero
Col dubbio che per la mia crew fosse un lavoro niente più
Negli anni han fatto figli io soltanto dischi e tour
Mai cresciuto come Peter Pan
Con la labirintite, da solo, bloccato in studio
Han Solo, nella graffite
Entrato da sbarbato
Ho firmato ogni contratto, mi fidavo
Come di un padre, mi bastava stare sul palco
Poi eran tutti sempre in vacanza
Io da solo là che mi sbatto
Forse lo trattavo da padre
mentre mi trattava da babbo
Perché fare roba nuova se la gente già t’adora
E alla fine si innamora solo della novità
Quasi come se dicessi Allora sei vecchio, fuori moda
Questa cosa non funziona se la fanno alla tua età
Ho pagato sono uscito come al bar
La penale coi risparmi di una vita
Al prezzo della libertà
Mi ero chiuso in un bar e mi chiedevo ma che senso ha
Ma perché non sei morto giovane vent’anni fa
Ricominciare a meno di zero
E finalmente sollevare il velo
E raccontarvi veramente
Non l’immagine vincente che la gente prova a vendere
di se
L’altro Natale stavo giù in cantina
Piangevo sui cartoni del trasloco
Che quando hai visto il mondo dalla cima, dopo
Sei intrappolato al top come un topo
Non sembro un uomo di successo e un uomo di valore
Quando il prezzo arriva tutto in blocco dello scrittore
Copiare te stesso libera meno dolore
Che farsi tagli nel cuore
Nel sangue a cercare le parole
E’ il caso che mi ripigli
o che mi ripigli per caso
Che tra quelli che han fatto figli, qui nessuno l’ha programmato
La mia vita è questo teatro
E quando spegneranno le luci
Non avrò nemmeno un rimpianto
Se ho vissuto da vero guy
E per la strada mi chiamano zio
E’ Philadelphia e io sono Rocky
Sarà che al posto di un bambino, Dio
Mi ha dato due milioni di nipoti
Ho ascoltato la mia roba come mai ho fatto prima
Sana pianta meglio prima, rap n roll e decadance
L’ho trovata genuina ma si sente che ero preso
Ancora in lutto per la fine fatta dalla prima band
E quello che credevo fosse il mio fratello vero
Due bambini che da zero, hanno messo su una gang
L’amicizia che è finita come sempre nella vita
Avere donne, la politica, l’odore del cash
Ricominciare a meno di zero
E finalmente sollevare il velo
E raccontarvi veramente
Non l’immagine vincente che la gente prova a vendere
di se
Non voglio vivere su un grattacielo
Solo a sputare indietro col veleno
E raccontarmi veramente lo spettacolo riprende,
Benvenuti a tutti quelli come me
Benvenuti a tutti quello come me
Benvenuti…
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