domenica 24 Novembre 2024

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“San Diego”, leggerezza e carisma nell’estate dei Finley – RECENSIONE

La proposta estiva della band lombarda, a metà tra energia, spensieratezza e una ritrovata consapevolezza

Tempo di nuova musica per Pedro, Ka, Dani e Ivan, alias i Finley, gruppo musicale che nel corso del proprio percorso ha sempre anteposto l’entusiasmo, il carisma, il gioco di squadra e uno stile piuttosto unico, almeno per quanto riguarda lo scenario musicale italiano. Di fatto, sono una delle band più internazionali che abbiamo, sia dal punto di vista di suono che di scrittura, come dimostra il nuovo singolo “San Diego”, unico inedito contenuto all’interno del loro ultimo album dal vivo, intitolato “We are Finley” (qui la nostra recente intervista a riguardo). Il brano arriva a due anni di distanza dal lancio del loro precedente progetto “Armstrong” e, in qualche modo, segna una piccola svolta per i quattro ragazzi di Legnano, una sorta di ritorno alle origini.

Il punk-rock che, da sempre, contraddistingue le loro produzioni si contamina con sapori nuovi, leggeri e piuttosto estivi. Dalla periferia milanese ci ritroviamo catapultati direttamente nella West Coast, con suggestioni che richiamano il sound tipico di numerosi lavori di matrice statunitense e che, personalmente, mi hanno piacevolmente ricordato il mondo sonoro contenuto all’interno di “California 37”, uno dei dischi più belli dei Train.

Il bello della musica è che ognuno ci ritrova i propri riferimenti e le proprie emozioni, nella maniera più naturale possibile. In tal senso, “San Diego” rappresenta un bel viaggio sonoro, fatto di tramonti e paesaggi in cui ognuno di noi può rivedere un pezzetto della propria vita. I Finley riescono ancora una volta a fare centro, componendo un pezzo che si dirige verso una dimensione orecchiabile e commerciale, ma senza tradire le aspettative del loro pubblico e snaturare la propria consolidata identità.

San Diego | Video

San Diego | Testo

Ti porterò lontano
sopra una favola
ti insegnerò che questa braccia sono ali
e ci alzeremo in volo come dei gabbiani
e punteremo l’orizzonte dalla riva
abbracceremo il giorno mentre si avvicina
e scriveremo sulla sabbia il tuo nome, amore
vedrai andrà tutto bene
e un’altra volta metteremo insieme

Le mani sull’oceano
un piede dentro il Messico
le luci di una notte che non muore mai
i Blink dentro lo stereo
un bacio lungo un secolo
ti porterò dove non cade il cielo
ti porto a San Diego
ohohohoh ohohohoh oh
ti porto a San Diego
ohohohoh ohohohoh.

Ti porterò lontano
fino in America
ti porterò dov’è iniziata questa storia
dove le stelle sono pesci tropicali
e i desideri volano come aeroplani
è la canzone che aspettavo da una vita
mi è esplosa nella gola come una pepita
poi brinderemo sulla spiaggia in tuo onore, amore
vedrai andrà tutto bene
e un’altra volta metteremo insieme

Le mani sull’oceano
un piede dentro il Messico
le luci di una notte che non muore mai
i Blink dentro lo stereo
un bacio lungo un secolo
ti porterò dove non cade il cielo
ti porto a San Diego

Tu mi hai colpito al petto e
è stato meglio di un home run
ho coronato un sogno
tu sei la mia California
e quando grida forte il vento
tu sei la mia bussola
un oasi nel deserto sei la mia città.

Le mani sull’oceano
un piede dentro il Messico
le luci di una notte che non muore mai
i Blink dentro lo stereo
un bacio lungo un secolo
ti porterò dove non cade il cielo
ti porto a San Diego
ti porto a San Diego

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.