Il mondo dello spettacolo piange l’improvvisa scomparsa dell’attore romano, che proprio oggi avrebbe compiuto ottant’anni
Fuoriclasse dello spettacolo italiano, protagonista indiscusso della scena nazionale per interi decenni, questo e molto altro ancora resterà per sempre Gigi Proietti, che ci ha lasciato all’alba del 2 novembre, giorno del suo ottantesimo compleanno, data su cui ha sempre ironizzato. Uomo dalla profonda inclinazione per l’arte e per la risata, dalla solida cultura e dalla tecnica perfetta.
Attore, doppiatore, comico, drammaturgo, cabarettista, regista, conduttore televisivo, insegnante di recitazione, ma anche cantante. Appassionato di musica, sin da bambino impara a suonare la chitarra, il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso, esibendosi in diversi locali e nightclub della sua città, per guadagnarsi qualche lira e pagarsi gli studi.
Abbandona la facoltà di Giurisprudenza, decide di perfezionarsi in campo artistico iscrivendosi al Centro Teatro Ateneo e frequentando il corso di mimica del Centro Universitario Teatrale. Dopo anni di gavetta, ottiene le luci della ribalta nel 1970, quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale “Alleluja brava gente” di Pietro Garinei e Sandro Giovannini.
Ma è con i suoi popolari “one-man show” che, nei decenni successivi, trova la propria dimensione e ottiene il grande abbraccio del pubblico, tra tutti spicca il replicatissimo “A me gli occhi, please”, spettacolo in cui da prova del suo poliedrico talento come monologhista, cantante, imitatore e ballerino. Nel 1978 assume la direzione del Teatro Brancaccio di Roma, creando il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche.
Tra i giovani attori che hanno frequentato la sua “bottega”, ricordiamo Enrico Brignano, Flavio Insinna, Giorgio Tirabassi, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e molti altri. Come doppiatore è noto per aver prestato la propria voce a Robert De Niro, Sylvester Stallone, Dustin Hoffman, Marlon Brando, ma anche a personaggi animati quali Gatto Silvestro e il Genio di “Aladdin”, sfoderando le sue abilità canore nella colonna sonora del celebre film Disney.
Compone diverse sigle dei suoi spettacoli e nel 1995 partecipa in gara al Festival di Sanremo in trio con Peppino Di Capri e Stefano Palatresi, con il brano “Ma che ne sai… (…se non hai fatto il pianobar)“, composto da Claudio Mattone, posizionatosi al tredicesimo posto della classifica finale. Memorabili le sue interpretazioni di Mandrake in “Febbre da cavallo” e del Maresciallo Rocca sul piccolo schermo.
Considerato da molti come l’erede naturale di Ettore Petrolini, di Gigi Proietti resteranno le sue gesta teatrali, i suoi slanci musicali, in poche parole: i suoi cavalli di battaglia. Un Signore dal grande talento e dall’immensa umanità, cinismo romano stemperato nella battuta, mattatore per vocazione, protagonista indiscusso dello spettacolo italiano, innamorato del suo lavoro e del suo pubblico, pubblico che continuerà con trasporto a contraccambiarlo.
Nico Donvito
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