venerdì 22 Novembre 2024

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Roberto Vecchioni, dieci anni dalla vittoria del Festival di Sanremo con “Chiamami ancora amore”

Ricorrenza speciale per il cantautore milanese, al trionfo con la splendida “Chiamami ancora amore

Una delle vittorie più belle e meritate degli ultimi anni quella di Roberto Vecchioni, sono trascorsi dieci anni da quel 19 febbraio 2011, giorno della sua proclamazione come vincitore della 61esima edizione del Festival della canzone italiana. A trentotto anni di distanza dalla sua unica precedente partecipazione sanremese, l’artista milanese torna in riviera con “Chiamami ancora amore”, un brano dotato di grande pathos, tra i più sentiti dell’intero repertorio dell’autore di “Samarcanda” e “Luci a San Siro”.

Una canzone che parla di speranza, intesa come l’attesa fiduciosa che ci spinge ad aprirci agli altri, il tutto declinato in un rapporto d’amore, d’amicizia o di qualsiasi altra entità. Il linguaggio utilizzato è contemporaneo, vicino al nostro quotidiano, comprensibile a tutti per la sua schiettezza intrisa di valore e buoni sentimenti. Un grazie a Roberto Vecchioni per aver restituito, attraverso una semplice e delicata canzone, un tocco di universalità alla parola amore.

Chiamami ancora amore | Audio

Chiamami ancora amore | Testo

E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare

Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che ha perso il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne stà a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendoci il pensiero

Per il bastardo che stà sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore

Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole

Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

Chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo

Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà ben finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
continua a scrivere la vita
fra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo

Chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

Chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.