domenica 24 Novembre 2024

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Ludwig: “La musica è un modo per crearsi la propria realtà” – INTERVISTA

A tu per tu con il poliedrico dj e producer romano, in uscita con il nuovo EP intitolato “Neverland

A un anno di distanza dalla nostra precedente intervista, ritroviamo Ludovico Franchitti, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Ludwig, per parlare del suo nuovo progetto discografico “Neverland”, pubblicato lo scorso 25 giugno per Warner Music Italy, anticipato dal singolo Partire.

Ciao Ludovico, bentrovato. Partiamo dal tuo nuovo EP “Neverland”, come si è svolto il processo creativo di questo lavoro?

«Ho iniziato a lavorare a questo progetto l’anno scorso con altri autori e produttori, eravamo tutti in una villa al Circeo. Ti lascio immaginare come l’atmosfera estiva abbia influenzato il nostro approccio nel creare queste canzoni, un vero e proprio viaggio. Ci siamo divertiti tantissimo e allora abbiamo cercato di racchiudere questa voglia di stare insieme e fare festa anche nei brani dell’EP».

Nonostante la modalità di fruizione sempre più rapida, secondo te la musica può essere considerata ancora oggi un’isola, un rifugio, un riparo sicuro?

«Assolutamente sì! La musica è sempre stata e sempre sarà un modo per crearsi la propria realtà, e soprattutto in questo periodo di chiusura penso che la musica abbia aiutato molte persone a distrarsi e a sognare momenti migliori».

Quali riflessioni e quali stati d’animo ti hanno accompagnato durante la fase di scrittura delle tracce?

«Non poter suonare dal vivo e non poter incontrare i fan per tutto questo tempo non è stato facile, penso fossimo tutti un po’ demoralizzati inizialmente, però poi proprio questo mi ha dato la carica per scrivere i brani di “Neverland”!».

A livello musicale, che tipo di sonorità hai scelto di abbracciare e come è avvenuto il lavoro in termini produttivi?

«Il nostro obiettivo è sempre stato quello di far ballare e far divertire l’ascoltatore, quindi abbiamo mantenuto questa idea mentre lavoravamo al progetto. Ci sono canzoni estive e più leggere, come “Partire”, e altre che hanno una produzione più aggressiva, come “Lei vuole”, ma ci sta decisamente un filo conduttore sia nel sound che nei testi di tutto l’EP».

Questo lavoro esce nell’estate che tutti ci auguriamo rappresenti una definitiva e concreta ripartenza, cosa ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà questo lavoro?

«Leggerezza e felicità! Lo dico anche in una delle canzoni, “che male c’è se mi diverto?”, e allora divertiamoci!».

Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “Neverland”?

«Sono molto orgoglioso di “Neverland” perché è energico, è felice, e ti fa venire voglia di ballare e non fermarti più! Poi vedere il modo in cui anche i fan hanno apprezzato questo mio ritorno mi rende solo più felice». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.