Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli radiofonici
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I BEI MOMENTI – Gianluca Grignani
Grignani ha in serbo un triplo album d’inediti che continua ad anticipare con questi singoli in attesa del via libera per la pubblicazione del progetto. Stavolta il mood è quello più rock, irriverente e deciso tipico della sua scrittura che, anche in questa occasione, si rivela centrata e precisa. L’obiettivo è quello di raccontare lo sviluppo di un rapporto a due tra cadute e “bei momenti” che ci si aspetterebbe “fossero un po’ di più”. Lo sviluppo della forma-canzone non è delle più scontate ma l’apertura della seconda parte della canzone vale la fatica di seguirne passo passo l’evoluzione. Un Grignani che osa ed esplora soluzioni diverse da quelle della massa. In attesa dell’occasione giusta per tornare in grande stile. VOTO: 7/8
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BALLABYLONIA – Mannarino
Mannarino punta a far ballare l’ascoltatore proponendo un brano che rappresenta alla perfezione il mood del suo ultimo album d’inediti, “V“. Un suono etnico viene sottolineato dal testo stesso del brano che si rivolge ad oltre i confini della realtà quotidiana per raccontare nuovi paesaggi, lingue e modi di vivere. Il suono mette insieme così la ritmica africana e primitiva con una forte componente elettronica che trasporta il tutto nella contemporaneità delle produzioni musicali nostrane. Un pezzo difficile da afferrare per il pubblico medio ma un vero e proprio trip per chi ha il coraggio di dedicare del tempo ad una musica non scontata e ricercata. VOTO: 7-
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MALGRADO LE APPARENZE – Pierdavide Carone
E’ un Pierdavide Carone che tenta un approccio più radio-friendly di quello che ci si aspetterebbe adottando un buon giro di tastiere per un ritornello che funziona ed entra in testa con facilità. Il risultato è un cantato piuttosto leggero che richiama il canticchiato facile dell’ascoltatore anche distratto. Il testo, però, non per questo risuona banale o scontato mantenendo alto il livello della scrittura del cantautore pugliese che, anche in questo caso, si dedica ad una “come te che sei l’unica per me” mantenendo il proprio focus sull’amore “malgrado le apparenze, malgrado le distanze: le prime da salvare, le seconde da tenere”. Un buon brano che da vita anche ad una piccola evoluzione nella scrittura del sempre talentuoso Pierdavide. VOTO: 7
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TRISTE – Sfera Ebbasta e Feid
E’ un ritorno a sorpresa quello di Sfera che con questo brano sceglie di arricchire la tracklist del suo ultimo disco d’inediti dandogli una nuova vitale spinta. La collaborazione con il latino americano Feid non è una vera e propria novità visto che i due furono già al fianco di Mahmood per il singolo estivo ‘Dorado’. E proprio un sapore estivo è quello che caratterizza anche questa nuova collaborazione grazie soprattutto al cantato spagnoleggiante dell’ospite e all’arrangiamento reggae di alcuni passaggi dell’inciso. A rallentare l’esplosione è proprio Sfera che mantiene il pezzo su binari più cauti. Funzionerà anche se fuori stagione. VOTO: 6
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NIENTE – Ultimo
Ultimo fa l’Ultimo della situazione proponendo quello che da sempre gli riesce meglio. Parte con il solo pianoforte che accompagna la voce e, poi, cresce di dinamica vocale e strumentale per accompagnare l’intensità di un testo che ha dei passaggi davvero personali e viscerali. Si racconta di una storia d’amore finita nel momento in cui “quando mi abbracci non sento più niente”. A catalizzare davvero l’attenzione, però, è il focus messo su se stessi realizzando una vera e propria autoanalisi tra sogni, percorsi di vita, rabbia, ricordi, difficoltà e canzoni. Ultimo ritrova una rabbia che ha accompagnato soprattutto i suoi esordi e, forse, proprio per questo risulta più credibile di molte sue ultime uscite. Ultimo fa Ultimo ma ci mette quella dose di verità nelle parole che non può che renderlo vincente. Più forte testualmente che come forma-canzone in sè ma va bene così. VOTO: 7.5
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SIAMO QUI – Vasco Rossi
E’ il ritorno del rocker più importante d’Italia ed è un ritorno che anticipa e accompagna la pubblicazione del suo nuovo ed attesissimo album. L’apertura è magistrale (“siamo qui, pieni di guai”) facendo, da subito, intendere che il Blasco, tutto sommato, nemmeno questa volta ha deciso di cambiare la propria ricetta musicale fatta di un linguaggio semplice, immediato ed impattante. L’evoluzione melodica mette insieme un suono ritmico deciso ma anche un accompagnamento sinfonico che, a tratti, risulta il responsabile di una non piena esplosione. E’ vero, non si lascia andare come ci si aspetterebbe ma Vasco ha una sua poetica che, con queste aperture sulle desinenze, risulta invincibile. VOTO: 7+
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Ilario Luisetto
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