lunedì 25 Novembre 2024

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Eurovision Song Contest: protagonisti e canzoni gli ANNI ’00

La storia della kermesse canora europea: primo decennio del nuovo millennio, Italia grande assente

Dopo aver ripercorso quanto accaduto negli anni ’50anni ’60anni ’70anni ’80 e anni ’90, prosegue il nostro viaggio nella storia dell’Eurofestival, o come lo conosciamo oggi Eurovision Song Contest. Le prime quarantaquattro edizioni hanno visto trionfare sette volte l’Irlanda, cinque volte il Regno Unito, la Francia e il Lussemburgo, quattro volte la Svezia e i Paesi Bassi, tre volte Israele, due volte l’Italia, la Svizzera, la Norvegia e la Spagna, una volta la Danimarca, la Jugoslavia, il Principato di Monaco, l’Austria, la Germania. Il nostro viaggio riprende dagli anni ’00, un decennio che vede come grande assente il nostro Paese.

2000: Al Bano il corista

La prima edizione del nuovo millennio ha luogo a Stoccolma, proprio come era accaduto venticinque anni prima la vittoria svedese degli Abba. In questo quarantacinquesimo Eurovision, prendono parte alla competizione ventiquattro nazioni, tra cui la debuttante Lettonia. Per la Svizzera è presente anche il nostro Al Bano Carrisi, in veste di corista della cantante Jane Bogaert in gara con “La vita cos’è”, brano che si classifica al ventesimo posto. Ad aggiudicarsi il primo titolo del secolo è per la seconda volta la Danimarca, con la canzone “Fly on the wings of love” degli Olsen Brothers.

2001: la nascita dei Big Four

L’Eurovision trasloca di circa 650 km, da Stoccolma a Copenhagen. I danesi decidono di fare le cose in grande, organizzando l’evento nello stadio della capitale con ben 38.000 spettatori in presenza, record tutt’oggi rimasto imbattuto. A partire da quest’anno vengono scelti quattro Paesi, i cosiddetti “Big Four” (vale a dire Francia, Germania, Regno Unito e Spagna), stati che partecipano di diritto senza dover superare alcuna selezione. Vince a sorpresa l’Estonia con il brano “Everybody”, eseguito da Tanel Padar, Dave Benton e 2XL.

2002: dall’Estonia alla Lettonia

La quarantottesima edizione della kermesse ha luogo a Tallinn, capitale del primo Paese dell’ex repubblica sovietica ad ospitare l’evento. Si aggiudicano il titolo i vicini di casa della Lettonia, con la canzone “I wanna” interpretata da Marie N, che colpisce il pubblico eurovisivo per la coreografia che la vede entrare in scena vestita da uomo, per poi trasformarsi in tutta la sua femminilità nel corso dell’esibizione. In uno show televisivo, anche l’occhio vuole la sua parte.

2003: monopolio baltico

La manifestazione ha luogo a Riga, sempre sul Mar Baltico, a circa trecento km di distanza dalla precedente location. Ammessi al concorso sono le prime quindici nazione classificate nel 2002 più i Big Four, per cui rientrano alcuni prestigiosi assenti, come l’Irlanda, la Norvegia, i Paesi Bassi e il Portogallo, mentre debutta l’Ucraina. I rumors della vigilia danno per vincenti le t.A.T.u., duo russo che ha ottenuto un discreto successo anche nel nostro Paese, mentre si aggiudica la vittoria la Turchia con Sertab Erenere il suo brano “Every way that i can”.

2004: col cuore

Il concorso trasloca per la prima volta ad Istanbul, ai confini dell’Europa. Per la prima volta la competizione si divide in due serate: una semifinale e una finale. Sempre in questa annata viene introdotto il marchio ufficiale dell’evento, ovvero il cuore con all’interno la bandiera del Paese ospitante. Partecipano per la prima volta Albania, Andorra, Bielorussia e la confederazione di Serbia e Montenegro. Trionfa l’Ucraina con la canzone “Wild dances”, eseguita da Ruslana che si esibisce in un curioso balletto vestita da Xena… la principessa guerriera.

2005: sirtaki 2.0

La cinquantesima edizione dell’Eurovision Song Contest ha avuto luogo a Kiev, al Palazzo dello Sport. Trentanove i Paesi partecipanti, tra cui segnaliamo i debutti di Moldavia e Bulgaria. Ad aggiudicarsi il titolo è per la prima volta la Grecia, grazie ad Helena Paparizou e la sua “My number one”.

2006: i nuovi mostri

La manifestazione canora europea si svolge ad Atene, la culla della civiltà classica. Debutta l’Armenia, mentre il titolo se l’aggiudica sorprendentemente La Finlandia con la band mascherata dei Lordi e il brano Hard rock Hallelujah, la prima canzone hard rock a vincere il concorso. Qui il video della “curiosa” esibizione, si consiglia la visione ad un pubblico adulto.

2007: buona la prima

L’Eurovision Song Contest trasloca ad Helsinki, la kermesse mette piede per la prima volta in terra lappone. Quarantadue stati partecipanti, tra cui citiamo i debutti di Repubblica Ceca, Georgia e, come paesi separati, Serbia e Montenegro, mentre si ritira definitivamente il Principato di Monaco. A vincere è la Serbia, alla sua prima partecipazione, grazie alla canzone “Molitva” eseguita da Marija Šerifović.

2008: un piccolo pezzo d’Italia

La cinquantatreesima edizione della manifestazione ha avuto luogo a Belgrado, per la prima volta in uno Stato dell’ex Jugoslavia. Sempre per la prima volta, la kermesse viene organizzata in tre serate: due eliminatorie e una finale. Nonostante l’assenza del nostro Paese, un piccolo pezzo d’Italia prende parte alla gara con Paolo Meneguzzi, scelto rappresentante della Svizzera con “Era stupendo”, ma non passa la sua semifinale. In questa stessa annata, anche San Marino e Romania portano in gara un pezzo in lingua italiana. Il concorso viene vinto dalla Russia con la canzone “Believe”, cantata da Dima Bilan.

2009: compromesso di voto

L’ultima edizione dell’Eurovision del decennio si svolge per la prima volta in Russia, presso lo Stadio Olimpico di Mosca. Dopo anni di proteste per il sistema di voto, l’organizzazione decide di reintegrare le giurie, combinando il loro giudizio con quello del televoto. Ad aggiudicarsi il titolo è per la terza volta la Norvegia, grazie al cantante e violinista Alexander Rybak con la sua “Fairytale”.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.