giovedì 21 Novembre 2024

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Diodato, “Fai rumore”: l’invito ad abbattere le barriere dell’incomunicabilità – RECENSIONE

Il cantautore pugliese ha trionfato a Sanremo con “Fai rumore”, il brano giusto al momento giusto

In una società sempre più votata al silenzio e all’incomprensione, Diodato si impone con la tutta la sua carica emotiva, la sua poetica urbana intensa e colma di pathos. “Fai rumore” analizza l’importanza dell’esprimere la propria opinione, il valore del farsi sentire, di non lasciare soffocare e reprimere i propri stati d’animo. Un brano evocativo quanto liberatorio, composto a quattro mani con Edwyn Roberts (qui la nostra recente intervista) per certi versi un grido in prosa, che ha conquistato l’attenzione di tutti meritando l’ambita vittoria della 70esima edizione del Festival di Sanremo, aggiudicandosi anche il prestigioso Premio della Critica Mia Martini e il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla.

Un triplete meritato, un trionfo che regala un sospiro di sollievo all’intero panorama musicale nazionale, che lascia ben sperare per il futuro e che arriva a completamento di un lungo percorso di ricerca, come a coronare una bella gavetta fatta di impegno e sacrifici. Fai rumore è il pezzo giusto arrivato al momento giusto, un invito ad abbattere le barriere dell’incomunicabilità, a bruciare quei silenzi che spesso creano distanze ed incomprensioni. Uno stimolo a farsi sentire, talvolta anche manifestando il proprio dissenso in questo mondo che urla in continuazione, generando frastuono, questa canzone vuole rappresentare un tentativo di mediazione, suggerendo di cercare sempre il dialogo con gli altri, perché attraverso il confronto anche i muri che appaiono invalicabili si sgretolano. Il tutto seguendo un preciso filo logico-emotivo, un crescendo musicale che non passa di certo inosservato.

Questo e molto altro ancora è oggi Antonio Diodato (qui la nostra ultima intervista), sperimentatore accanito sia del suono che delle parole, capace di trasformare un flusso di coscienza in una piacevole retrospettiva, un po’ come accade per le trasposizioni cinematografiche, riuscendo a romanzare la propria narrazione senza perdere alcun contatto con la realtà e con la nostra vita di tutti i giorni. Una poetica suggestiva ma, al tempo stesso, concreta e che non lascia nulla al caso, coniugando pensieri e parole con una tecnica straordinaria, capacità tipica solo dei grandi artisti. In tal senso, più volte abbiamo parlato di Mango, talento dall’animo sensibile che non ha eredi… ecco, pensandoci bene, forse uno lo abbiamo trovato: Diodato, voce che incarna in sé sia la delicatezza che il rumore, come una carezza sul cuore e un pugno nello stomaco.

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Fai rumore | Video

Fai rumore | Testo

Sai che cosa penso
che non dovrei pensare
che se poi penso sono un animale
e se ti penso tu sei un’anima

Ma forse è questo temporale
che mi porta da te
e lo so non dovrei farmi trovare
senza un ombrello anche se

Ho capito che
per quanto io fugga
torno sempre a te

Che fai rumore qui
e non lo so se mi fa bene,
se il tuo rumore mi conviene
ma fai rumore sì
che non lo posso sopportare
questo silenzio innaturale
tra me e te

E me ne vado in giro senza parlare
senza un posto a cui arrivare
consumo le mie scarpe
e forse le mie scarpe
sanno bene dove andare

Che mi ritrovo negli stessi posti
proprio quei posti che dovevo evitare
e faccio finta di non ricordare
e faccio finta di dimenticare

Ma capisco che
per quanto io fugga
torno sempre a te

Che fai rumore, qui
e non lo so se mi fa bene
se il tuo rumore mi conviene
ma fai rumore sì
che non lo posso sopportare
questo silenzio innaturale tra me e te

Ma fai rumore sì
che non lo posso sopportare
questo silenzio innaturale
e non ne voglio fare a meno oramai
di quel bellissimo rumore che fai

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.