venerdì 22 Novembre 2024

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Per un tema una canzone: Riflessioni personali sulla musica

Riflessioni di inizio anno

Per quel che mi riguarda si tratta del primo articolo del 2022 (quindi buon anno a voi lettori e lettrici di Recensiamo Musica) e vorrei ripartire con qualche riga diversa da solito. In questa rubrica ho quasi sempre parlato di canzoni di big affermatissimi, da Vasco (qui) a Ligabue (qui), da Mengoni (qui) a Irene Grandi (qui ragionamenti sull’intero disco), da Renga (qui il racconto del concerto) a Paola Turci (qui), da Giorgia (qui il racconto del concerto) a Nek (qui recensione del suo ultimo album). 

Giulia Mutti

Non sono mancate tuttavia nemmeno riflessioni sui temi proposti da giovani promesse come Giulia Mutti, una cantautrice che mi affascina tantissimo e non è un mistero. Oggi posso anche affermare di vivere la musica da più prospettive, elemento che mi mancava e che sono certo arricchirà le sfumature di questa rubrica. Perché alla fine è il desiderio di raccontare qualcosa che sentiamo appartenerci che spinge le persone a commentare la musica, ad approfondirla.

Attualmente escono un’infinità di canzoni e riservare uno spazio emotivo-mentale per affezionarsi ad un artista nuovo o ad un’artista nuova non è per nulla scontato. Quando succede è commovente, letteralmente. Esiste inoltre il rischio concreto che un singolo illuda e il seguito del percorso deluda, perché magari una canzone specifica rappresenta benissimo una parte di noi ma tutto il resto poi si sente come distante. La musica di Giulia Mutti invece ha sempre suonato sulle mie frequenze emotive e con “la testa fuori” (qui la recensione del disco) mi è sembrato di vedere riassunte una serie di verità rimaste in silenzio.

Isotta

Isotta invece è stata per me la canzone giusta al momento giusto. La sua “Io” (qui per recuperare l’intervista) si è fatta carico di quella parte di malinconia che mi accompagna sempre e che fa parte di me.

isotta

Esiste un contesto in cui essere solari e divertenti e ne esiste un altro che invece richiama riflessioni e nostalgie. Nessuno di noi è una cosa sola, nonostante oggi a primeggiare sembrino essere modelli di omogenea “graniticità” divisi per settori. Qualora non abbiate ascoltato “io” fatelo e cercate di interpretare con gentilezza le molteplici sfumature del vostro ego. Spoiler del 2022: malinconia significa sensibilità. In generale poi della musica ti fidi, delle persone meno. Perdonate la sincerità e la crudezza di queste parole. A volte però la canzone trasmette talmente tanta fiducia da spingerti a voler bene all’anima che le ha dato voce e quindi si va oltre la canzone per giungere a un sentimento. Questo sentimento rappresenta la semplice condivisione di uno stato emotivo.

Alone   

Infine vorrei prendere qualche minuto per un altro esempio di musica vera, sentita, gigante. Si tratta di quella musica nata per soddisfare un bisogno dell’anima e ve ne parlo perché mi coinvolge da ormai due anni e continuo a viverla ogni giorno. È la musica di Alessandro Ferrari, in arte Alone.

Prima di raccontarne le caratteristiche tengo a fare una premessa. Alessandro è un mio grande amico e insieme scriviamo tante canzoni. Con lui ho vissuto l’altro lato della musica, quello che ti porta a non dormire pur di scrivere, a togliere tempo alla vita per inserirla nelle canzoni. Lui quello che sa lo insegna, essendo insegnante di musica in più accademie. La musica vera è musica vera, indipendentemente dal numero di ascolti che un brano ha la forza di raccogliere e dal contesto in cui si esprime. Credo che se gli autori di un pezzo si emozionano durante la fase di scrittura pur non sapendo se in effetti quella somma di frasi e melodie saranno mai una canzone effettiva allora si ha la prova che prima viene la musica e poi tutto il resto del percorso.

Alessandro è un professionista. Si sente che è felice a insegnare e si sente che è felice a creare. All’attivo ha un album interamente suonato e prodotto in autonomia “Frammenti di un’immagine” e una serie di singoli che hanno portato novità all’interno della sua crescita musicale. Con Alessandro quando una parte di anima è interamente rappresentata, la canzone è finita. L’anima è curata, la canzone è pronta. La Mia Cura di Rachele (qui) è per esempio un brano vestito e arricchito dal suo arrangiamento e dalla sua produzione, oltre che dalla sua scrittura musicale. Da qui prende il volo tutto il resto. Per Alessandro la musica è un’esigenza, una cura, un canale comunicativo che indipendentemente dalla situazione non può restare chiuso. Penso che chi tratta la musica in questo modo meriti un ritorno emozionale altrettanto sentito.