I due giovani artisti protagonisti di uno dei duetti più interessanti di questa estate, sulle note della cover “Buonasera buonasera” di Sylvie Vartan, un omaggio alla tradizione e alla cultura del nostro Paese.
Una coppia inedita ma ben assortita quella composta da Sara Galimberti e Manuel Aspidi, finalista tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2007 lei e concorrente di “Amici 6″ e dell’ultima edizione di “The Voice” lui. I due artisti hanno unito le proprie forze e il loro talento nel singolo “Buonasera buonasera”, in rotazione radiofonica dallo scorso 29 giugno, un celebre brano che ha fatto la storia della tv, utilizzato come sigla della popolare trasmissione ‘Doppia coppia’ del 1968, rispolverato in chiave elettro-swing e diventato il giusto pretesto per omaggiare le storiche Signorine Buonasera della Rai Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti, presenti in veste di ospiti speciali anche del videoclip ufficiale del pezzo. Abbiamo raggiunto telefonicamente i due giovani cantanti, che ci hanno parlato di questa loro collaborazione sfociata in una sincera e speciale amicizia.
Ciao Ragazzi, partiamo dal vostro ultimo singolo “Buonasera buonasera”. Com’è nata questa vostra collaborazione?
Manuel: “Attraverso la mia agenzia, la P&G management, e con Sara abbiamo pensato di rendere omaggio alle ‘Signorine buonasera’, figure storiche delle televisione italiana”.
Sara: “Tutto è nato dall’idea di un collaboratore e amico comune, Walter Garibaldi che ha realizzato quella che era la nostra volontà di lavorare insieme da diverso tempo. A questo si è aggiunto il desiderio di lanciare un messaggio, ricordando la tradizione attraverso l’esperienza di Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti, creando una sorta di ponte tra presente, passato e futuro attraverso un nuovo linguaggio”.
Da cosa deriva l’idea di rispolverare uno dei più grandi successi degli anni ’60?
Sara: “Il titolo è stato sicuramente un ottimo spunto, in più c’era la volontà di far riscoprire un brano a cui, sia io che Manuel, siamo sempre stati legati. Sicuramente, non ci aspettavamo tutto questo seguito ma, allo stesso tempo, ci abbiamo creduto e sperato molto”.
Manuel: “Abbiamo preso in considerazione diverse opzioni, poi abbiamo optato per questo richiamo non solo a quei favolosi anni, ma anche attraverso il titolo stesso della canzone, che abbiamo poi ristrutturato per proporre in chiave diversa all’originale”.
Ultimamente sembra esserci un ritorno al vintage, a quelle sonorità del passato che erano state un po’ accantonate negli ultimi anni. Non trovate che la musica oggi debba recuperare un po’ di storia per riacquistare creatività e credibilità?
Manuel: “Guarda, con me sfondi una porta aperta, nel senso che amo la musica del passato, soprattutto quel soul senza tempo di Ray Charles e Stevie Wonder. Sicuramente riacquisire un po’ di sonorità da altre epoche non potrebbe che giovare alla musica di oggi, meno incisiva di certi capolavori del passato”.
Sara: “Anche io sono di questa scuola di pensiero, sin da giovane mi sono sempre nutrita di ascolti variegati e senza tempo. Sono sempre stata molto curiosa di conoscere il passato, perché credo che riscoprire le proprie radici musicali e culturali sia sempre molto importante. Anche se abbiamo la tendenza di aprirci a sonorità internazionali, ogni tanto, c’è bisogno di riportare l’attenzione su quello che è la nostra tradizione. Lo trovo così romantico ascoltare certe melodie eterne, che superano i decenni e rimangono sempre meravigliosamente uguali, perchè provengano dall’estro delle generazioni precedenti, dalla magia di valori purtroppo dimenticati”.
Il nuovo arrangiamento, a metà tra l’elettronica e lo swing, è stato curato da Fabrizio Fratepietro. Com’è stato lavorare con lui?
Sara: “Molto bello, lui è un grande professionista, non soltanto un arrangiatore ma anche batterista di Paola Turci, un musicista competente non solo dal punto di vista ritmico, ma specializzato nell’elettro-swing. Ha studiato le nostre voci e ci ha costruito intorno questo originale arrangiamento”.
Manuel: “Fabrizio è una persona squisita, molto alla mano, capace di individuare il vestivo migliore da indossare vocalmente. Appena abbiamo ascoltato il risultato del suo lavoro ce ne siamo subito innamorati, perché rappresenta tendenzialmente qualcosa di diverso rispetto a tutto ciò che si sente oggi in giro”.
Nel videoclip del singolo sono presenti anche due storiche annunciatrici televisive della Rai, le signorine buonasera Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti, com’è andato questo incontro, oserei dire, generazionale?
Manuel: “Sono due persone adorabili, dotate di un’umiltà e una professionalità incredibile. Si sono messe a nostra totale disposizione e, addirittura, ci chiedevano consigli su come eseguire al meglio il pezzo. Si sono divertite come due ragazzine e questa è davvero la soddisfazione più grande”.
Sara: “Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere due forze della natura, la cosa che più mi ha colpito è la loro umiltà, l’affabilità con la quale si sono poste nei nostri confronti. Ci hanno messo da subito a nostro agio, siamo entrati in sintonia con loro e, superato un primo momento di imbarazzo, ci siamo molto divertiti tutti insieme. Per noi è stata una fonte di arricchimento, sia a livello umano che professionale”.
Il pezzo è stato definito dagli addetti ai lavori, ma anche recepito dal pubblico, come un tormentone di questa estate 2017. Una parola nata e nobilitata negli anni ’60 da artisti del calibro di Edoardo Vianello e Rita Pavone, poi nel tempo sventrata dalle Las Ketchup e compagnia bella. Sfatato, dunque, il mito negativo del tormentone?
Sara: “Io la vedo come un’accezione assolutamente positiva del termine. Anche se ho ascolti sicuramente diversi e più ricercati, d’estate fa bene un po’ di sana spensieratezza, alleggerire la mente e l’anima dai tanti problemi della vita, in un mondo che ci ricorda ogni giorno le tante tragedie che purtroppo accadono. L’evasione è rimasta la nostra autodifesa immunitaria, per ritagliarsi un piccolo spazio da tutte le difficoltà del tempo che viviamo”.
Manuel: “Questa definizione non può che onorarci, perché significa che il pezzo è piaciuto e che sta ottenendo un grandissimo successo, compreso il videoclip che in più di quattro settimane ha già superato le 200.000 visualizzazioni su YouTube. Una grande, indescrivibile e inaspettata soddisfazione”.
Quando e come è nata la vostra passione per la musica?
Manuel: “Avevo sei anni, guardavo sempre i cartoni animati della Walt Disney e cantavo le bellissime canzoni che facevano da colonna sonora a questi film, che ho recentemente reinterpretato al Festival di Tagliacozzo accompagnato da un’orchestra di ben quaranta elementi. Da lì è nata la mia passione, che ho coltivato negli anni fino ad arrivare ad ascoltare Stevie Wonder, passando per le lezioni di canto, per i concorsi in giro per il Paese, fino alla mia entrata nella scuola di ‘Amici’, che mi ha permesso di arrivare al grande pubblico e a muovere i primi passi in un mondo che inizialmente mi sembrava irraggiungibile”.
Sara: “E’ nata sin da quando ero piccolissima, imparando a memoria le canzoni dei cartoni animati giapponesi. Cristina D’Avena è il top del top. Poi sono arrivate le serate al karaoke con gli amici, i concorsi a livello nazionale, gli studi teatrali e proprio grazie alla commedia musicale ho iniziato a prendere le mie prime lezioni di canto. Quando ho capito che cantare mi emozionava più del recitare, ho cominciato a coltivare la mia passione per la musica”.
Quali artisti o generi musicali hanno accompagnato la vostra crescita?
Manuel: “Forse non l’ho ancora detto, ma io adoro Stevie Wonder. Ho consumato i dischi di Alex Baroni, Michael Bolton, Louis Armstrong e tante altre grandi voci senza tempo”.
Sara: “Le mie fondamenta culturali provengono dal cantautorato italiano, da Francesco De Gregori a Luigi Tenco, passando per Fabrizio De Andrè, Claudio Baglioni, Ivano Fossati, Fabio Concato, Franco Battiato e Lucio Battisti, ma anche dal punto di vista femminile ho sempre apprezzato Paola Turci, Carmen Consoli e Marina Rei. Poi anche le grandi voci che mi hanno folgorato l’anima, tra tutte Giuni Russo, Antonella Ruggero e Mango, dotato di un’essenza senza precedenti. Infine, non posso non nominare anche Lucio Dalla, fondamentale per il mio percorso. Insomma, la lista è lunga e non basterebbe un libro”.
Di quali canzoni si compongono oggi le vostre rispettive playlist?
Sara: “Ascolto di tutto, ma sono anche molto esigente, mi piace la ricerca musicale e, ad esempio, ultimamente ho scoperto il valore dei brani strumentali, tra tutti cito le produzioni di Giorgio Costantini ed Ezio Bosso. A seconda dell’umore passo dalla musica classica a quella elettronica, dal passato a cose più moderne, sono molto variegata negli ascolti, credo che valga sempre la pena di sentire cose nuove, perché non si smette mai di imparare dalla musica”.
Manuel: “Intendi oltre Stevie Wonder? Guarda, mi piace moltissimo Adele, trovo pazzesca Sia, mentre di italiane mi vengono in mente le meravigliose voci di Elisa, Giorgia e Alessandra Amoroso”.
Quali sono i ricordi più belli che conservate del vostro percorso professionale sino ad oggi?
Manuel: “Per fortuna ne ho tanti. Di ‘Amici’ ricordo particolarmente il mio ingresso, sentire fare il mio nome per l’ammissione nella scuola è stata un’emozione indescrivibile. Poi, vabbè, tante altre belle cose riguardanti il serale, dai duetti con Karima, che è ancora oggi una mia grandissima amica, a quando ho cantato dal vivo ‘Soli a metà’, il mio primo inedito al quale sono molto legato”.
Sara: “Sicuramente la mia partecipazione al Festival di Sanremo di dieci anni fa, in particolare la stima espressa da Pippo Baudo, che ha creduto molto in me e nel mio brano. Con tutti noi giovani ragazzi è stato molto affettuoso, veniva nei camerini, ci supportava in tutto e per tutto. Un grande sogno realizzato che conserverò per sempre nel mio cuore”.
Tra le varie collaborazioni che avete avuto in passato, quali hanno segnato maggiormente il vostro percorso?
Sara: “Ogni progetto e collaborazione è stata per me preziosa, ricordo particolarmente l’incontro con Tony Bungaro, ma anche recentemente con il maestro Vince Tempera, con il quale ho scritto a quattro mani la sigla del ‘Festival internazionale dei Corto Tulipani di Seta Nera’, rassegna cinematografica che inneggia la diversità. Non vorrei fare torto a nessuno non citandoli ma, davvero, ogni collaborazione mi ha segnato. Sono gli incontri che fanno la differenza, se ci si pone in un’ottica di scambio”.
Manuel: “Sicuramente la collaborazione con Niccolò Agliardi, un artista che stimo particolarmente e che non scrive semplici canzoni bensì delle poesie. Tra i tanti autori che hanno scritto per me anche Nick Scotti, collaboratore di Madonna, che mi ha regalato ‘Not like me’. Poi, ancora, il duetto con Tiziano Ferro nel serale di ‘Amici’, tutti i quattro giudici di ‘The Voice’, compresa la mia coach Raffaella Carrà, che non ha proprio bisogno di presentazioni”.
Arriviamo a voi, come descrivereste il vostro rapporto?
Manuel: “Con Sara è nata una bellissima amicizia, dal primo giorno che ci siamo incontrati è scattata come un’alchimia tra di noi. Oltre al suo elevato spessore artistico, è una persona dotata di una grande bontà d’animo. E’ bello poter contare su una come lei, perché oltre a questa collaborazione professionale è nato davvero un rapporto sincero e speciale”.
Sara: “Un legame fraterno, particolare perché è nata una sintonia umana da subito e poi ci completiamo, un po’ come lo yin e lo yang. Anche se abbiamo colori vocali diversi, i nostri timbri si incastrano alla perfezione. Siamo entrambi molto determinati, sulla stessa lunghezza d’onda sia dal punto di vista lavorativo che personale. Il nostro è un rapporto che va al di là del sodalizio artistico, anche se mi auguro di collaborare con lui nuovamente in futuro.”.
Facciamo il gioco dei pregi e dei difetti. Per non mettervi in difficoltà, vi chiedo un pregio del vostro collega e un difetto di voi stessi.
Sara: “Il pregio di Manuel è l’autenticità, il vantaggio di avere di fronte una persona limpida e trasparente, con cui ti puoi confrontare sempre con rispetto in maniera costruttiva. In questo mondo pieno di maschere, soprattutto nel nostro ambiente, trovare una persona autentica come lui rappresenta una vera rarità. Il mio difetto… è che mi dimentico le cose, sono sbadata e vivo spesso tra le nuvole, mentre sul lavoro, al contrario, sono molto precisa e a volte anche un po’ pignola”.
Manuel: “Un pregio di Sara, ripeto, è proprio la sua bontà, ha una bellissima anima. E’ molto generosa, è capace di farsi in quattro per gli altri, è buona e onesta. Un mio difetto, invece, è che sono orgoglioso, testardo, ce ne ho tantissimi guarda…!”.
Un livornese e una romana: meglio il Cacciucco o la Coda alla vaccinara?
Manuel: “Caciucco! Mi spiace deluderti ma sono molto patriottico. Pur rispettando la cultura enogastronomica romana, la mia bella Toscana non la batte nessuno!”.
Sara: “Lo sai che ti dico? Il Caciucco! Su questo sono sempre stata strana e, forse, darò un grande dispiacere a tutta quanta la mia famiglia, da sempre legata alle tradizioni culinarie della mia regionee, ma io la Coda alla vaccinara non l’ho mai assaggiata, non mi piace, faccio pure outing su questo”.
Tornando seri, quali sono i vostri progetti per il futuro e/o sogni nel cassetto?
Sara: “Sono impegnata con la lavorazione del mio nuovo album, previsto per l’autunno ed anticipato da un prossimo singolo, di cui ti parlerò volentieri nel dettaglio prossimamente, in più non vedo l’ora di tornare ad esibirmi dal vivo con la mia band in giro per i locali. Parallelamente sto anche coltivando un’altra passione, che è diventata un vero e proprio lavoro perché ho studiato fotografia e devo ammettere che non mi dispiace affatto esprimermi anche attraverso quest’arte. In futuro mi vedo impegnata su questi due fronti, anche se la musica resta il mio primo grande amore”.
Manuel: “Sto lavorando a un nuovo brano che vedrà la collaborazione di un’altra persona, che non posso svelare perché stiamo definendo un po’ di dettagli e poi sono molto scaramantico. Sicuramente sarà una bella cosa, che piacerà e che farà parlare perché con questo/a collega abbiamo vissuto contemporaneamente un qualcosa di importante assieme. Mente tra i sogni… sicuramente il Festival di Sanremo e poi… poter un giorno andare in America ed esibirmi anche lì”.
Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorreste trasmettere al pubblico oggi attraverso la vostra musica?
Manuel: “Sicuramente tutto quello che ho vissuto sulla mia pelle, il fatto che nella vita le cose non sempre ti vengono regalate, ma ci vuole tantissima determinazione e tanta caparbietà per conquistarsele. Il mio è un messaggio di speranza e di forza, verso tutti quelli che come me coltivano ogni giorno il sogno di cantare e di potersi esibire davanti al pubblico”.
Sara: “Un messaggio di speranza e di ottimismo verso la vita. La musica e l’arte ci danno la possibilità di connetterci in maniera diretta con la nostra anima, per questo non bisogna mai dimenticare le proprie emozioni, anche quando il mondo fuori ci fa paura. I valori semplici sono quelli che ti cambiano davvero l’esistenza, non la popolarità, non la ricchezza. Il compito di chi ha la fortuna di fare il mio mestiere deve essere quello di trasmettere fiducia, regalare momenti di serenità anche quando tutto sembra difficile, dobbiamo resistere e portare avanti questo messaggio”.
Nico Donvito
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