martedì 5 Novembre 2024

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Sanremo 2025, consigli per Carlo Conti: Chiello e Leon Faun due artisti da tenere d’occhio

Tra i nomi che Carlo Conti non dovrebbe dimenticarsi di annotare sul suo taccuino per Sanremo 2025, suggeriamo Chiello e Leon Faun, due artisti da tener d’occhio

Il Festival è una vetrina senza pari per la musica italiana e, mentre Sanremo 2025 si avvicina, non possiamo che confermare la nostra rinnovata fiducia nei confronti del direttore artistico Carlo Conti e permetterci di suggerirgli un paio di nomi che non dovrebbero mancare tra i suoi osservati speciali: vale a dire Chiello e Leon Faun.

Con il regolamento della rassegna, Conti ha dichiarato di voler proseguire sulla linea della continuità, raccogliendo l’eredità lasciata da Amadeus, il quale ha guidato magistralmente le ultime cinque edizioni, dando nuovo slancio e freschezza alla manifestazione. Tuttavia, il Festival che Conti si trova a dirigere oggi è molto diverso da quello che aveva ereditato da Fabio Fazio nel 2015.

A quel tempo, Sanremo non aveva ancora ritrovato la prosperità degli anni ’90 di “baudiana memoria”, anzi dall’inizio del nuovo millennio aveva faticato per cercare di trovare costanza tra annate più o meno indovinate, lontano dall’essere l’evento di richiamo per grandi artisti e nuove promesse. A cavallo del cambio di secolo, il mercato musicale si è ritrovato in pieno cambiamento, e la rassegna dava spesso l’idea di arrancare.

Grazie al lavoro di Conti prima, di Baglioni poi, e infine di Amadeus, Sanremo ha riacquistato lo splendore di un tempo, diventando nuovamente il fulcro della musica italiana. Ma dieci anni dopo il suo triennio, Carlo Conti si trova di fronte a una scena musicale completamente diversa. I nomi che all’epoca rappresentavano un “colpo” oggi potrebbero non avere lo stesso impatto, e la sfida per lui sarà quella di trovare nuovi talenti da lanciare, capaci di sorprendere e catturare l’attenzione di un pubblico sempre più esigente e variegato.

In questo scenario, ci permettiamo di suggerire due nomi che il direttore artistico dovrebbe considerare per il suo quarto Festival: Chiello e Leon Faun, due proposte che andrebbero ad occupare la fascia di outsider che Sanremo non può trascurare. Parliamo di artisti che, pur avendo già raggiunto una certa notorietà, non hanno ancora ottenuto la definitiva consacrazione. Il palco dell’Ariston può essere il trampolino di lancio perfetto per questi due talenti che sono in un momento di straordinaria creatività e che sono pronti un’occasione importante.

Sanremo 2025, consigli per Carlo Conti: Chiello e Leon Faun

Da una parte c’è Chiello, artista lucano, classe 1999, ex membro del collettivo FSK Satellite. All’attivo ha due album da solista, “Oceano Paradiso” del 2021 e “Mela marcia” del 2023, entrambi hanno debuttato ai vertici delle classifiche dei dischi più venduti. In questi anni ha collaborato con Madame, Coez, Rkomi, Ariete, Mahmood e Tedua. Nel 2024 ha pubblicato due singoli, “Limone” (un pezzo che sarebbe stato perfetto per Sanremo) e “Stanza 107“, entrambi straordinari, che mettono in risalto una notevole svolta nella sua crescita artistica.

Chiello è un artista che mescola poesia, introspezione e ribellione. Le sue canzoni sono un viaggio emotivo, capace di parlare a una generazione, ma anche di aprirsi a un pubblico più ampio. La sua voce unica e la capacità di raccontare sentimenti universali con uno stile contemporaneo lo rendono un candidato ideale per Sanremo. Il Festival, infatti, ha spesso consacrato artisti giovani e sperimentali che hanno saputo dialogare con un pubblico più vasto, cosiddetto nazionalpopolare, e l’ugola di Venosa potrebbe rappresentare proprio quel ponte tra tradizione e innovazione che in Riviera risulta spesso funzionale.

Dall’altra parte c’è Leon Faun, romano, classe 2001, una delle figure più originali e in ascesa della scena urban. Un po’ rapper e un po’ attore, si tratta di una delle giovani penne più interessanti, nonché di uno degli interpreti più freschi e teatrali della Gen Z. Si tratta di un’interprete che porta la sua musica in una dimensione quasi cinematografica, mescolando mitologia, fantasia e contemporaneità da strada. Faun ha già dimostrato il suo talento anche al di fuori della musica, con un monologo ispirato e potente nel programma “Le Iene”, incentrato sulla rabbia, tema centrale della sua produzione artistica.

Con due album all’attivo, “C’era una volta” del 2021 e il più recente “Leon” del 2024, Leon Faun ha dimostrato una capacità di evolversi e maturare come pochi altri. Consigliamo a tutti l’ascolto di questo disco, per comprendere la sua crescita. “Occhi lucidi” e “Pioggia” sono due pezzi precedenti che erano stati particolarmente indovinati, ma nell’ultimo album è difficile scegliere le tracce più rappresentative, perché si tratta di un progetto compatto e ricco di belle canzoni. Oltre ai singoli “Profezia“, “Anima” e “Funerale mio“, consigliamo vivamente anche “Ragazzo normale“, “Invincibili” e “Non dubitar di me“.

Questi due artisti incarnano una nuova generazione di giovani che, pur non essendo ancora “big” nel senso più classico del termine, hanno tutte le carte in regola per diventarlo. Le loro produzioni recenti sono significative, creative e riflettono uno stato di grazia artistico che Sanremo non può permettersi di ignorare. Negli ultimi anni il Festival ha consacrato artisti emergenti che, dopo il passaggio sul palco dell’Ariston, hanno visto la loro carriera esplodere definitivamente. Basti pensare a esempi recenti come i Pinguini Tattici Nucleari nel 2020, Madame e La Rappresentante di Lista nel 2021, Tananai nel 2022, Rosa Chemical nel 2023, Alfa e Il Tre nel 2024.

Sanremo ha il potere di trasformare outsider in nuovi beniamini del pubblico, e Chiello e Leon Faun meriterebbero una chance in tal senso. In un panorama musicale in costante evoluzione, bisognerà riuscire a coniugare tradizione e innovazione, e il direttore artistico Carlo Conti dovrebbe assolutamente prendere in considerazione queste due proposte, o comunque sia qualche altro artista che corrisponda a questo stesso identikit, per poter affermare un giorno quel “L’ho inventato io” sempre di “baudiana memoria”.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.