A tu per tu con Not Good, in occasione dell’uscita del nuovo mixtape “Bella festa Brutta gente”, fuori per Epic / Sony Music Italy
È uscito venerdì 18 ottobre 2024 il nuovo mixtape di Jari Melia, in arte Not Good, dal titolo “Bella festa Brutta gente”. Il progetto, composto da sette tracce, segna una nuova fase del rapper classe ’97, alle prese con nuovi sound e riflessioni ma senza dimenticare il rap e la personalità dei testi che lo hanno sempre caratterizzato.
Con questo progetto discografico Not Good fa il suo ritorno ufficiale sulla scena musicale italiana, ribadendo il suo talento naturale già emerso con i suoi lavori precedenti, fra cui “Collane d’odio” e “Finta di niente”, entrambi prodotti dal duo multiplatino 2nd Roof e la collaborazione con Emis Killa nel brano “Noi siamo leggenda (chronicle)”.
Not Good, l’intervista
Intanto come stai, sei carico?
«Tutto bene, contentissimo! Ci ho lavorato tanto a questo progetto e non vedo l’ora di vedere come reagirà il pubblico!».
Nel disco hai sperimentato molto, come ti è nata la voglia di fare cose diverse?
«Guarda, ho sempre rappato e ho dimostrato ampiamente di saperlo fare, al limite quasi del tedioso. Ho deciso di cambiare, prendere una boccata d’aria fresca. Penso ai grandi artisti italiani e non, e l’innovazione è sempre una chiave di lettura interessante, io volevo questo. Che fosse mia prima di tutto e che fosse diversa dal mio vecchio progetto, diversa da quello che esce adesso».
Qual è la tua traccia preferita?
«“Tutto finto”. È la traccia che mi ha soddisfatto di più, c’è un po’ di tutto. Ci sono le barre, la ricerca del sound, la denuncia sociale, ci sono le sonorità pop… è un pezzo un po’ outsider. Pensavo che ce lo cacciassero ma invece lo abbiamo tenuto, anche la discografica quando lo ha sentito era molto contenta. È un po’ il mio orgoglio!».
È sempre brutto spiegare i significati delle canzoni, a maggior ragione nel rap dove si dicono le cose “così come stanno”, anche quando si rimane generali comunque in qualche modo si è specifici all’interno di questo genere. Te però in tutto il mixtape e in particolare in “Tutto finto” sei riuscito in qualche modo a catturare il presente.
«Era proprio l’obiettivo! Per me già dopo le prime tre barre potevo già chiudere il pezzo, poi giustamente non era geniale discograficamente parlando e quindi lo abbiamo chiuso. Però è proprio quello, uno spaccato di realtà».
Come è nata la collaborazione Zero Emicrania in “Leaks”? Avete proprio spaccato!
«Prima di tutto la premessa è: a me piace collaborare con artisti con il quale mi trovo bene umanamente. Zero Emicrania l’ho conosciuto per caso tramite dei video di Instagram e l’ho beccato in studio una volta e il tipo è super real. Ha in testa solo rappare e non gli interessa fare altro. Ho ritrovato quella fame, poi è del 2005, è giovanissimo ma con una grande maturità stilistica e un’identità! Spero di essere riuscito a valorizzarlo in questo progetto».
Qual è la traccia che consiglieresti a chi non ti ha mai ascoltato?
«“Pelle d’oca”! È quello più personale. Mostra la mia emotività che non nascondo ma esibisco con grande vanto».
E se dovessi consigliare una traccia a chi invece ti ascolta da tempo?
«“Mentre la testa gira”. È un pezzo che non c’entra niente con la mia discografia. C’è tanto nel rap, nella musica generale, ripetere una cosa che funziona. Io vorrei che chi si è affezionato a me tramite il rap, senta questo pezzo e dica “bello! Che roba nuova!”. L’ho pensato per le peggiori giostre di Caracas! (ride, ndr)».
Mattia Cantarutti
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