giovedì 28 Novembre 2024

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Rap Italy, Tedua e Izi: la nuova scuola genovese

Viaggio nella storia e nell’evoluzione dell’hip hop italiano, tra derive, evoluzioni e sottogeneri. A cura di Mattia Cantarutti

Nato nei ghetti d’America come espressione di ribellione e rivalsa sociale, l’hip hop ha attraversato l’oceano per piantare le sue radici anche in Italia. Quello che inizialmente era visto come un fenomeno d’importazione, con il tempo è stato assorbito e trasformato, diventando qualcosa di profondamente nostro. Tedua Izi scuola genovese

Dalle rime grezze dei pionieri fino alla conquista delle classifiche, il rap italiano ha saputo imporsi come una nuova forma di cantautorato contemporaneo, capace di raccontare le sfide e i sogni di un’intera generazione. In questa rubrica, Mattia Cantarutti ci guiderà attraverso la storia e l’evoluzione di un genere che, da sottocultura, è diventato parte integrante della nostra identità musicale.

Rap Italy, Tedua e Izi: la nuova scuola genovese

Eccoci ad un nuovo appuntamento di Rap Italy. Dopo aver raccontato l’arrivo e il consolidamento della Trap in Italia e il percorso di artisti come Sfera Ebbasta e Ghali, questo approfondimento è dedicato alle stelle della nuova scuola genovese: Tedua e Izi.

Il loro percorso è accumunato non solo dalla provenienza geografica e il genere musicale di partenza, ma anche da un profondo legame d’amicizia e un senso di appartenenza invidiabile. Sentimento corrispondente alle crew Wild Banda e Drilliguria, di cui Tedua e Izi sono tra i maggiori rappresentati insieme a un sempre più lanciato Bresh, il sempre ottimo e presente Vaz ed ancora tra gli altri Lil Rave, Guesnan e Disme.

Le carriere di entrambi partono sostanzialmente “da sempre”. Fin dalla primissima adolescenza sia Tedua che Izi crescono a suon di rime e tanta passione per la musica.

Per Tedua la grande occasione arriva nel 2015 con il mixtape “Aspettando Orange County”. Un progetto con ben 20 tracce, tra cui spiccano le collaborazioni con i già citati Bresh e Disme nelle canzoni “Male di me” e “Perdono valore”. La saga continua l’anno seguente, dove grazie al sempre buon fiuto di Thaurus Music, esce “Orange County Mixtape”, album nel quale oltre alle produzioni del sempre fedele Chris Nolan troviamo Charlie Charles e Sick Luke (all’epoca in una sorta di prime produttivo) e Vicious.

Tra tutte le canzoni del disco è impossibile non citare il pezzo cult per eccellenza: “Lingerie” con Sfera Ebbasta. Sicuramente degnissime di note anche le altrettanto cult “Wasaby Freestyle”, “Buste della spesa” e le collaborazioni con gli altri “bimbi” della scena: Izi in “Circonvalley”, “Scarpe coi freni freestyle” con Rkomi e “Fifty Fifty” con Ghali. Citiamo poi un’altra collaborazione con l’amico Bresh, ovvero “Step by Step”. Il progetto culmina nell’album d’esordio “Orange County California”, disco del 2017 che riprende il mixtape precedente con alcune variazioni. 

Prima di riprendere in futuri approfondimenti il proseguo della carriera di Tedua, ci fermiamo raccontando l’album del 2018 “Mowgli”. Un grandissimo disco targato Sony Music e che in qualche modo ha confermato l’esplosione di Tedua nella scena rap e della musica italiana.

Il disco contiene tantissimi ottimi brani come i lavori precedenti di un sempre lucidamente folle autore, sempre a cavallo tra momenti più mainstream svolti al meglio e una scrittura dura e in qualche modo pura.

E quindi parliamo della bellissima “Sangue misto”, citata anche da J-Ax in una recente collaborazione all’interno dell’ultimo disco degli Articolo31 “Protomaranza”: “Scusi Maestra” (a sua volta un omaggio di “A Pugni col mondo” proprio degli Articolo).

“Acqua (malpensandoti)”, grandissimo omaggio al maestro Dargen D’Amico. E ancora “Il fabbricante di chiavi”. Straordinaria poi la hit del disco e sicuramente tra le canzoni più riuscite del rapper, “Vertigini”, nel momento in cui scriviamo l’approfondimento ancora il videoclip più visto nel profilo YouTube di Tedua.

Non sono mancate nel triennio raccontato le collaborazioni con altri colleghi. “Mercedes Nero” di Sfera Ebbasta e Izi all’interno di “XDVR”. “00” dell’amico Rkomi. La toccante e profonda “Il ritorno delle stelle”, grandisismo brano di un Dargen D’Amico molto ispirato (e un disco, “Variazioni”, da riscoprire) in compagnia degli ormai ultracitati Izi e Rkomi.

Tra i tanti brani, ci teniamo a citare “Bro” di Ernia nel 2018. Il secondo capitolo della canzone arriverà successivamente e i fan aspettano da allora un terzo capitolo della saga.

Izi, oltre alle già citate collaborazioni tra il 2015 e il 2016, arriva “ufficialmente” nella scena con l’ottimo brano “La tua ora” in featuring con Coco. Troverà il suo slancio con il film “Zeta – Una storia hip-hop”, in cui compaiono tantissimi big ed emergenti della scena rap italiana (tra cui Tedua in un cameo) e il conseguente album “Fenice”. Nel disco del 2016 troviamo tante ottime canzoni, da “Izis” a “Casa” con Ensi. Ottime anche le più popeggianti “Scusa” e “Niente da perdere”. Di grande successo la traccia “Tutto apposto” con Sfera Ebbasta e il pezzo più famoso di Izi per eccellenza, “Chic”. Straordinario brano del rapper con un altrettanto bellissimo videoclip. Difficilissimo non cantarla a squarciagola ai suoi live.

L’anno seguente esce invece “Pizzicato”, album dove troviamo brani come “Pianto” e la rappresentativa “Wild Bandana” in compagnia di, indovinate, Tedua e Vaz Tè.

La profondità e il richiamo artistico di Izi lo porteranno successivamente a maturare ancora e raggiungere diversi e nuovi gradi consapevolezza umana e artistica. Izi comincia un cammino, non concluso ancora oggi, nel quale cambia diverse volte, sperimenta e porta dei contenuti realizzati in un certo modo. Un primo grande segnale di questo lo troviamo nel 2019 con “Aletheia”. Progetto discografico che invitiamo a scoprire e riscoprire in toto, a cui ci limitiamo per dovere di cronaca a citare il singolo “Fumo da solo” e l’ottimo brano “48h” con l’amico Sfera Ebbasta (nel quale il trapper di Cinisello Balsamo realizza forse uno dei suoi migliori attacchi).

A differenza di Tedua, nel caso ci Izi ci fermiamo al 2020, poiché è a quell’anno che corrisponde il suo ultimo progetto discografico, “Riot”. Un disco purtroppo non andato benissimo e dal quale sono emersi, verso l’industria discografica e molti argomenti dell’attualità, dei malumori da parte dell’artista durante molte interviste nel lancio del progetto. 

A detta di chi scrive l’approfondimento, il disco meritava sicuramente più successo. Brani come “Intro (Can’t Breathe)” con Dax, “Al Pacino” con IDK sono veramente intensi ed efficaci. Anche “Matrix” con Nayt è un ottimo brano, ma come lo sono “S8 K4ss4” con Benny Bennassi e Dargen D’Amico e Pusher con Guesnan e Vaz Tè. In realtà la lista potrebbe continuare per altre canzoni ancora.

Concludiamo l’approfondimento promettendo un futuro proseguo del racconto di Tedua e una sincera grande attesa per il ritorno di Izi, il cui percorso siamo sicuri proseguirà portando tante riflessioni e belle canzoni, pensieri confermati dai brani usciti di recente con in featuring il rapper

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Mattia Cantarutti

Sono Mattia Cantarutti e le mie più grandi passioni sono il cinema e la musica. Ho studiato al DAMS di Gorizia e frequentato un master in Digital Marketing. Negli anni ho realizzato vari cortometraggi, collaborato a qualche film e fatto tantissime esperienze in tanti campi e ruoli diversi. Adoro leggere saggi di vario tipo e il mio genere musicale preferito è il rap, però non credo nei compartimenti stagni e le mie influenze e ascolti in realtà sono parecchio variegati tra loro. La mia trilogia cinematografica preferita è quella del Signore degli Anelli di Peter Jackson.