lunedì 25 Novembre 2024

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AleSol: “Un’autostrada per il sole è la metafora della mia vita” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista partenopea, alla conquista dell’estate con la sua innata freschezza

ALESOLSi intitola “Un’autostrada per il sole” il singolo che segna l’esordio discografico di Alessia Pelliccia, alias AleSol, napoletana doc dal cuore latino. Per la giovane artista classe ’98 si tratta di un battesimo musicale baciato dal sole della sua terra, lo stesso che l’accompagna e le trasmette la giusta grinta per affrontare con determinazione questa nuova avventura.

Ciao Alessia, partiamo da “Un’autostrada per il sole”, il tuo nuovo singolo, com’è nato e cosa rappresenta per te?

«E’ nato insieme a Casa Musica, scritto da Luca Angelosanti e Francesco Morettini che sono riusciti ad inquadrarmi alla perfezione, a cucirmi addosso un pezzo su misura, unendo il mondo latino al pop italiano. Il risultato è per me un autentico capolavoro, sono innamorata di questa canzone perché rappresenta metaforicamente la voglia di perseguire sempre i propri obiettivi, senza arrendersi davanti agli ostacoli». 

Una bella canzone estiva che parla d’amore, si avverte un po’ la mancanza di questo tema tra le nuove generazioni? Di questi tempi si tende a parlare solo di selfie in riva al mare, come se i sentimenti andassero in vacanza…

«In effetti quello che dici è vero, i social sembrano essere diventati i temi principali della vita dei giovani. Con questa canzone ho voluto lanciare proprio il messaggio contrario, riscoprire la passione che abbiamo dentro e allontanarci da questo mondo virtuale che, spesso e volentieri, ci sovrasta. Un tempo si sognava ad occhi aperti, adesso fissando lo schermo di uno smartphone, tutto questo trovo che sia abbastanza triste, vuoi mettere un bel tramonto dal vivo? Oggi si tende ad immortalarlo con la fotocamera piuttosto che osservarlo e lasciarsi andare alle emozioni».

Cosa avete voluto esprimere attraverso le immagini del videoclip diretto da Claudio Zagarini?

«La stessa leggerezza e solarità che traspare dalla canzone. Mi sono trovata molto bene con Claudio, lui ha voluto girare il video nella mia terra, perché ha capito quanto fossi legata alle mie origini e poi, diciamocelo, non c’è niente di paragonabile rispetto allo spettacolo di certi paesaggi capaci di togliere il fiato. Mare, sole, semplicità, sogno e obiettivo, questi sono stati i temi che abbiamo voluto sottolineare attraverso le immagini».

Facciamo un salto indietro nel tempo, come e quando ti sei avvicinata alla musica?

«Sin da piccolissima, una passione trasmessa dai miei nonni a cui sono legata da un amore immenso. Quando sono venuti a mancare, mi sono chiusa in me stessa e non ho voluto più cantare, ero bloccata. I miei genitori hanno compreso quanto fosse difficile per me e, al tempo stesso, quanta importanza aveva la musica per la mi vita, così mi hanno convinto a ad iscrivermi ad una scuola di canto, dove ho studiato per quattro anni l’opera lirica. La musica mi ha dato la forza per riuscire ad andare avanti, mi sono sbloccata quando ho capito che devo cantare sia per me che per loro». 

Quali ascolti hanno ispirato e accompagnato il tuo percorso?

«Guarda, ti dirò, a me piace ascoltare e cantare qualsiasi tipo di musica, avere una conoscenza ampia di diversi generi e stili, dal pop al rap, passando per le sonorità latine. In Italia apprezzo Lorenzo Fragola e il mio idolo assoluto Laura Pausini, dal punto di vista internazionale stimo molto J Balvin, fino ad arrivare ai classici senza tempo come Mozart e Beethoven».

Personalmente, ti collochi in un genere particolare?

«In questo momento mi sento completamente a mio agio nel pop moderno, ma non escludo la possibilità in futuro di percorrere anche altre strade, sono quel tipo di persona che ama sperimentare e spaziare tra i generi, se una cosa mi piace la canto, non riuscirei mai a fingere di essere quello che non sono».

Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti il livello generale dell’attuale settore discografico?

«Sicuramente è un campo difficile, soprattutto per gli emergenti che faticano a ritagliarsi oggigiorno il proprio spazio. Personalmente vivo tutto questo con molta serenità, grazie alla squadra che ho attorno e alla mia famiglia che mi supporta e non mi lascia mai sola. Mi auguro il meglio, anche se comprendo le mille difficoltò, spero che tutto possa crescere sempre di più e che il pubblico possa apprezzare la mia voce, ma anche i gli sforzi e la mia determinazione».

https://www.youtube.com/watch?v=nwkVIRI_UFI

Nel vasto panorama della musica internazionale, spotessi “rubare” una canzone a un qualunque artista, quale sceglieresti?

«Sicuramente “Ambiente” o “Mi gente” di J Balvin, sono una sua grande fan. Io amo la musica latina, mi piace il ritmo e mi fa impazzire la pronuncia sudamericana, studio la lingua spagnola e trovo che sia molto musicale, un po’ come il nostro italiano. Poi è un genere che richiama molto la tradizione napoletana, sia nella parte verace che quella più melanconica».

Non posso non chiederti un commento su Michael Baker, un grandissimo artista che non ha bisogno davvero di presentazioni. Cosa ha rappresentato per te questo incontro?

«Credimi, è impossibile da spiegare, lo considero l’incontro più importante della mia vita. E’ una persona dolcissima, oltre che un talento immenso, le due cose insieme lo rendono un artista incredibile che, come hai detto tu, non ha bisogno davvero di presentazioni. Un’esperienza unica e indescrivibile».

Se ti guardi allo specchio quale immagine vedi?

«Una ragazza determinata, con tanta autostima, ma che ha ancora tanto da imparare per crescere e migliorarsi. Sono molto soddisfatta e fiera di me stessa, ma i miei vent’anni mi ricordano ogni giorno che ho tantissima strada da fare per raggiungere i miei obiettivi». 

Quali sono i tuoi obiettivi futuri e/o sogni nel cassetto?

«Per il momento, continueremo a concentrarci con la promozione del singolo, sia mediante le piattaforme digitali nazionali che attraverso concerti e manifestazioni nella mia terra, in Campania. Passato il periodo estivo, ci concentreremo sulla realizzazione dei prossimo progetti, c’è la volontà di realizzare un EP con nuove canzoni. Il mio sogno è continuare con determinazione a perseguire i miei obiettivi, per me e per chi crede nel progetto di AleSol, per chi mi sostiene e mi ha sempre voluto bene».

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?

ALESOL«Un messaggio per me importante, bisogna credere nei propri sogni, non smettere mai di provarci o arrendersi alle prime difficoltà. Viviamo in un momento storico non proprio facilissimo, noi giovani siamo un po’ allo sbaraglio, molti mollano e smettono di credere in loro stessi, lo trovo davvero terribile. La società ci porta a sentirci costantemente giudicati, dimenticando che l’unico parere che deve contare è il nostro, oltre quello delle persone importanti. Chi sono gli altri per definire chi siamo noi? Spesso viene dato un esempio sbagliato dalle persone del mondo dello spettacolo, che trasmettono ai giovani un messaggio negativo, come se nella vita contassero più i soldi della passione, il vero guadagno deve essere quello personale. Mi reputo una persona fortunata perché ho alle spalle una famiglia che mi ha trasmesso delle regole e dei valori, ci vuole un po’ più di fermezza e un ritorno a dei canoni che non necessariamente devono essere quelli di cinquant’anni fa, ma è necessario che le nuove generazioni abbiano delle linee guida, per non continuare ad essere lasciati completamente allo sbaraglio». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.