Le interviste agli ospiti della quinta edizione della manifestazione canora dedicata ad una delle più grandi interpreti della musica leggera italiana.
Una serata ricca di emozioni che ha coinvolto il pubblico milanese del Teatro Nuovo, presente allo spettacolo “Buon Compleanno Mimì”, organizzato dall’Associazione Culturale Minuetto e da Leda Bertè. Un omaggio all’indimenticata Mia Martini, artista di indefinibile talento che lo scorso 20 settembre avrebbe festeggiato il suo settantesimo compleanno (a cui abbiamo ampiamente prestato attenzione qui).
A condurre la manifestazione Luisa Corna che, prima di salire sul palco, ci ha confidato le sue emozioni e sensazioni in un interessante scambio di battute nel backstage.
Da donna a donna: quanto ha inciso Mimì nel tuo percorso artistico?
«Sicuramente molto. E’ già qualche anno che ho deciso di abbracciare questa manifestazione, proprio per la stima che nutro nei confronti di questa immensa artista, che tanto ha sicuramente avuto ma a cui anche tanto è stato tolto: per me è sempre stata un modello. Ho scelto di cantare uno dei suoi brani meno popolari, intitolato ‘Col tempo imparerò’, una canzone che lei aveva semplicemente provinato e che, purtroppo, non ha mai fatto in tempo ad incidere, se non in una raccolta postuma qualche anno dopo la sua prematura scomparsa».
Oltre che cantante sei anche attrice e credo che vi accomuni questo modo di interpretare e recitare le canzoni, proprio come fossero un copione teatrale…
«Sinceramente non lo so se c’è qualcosa che ci accomuna ma grazie per questa tua nota perché per me è un grandissimo complimento. Io penso che la musica sia la forma più alta dell’espressione, che racconta ciò che viviamo attraverso quello che siamo capaci di comunicare. Mimì è sempre riuscita a condividere il proprio vissuto con il pubblico, a dare e ricevere emozioni nello stesso momento».
Grande protagonista della serata è stata anche Anna Tatangelo, che ci ha confidato la sua difficoltà nel selezionare la cover da interpretare: «Scegliere un solo brano dal repertorio di Mimì non è mai facile, anche se sono tutte canzoni con un’anima, di quelle che ovunque cadi, cadi bene. Sono pezzi difficili da cantare, sia dal punto di vista musicale che interpretativo, in più ti confronti con un’artista straordinaria. Il pezzo che ho scelto è ‘Donna’, ancora oggi purtroppo molto attuale perché parla della violenza sulle donne, un tema che mi tocca particolarmente e che ho cercato di fare a mio modo, emozionandomi non poco. Mia Martini mi è sempre stata vicina, fin da quando ero bambina, l’ho cantata tante volte nei miei primi concorsi e mi sono molto ispirata a lei».
Hai cantato tante volte i suoi brani e in qualche modo ha rappresentato un po’ il tuo battesimo discografico perché il brano “Attimo x attimo”, che ha dato il titolo al tuo primo album, era stato pensato per lei…
«Bravo! E’ vero… si tratta di una canzone scritta da Francesca Volpini e dal Maestro Fio Zanotti proprio per lei, che il destino ha voluto in qualche modo che finisse a me. Una canzone stupenda, che non faccio da qualche anno e che vorrei in qualche modo riproporre in futuro, anzi, grazie per avermi suggerito questa bella idea!».
Oltre che per il tuo percorso artistico, credi che Mia Martini abbia ispirato le nuove leve femminili della musica italiana?
«Penso proprio di si, inevitabilmente, sia lei che Mina e Ornella Vanoni (altra ospite d’ecezzione della serata n.d.r.) credo che siano dei pilastri della nostra musica: sono artiste che hanno gettato le basi e hanno tracciato la strada a tutte noi che siamo arrivate dopo, proprio come Lucio Battisti è stato d’ispirazione per tanti cantautori al maschile. Stiamo parlando di personaggi straordinari, che appartengono ad una generazione molto forte che ha seminato tanto».
Prima di lasciarti ti faccio una domanda che farà piacere a tutti i tuoi fans: quando ti rivedremo?
«Presto, prestissimo. Sto già lavorando al disco e al prossimo singolo che arriverà tra un paio di mesi. Sono molto ansiosa di uscire a modo mio, con una consapevolezza diversa e una maturità che solo i trent’anni ti portano».
Sul palco anche Omar Pedrini, che ci ha raccontato quali sono gli aspetti che lo hanno conquistato della grande artista calabrese: «La figura di Mimì mi ha sempre affascinato: per chi proviene dal rock come me scoprire una vita così lacerata dal dolore e questa sua esistenza irrisolta in qualche modo genera un legame con lei che è sempre riuscita a riversare il suo vissuto sia nelle corde vocali che in quelle dell’anima. Questo credo sia il mio punto di contatto con lei, visto che ho avuto una vita bella, sofferta e comunque piena anch’io. Musicalmente, invece, riconosco nella sua voce un grande istinto blues, un graffio che personalmente mi ha sempre ricordato Janis Joplin e che in Italia non abbiamo visto così frequentemente».
Infatti, è stata una delle prime a distaccarsi da quel bel canto che aveva contraddistinto le nostre produzioni musicali prima degli anni ’70…
«Assolutamente si, siamo ricchi di bellissime voci, tutte pulitissime e precise. Dopo di lei molte artiste della nuova generazione, cito tra tutte Emma e Noemi, sono state ispirate da questa rabbia e da questo dolore che solo Mimì era capace di comunicare. E poi Mimì è stata capace di rendere al meglio molti capolavori di diversi grandi cantautori, tra cui Franco Califano con il quale ho avuto spesso modo di parlarne. Lui non era per lei solo un autore ma anche un confidente, che le ha regalato delle pietre miliari della nostra musica leggera, mentre il merito di Mia è stato quello di riuscire a strapparti la pelle dalla schiena attraverso le sue interpretazioni».
Quali brani hai scelto di interpretare nel corso della serata?
«Proporrò un mio brano di qualche anno fa intitolato ‘Una follia’, ho resistito a slanci promozionali e non canterò nulla del mio ultimo disco ‘Come se non ci fosse un domani’, perché credo che quel pezzo rappresenti totalmente e artisticamente Mimì. Come cover ho scelto ‘Padre davvero’, che ho deciso di lasciare al femminile per rispettare il grande dolore contenuto in quel pezzo».
Dello stesso avviso anche L’Aura, molto legata alla figura di Mimì, che sul palco ha portato ben due brani: «Ho scelto il mio ultimo pezzo ‘La meccanica del cuore’, che fortunatamente sta piacendo molto, e del repertorio di Mimì ho scelto ‘Minuetto’, brano del ’73 scritto dal Califfo, semplicemente perché è da sempre il mio preferito. Per me è sempre stata un idolo, anche nel mio ultimo disco ‘Il contrario dell’amore” mi sono ispirata ai suoi arrangiamenti nel brano ‘L’amore resta se c’è una fine’, una ballata in pieno stile anni settanta alla Mia Martini. Oltre che come artista, rappresenta molto per me anche umanamente, perché era una donna che non ha mai avuto paura di dire ciò che pensava, una cosa non comune soprattutto all’epoca e in questo mi sento anticonformista proprio come lei».
Nico Donvito
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