lunedì 25 Novembre 2024

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JnJavelin: “7 vite? La condivisione di una parte di me” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane cantautore, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “7 vite

Tempo di nuova musica per Riccardo Sbarbati, alias JnJavelin, giovane cantautore che abbiamo avuto modo di conoscere con i precedenti singoli Io sono questo ed Estraneo. Si intitola “7 vite” il brano che segna un ulteriore step nel suo percorso artistico. Scopriamone insieme i dettagli.

Ciao Riccardo, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “7 vite”, cosa racconta?

«In “7 vite” descrivo emozioni negative che ho provato e provo tuttora in certi momenti. Ho cercato di raffigurarle nel testo della canzone come immagini o scene che le rappresentino per coinvolgere meglio chi ascolta. Non ho descritto una situazione precisa e dettagliata, ma dei tasselli che compongono un mio stato d’animo. È la condivisione di una parte di me, forse quella più distruttiva».

Quanto hai dovuto scavare a fondo per portare alla luce questo pezzo?

«Quando ho scritto “7 vite” sono entrato in contatto con la mia parte più negativa di me. Ho immaginato prima ancora di scrivere il testo le scene che volevo rappresentare. Poi con la stesura ho dato una forma a quello che avevo pensato».

A livello musicale, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?

«A dire la verità non credo di aver ancora abbracciato un tipo di sonorità precisa, mi piace spaziare da una canzone all’ altra. Credo che ogni canzone descriva in maniera diversa una cosa e quindi anche la forma deve di conseguenza variare in qualche modo».

Quando è come ti sei avvicinato alla musica?

«Mi sono avvicinato alla musica da adolescente, verso i 14 anni ho iniziato ad appassionarmi all’ ascolto della musica rap italiana. La musica mi ha accompagnato durante la crescita e in seguito verso i 18 anni ho iniziato a scrivere. Il rap mi ha sempre trasmesso quel qualcosa in più rispetto ad altri generi musicali, non so se per la forma o per il contenuto, lo sentivo più vicino a me».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?

«Durante la crescita ho ascoltato molta musica rap italiana. Chi per un aspetto chi per un’ altro mi hanno trasmesso qualcosa. Spero di riuscire a trasmettere  anch’io qualcosa a chi mi ascolta».

Sogni nel cassetto e obbiettivi per il futuro?

«Spero di poter portare avanti sempre la mia musica, di migliorarmi col tempo e di non perdere la voglia di farla e di condividerla con gli altri. Questo è l’importante per me adesso».

Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “7 vite”?

«”7 vite” è una canzone ricca di emozioni. Potrebbe risultare pesante per i temi che tocca, ma descrive perfettamente quello che volevo trasmettere scrivendola. Sono contento di essere riuscito a mettere una parte di me dentro il brano, già questo mi basta per essere fiero della canzone».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.