A tu per tu con il rapper napoletano, in uscita con il suo secondo disco solista intitolato “Ambizione“
Tempo di nuova musica per Alessandro Arena, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Lele Blade, che abbiamo incontrato in occasione dell’uscita di “Ambizione”, il suo nuovo album disponibile negli store digitali e tradizionali a partire dallo scorso 17 settembre per Columbia Records Italy/Sony Music Italy. Diversi featuring in scaletta, tra cui spiccano i nomi di Ernia, Paky, Yung Snapp, Geolier, Vale Lambo e MV Killa. Approfondiamo la sua conoscenza di vita e di musica.
Ciao Alessandro, benvenuto. Partiamo da “Ambizione”, come si è svolto il processo creativo di questo progetto?
«In questo periodo di quarantena e casini vari, tutto è stato difficile soprattutto all’inizio, quando c’era poca ispirazione. Di conseguenza, ho cercato di trovare stimoli dentro di me. Proprio per questo motivo, il processo creativo di questo disco è stato diverso rispetto ai miei precedenti lavori, mi sono lasciato andare alla totale introspezione. Il titolo non è altro che il motivo per cui continuo a fare ciò che faccio, mi ritengo una persona ambiziosa non solo nella musica, ma nella vita in generale. Puntare a diventare una persona migliore è una motivazione in più per star bene con se stessi».
Un disco coerente nei suoni e nelle intenzioni, si sente che c’è molta ricerca nelle strumentali e parecchio lavoro dietro. Quali skills pensi di aver maturato rispetto al tuo precedente disco “Ninja Gaiden”?
«Personalmente reputo di saper fare rap proprio come lo facevo a vent’anni, sicuramente sento di essere maturato dal punto di vista personale, questo traspare nella mia musica. A livello di abilità tecniche, seppur ci sia sempre qualcosa da perfezionare, onestamente penso di non essere cambiato più di tanto. Il rap è un qualcosa che hai dentro, una volta che impari a tirarlo fuori hai fatto gran parte del lavoro, non credo che esistano dei corsi di aggiornamento a riguardo».
Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di un disco come “Ambizione”?
«Mi rende orgoglioso l’essere riuscito a portare questo sound che si riavvicina al rap delle origini, perchè fondamentalmente penso che la musica sia ciclica. Non lo faccio per un secondo fine, ma per il piacere di farlo. Questo è un periodo che sta diventando sempre più duro per il nostro genere, sento che il fenomeno sta lentamente scemando. Per cui tornare ad appassionarsi come un tempo, non può che far bene all’intera scena, in più permette di far conoscere ai ragazzi di oggi lo spirito dal quale tutto è partito. Mi ritengo fortunato perchè qui in Campania questo entusiasmo non se ne sia mai andato, siamo fortunati perché la gente lo apprezza. Abbiamo dei bei progetti tra di noi, siamo concentrati e molto compatti».
Nico Donvito
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