Alcune ultime novità della musica indipendente italiana
ARIETE:
La giovane Ariete è sicuramente una delle rivelazioni dell’ultimo anno. Dopo il successo de “L’ultima notte“, è il momento di “L“. Il nuovo brano è una dedica nostalgica ad un amore già finito. Una storia che irrimediabilmente lascia aperte le porte a dubbi e domande sulla sincerità dei sentimenti vissuti da una coppia.
COEZ:
“Wu-Tang” è il singolo che segna l’atteso ritorno di Coez. Il titolo è un riferimento al “Wu-Tang Clan”, il supergruppo culto americano e collettivo newyorkese che negli anni ’90 ha cambiato per sempre il mondo dell’hip-hop, nel segno dell’indipendenza creativa degli artisti ed elevando il concetto di crew a comunione collettiva.
FULMINACCI:
Fulminacci torna con un nuovo singolo estratto dal suo ultimo album di inediti “Tante care cose“. “Fuori dal mio liceo, spiega l’artista, un ragazzo senegalese con la chitarra strimpellava sempre una canzone che faceva: ‘Africano bianco, bello abbronzato, miss mondo africa’. Gli ho rubato il ritornello e l’ho fatto mio. Amicizia, sole, abbracci”. Così è nata “Miss Mondo Africa“.
I DOLORI DEL GIOVANE WALTER:
Dall’1 ottobre è disponibile “Piano“, singolo di debutto del progetto I Dolori Del Giovane Walter. Un manifesto sussurrato, uno slow motion di una moderna storia d’amore, il bianco e il nero in un mondo di colori edulcorati. Una dichiarazione d’intenti, un urlo volutamente in sordina ma dal forte tratto liberatorio, quanto di più esplicito nel tentare di razionalizzare il valore dell’amore nella generazione Y. Tra le storie che inevitabilmente finiscono e ricominciano, c’è l’esigenza di un amore che non si allontana senza una spiegazione, che non si fa vincere dalle paure.
TESTAROSSA:
La band laziale dei Testarossa debutta in rubrica con il singolo “Settembre“. Il brano affronta i temi dell’isolamento e della solitudine, impersonati da un mostro che chiunque ha sentito dentro di sé almeno una volta nella vita. Pensare al futuro è frustrante e spaventoso. Diversamente, il passato sembra confortante e desiderabile, ma forse è solo un’illusione. “Me ne vado o aspetto?” è la domanda ricorrente in “Settembre”. La stessa che ci poniamo in un mondo in cui ci si sente sempre di fretta anche se, a guardare bene, nessuno ha una direzione precisa.
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Donato Cappiello
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