giovedì 28 Novembre 2024

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Fiorella Mannoia, trentacinque anni di “Di terra e di vento”

Album Amarcord, i dischi più belli da riascoltare: un viaggio nel tempo nei ricordi di progetti che hanno lasciato il segno e che vale la pena riportare alla nostra attenzione

Dopo aver celebrato i trentacinque anni di “Cosa resterà degli anni ‘80“ di Raf, di “Oro, incenso e birra“ di Zucchero e “Martini Mia…” di Mia Martini, oggi parliamo di un altro grande album datato 1989: “Di terra e di vento” della straordinaria Fiorella Mannoia.

Reduce da due consecutivi premi della critica al Festival di Sanremo, nel 1987 con “Quello che le donne non dicono” e nel 1988 con “Le notti di maggio”, l’interprete romana si conferma una delle muse e delle voci preferite dai cantautori, una delle poche in grado di valorizzare testi così personali e introspettivi. Rilasciato il 28 novembre 1989, “Di terra e di vento” è prodotto da Piero Fabrizi, con arrangiamenti curati dal Maestro Fio Zanotti.

Tante le firme prestigiose, a cominciare da Ivano Fossati autore del brano d’apertura “Baia senza vento”, di quello di chiusura “Lunaspina” e co-protagonista del duetto “Oh che sarà”, capolavoro di Chico Boarque riadattato in italiano dallo stesso artista genovese. Molti i testi scritti da Enrico Ruggeri, daLa giostra della memoria” a “Le canzoni”, passando per “Ascolta l’infinito” e “Gli amanti”, quest’ultima musicata da Riccardo Cocciante. Presente per la prima volta in un disco di Fiorella, invece, appare Francesco De Gregori, che le regala la struggente Cuore di cane”. Un album che chiude idealmente lo straordinario decennio della Mannoia, partita in sordina e senza una chiara direzione nel 1981 con “Caffè nero bollente”, ma riuscita a definire in corsa il proprio stile unico e inconfondibile, affinando un tipo di narrazione intensa ed insolita per un’interprete.

“Di terra e di vento” è un album da non perdere, perché al suo interno non troviamo due o tre singoli di successo e poi le cosiddette “tracce riempitive”, bensì otto canzoni di qualità eccelsa che consacrano a livello comunicativo Fiorella Mannoia, in tutta la sua profondità ed eleganza. Un lavoro cruciale per il suo percorso, che segna il definitivo passaggio nell’Olimpo della musica leggera italiana.

Di terra e di vento | Tracklist e stelline

Lato A
  1. Baia senza vento
    (Ivano Fossati)
  2. Oh che sarà con Ivano Fossati
    (Chico Boarque, Ivano Fossati)
  3. Cuore di cane
    (Francesco De Gregori)
  4. La giostra della memoria
    (Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone)
Lato B
  1. Le canzoni
    (Enrico Ruggeri, Piero Fabrizi)
  2. Gli amanti
    (Enrico Ruggeri, Riccardo Cocciante)
  3. Ascolta l’infinito
    (Enrico Ruggeri, Piero Fabrizi)
  4. Lunaspina
    (Ivano Fossati)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.