Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare
Novant’anni in cinque, un’età media di diciotto anni, per la band emiliana il successo è arrivato improvvisamente ed impetuosamente, senza alcuna aspettativa, per quella che possiamo considerare la loro prima e unica opera discografica. Prima di addentrarci nei meandri di questo lavoro, è doveroso sottolineare la collocazione storica a cavallo tra i due millenni, in particolare alla fine di un decennio in cui si era tornati ad uno spirito melodico e tematico simile a quello degli anni ’60. La musica italiana aveva ripreso a volare dopo la battuta d’arresto avvenuta prima con la disco music e poi con la dance, seppur influenzata da richiami anglosassoni e statunitensi.
Questo è un elemento da prendere in considerazione, altrimenti si rischia di non comprendere l’epocale importanza di un disco come “Squérez”, fortemente ancorato per argomentazioni al proprio momento storico-sociale, come è avvenuto anche per gli album degli 883 o per i film di Carlo Verdone. Non si può comprendere un disco, un film o un libro se non si tiene conto del periodo in cui è stato partorito.
Tutto nasce per caso, proprio come “50 special”, singolo di lancio che si è fatto ascoltare e ballare per tutta l’estate. Da un semplice giro sulla vespa, il gruppo prende gradualmente il volo, a piccoli passi scala le classifiche fino a diventare un vero e proprio fenomeno, quello che volgarmente oggi potremmo definire “tormentone”, ma che in realtà a quei tempi assumeva un valore e un significato completamente diverso.
Giusto evidenziare anche questo, perché “Squèrez” è un disco generazionale, che può essere compreso appieno solo da chi ha fatto parte di quella stagione predigitale, da chiunque abbia giocato col Tamagotchi, soffiato nella cannuccia del Crystal Ball, indossato almeno una volta un paio di Lelli Kelly o di Bull Boys, a seconda del sesso. Un discorso simile a quello che abbiamo fatto per “T’appartengo“ di Ambra Angiolini, altro disco culto che quest’anno ha celebrato il suo primo venticinquennale.
Dalla loro parte i Lùnapop hanno il merito di rappresentare un caso isolato nella discografia italiana, perché non sono stati una boy band, eppure erano dei ragazzini che giocavano a fare i grandi, sentendosi un vero e proprio gruppo. Col senno di poi possiamo affermare che lo sono stati, perché di musica ne hanno suonata davvero, aggiungerei pure con strumenti veri.
Quindi non starei troppo né a demonizzarli né a glorificarli, hanno fatto il loro e lo hanno fatto pure bene, alla stregua di band che magari non hanno raggiunto i loro stessi risultati. Il segreto? Trattare l’amore senza retorica e parlare di argomenti comuni, in cui ognuno di noi ci si può rivedere e immedesimare, questo spiega il successo di Ultimo, Gazzelle, Tommaso Paradiso e tutte le nuove promesse che arriveranno nel prossimo futuro e che, in un modo o in un altro, saranno imparentate con quanto cantato e suonato in passato, “Squérez” compreso.
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Squérez | Tracklist e stelline
- Qualcosa di grande
(Cesare Cremonini) - Un giorno migliore
(Cesare Cremonini) - 50 Special
(Cesare Cremonini) - Resta con me