A un mese di distanza dall’inizio della kermesse canora, non si placa la lunga stagione delle polemiche
Salvo ulteriori e clamorosi sviluppi pandemici, tra un mese a quest’ora la 72esima edizione del Festival di Sanremo si appresterà a vivere le sue fasi conclusive. Naturalmente la questione sanitaria ci preoccupa e ci tiene sulle spine, a prescindere dalla kermesse stessa. Quando ci sembrava di aver superato la fase più critica, ecco come l’incubo-Covid è tornato prepotentemente a farci visita con il preoccupante aumento dei contagi.
Dopo lo sciame di giudizi e critiche che ha colpito Amadeus sin dall’inizio del suo primo mandato, le polemiche attorno alla manifestazione da lui organizzata non si placano di certo, nonostante lui stesso abbia dimostrato più volte di sapere il fatto suo, rispondendo sempre con abnegazione e con il proprio lavoro, mediante scelte che hanno premiato in termini di ascolti e di vendite.
Al centro della bufera questa volta c’è Gianni Morandi. Il cantante bolognese ha pubblicato per sbaglio sui social alcuni istanti di un making of di “Apri tutte le porte“, brano, scritto da Jovanotti e prodotto da Mousse T, che segna il ritorno dell’ugola di Monghidoro sul palco dell’Ariston a ventidue anni di distanza dall’ultima partecipazione in gara e a dieci anni dalla sua conduzione.
Il video, pubblicato per errore e subito rimosso, ha già fatto il giro del web al punto che, siti e quotidiani, hanno titolato di una possibile squalifica. In base al regolamento ufficiale, le canzoni in gara al Festival devono restare necessariamente inedite fino all’inizio della kermesse. Per questa ragione vale la pena scomodare alcuni precedenti e tirate in ballo situazioni più o meno analoghe.
Rischio squalifica? Ecco i precedenti
Partiamo dagli episodi più recenti, che hanno riguardato l’amministrazione di Amadeus. Il primo è il più celebre. Quello dello scorso anno, quando Fedez postò (sempre per sbaglio) su Instagram sette secondi del brano presentato in coppia con Francesca Michielin. Il secondo ha a che fare con Riki e con un frammento della cover de “L’edera” apparsa nelle stories poco prima dell’edizione 2020. In entrambi i casi, la Rai non prese alcun provvedimento. La motivazione fu la ridotta durata dell’audio tale a garantire il requisito di novità richiesto dal regolamento.
In passato, le azioni più drastiche sono spesso state prese nel corso del Festival, quando i giochi erano già iniziati e sempre in circostanze piuttosto differenti dal “caso-Morandi”. Partiamo dalla squalifica di Riccardo Sinigallia del 2014 con “Prima di andare via“. Il cantante aveva già eseguito dal vivo il brano in occasione di un evento di beneficenza. Altra esclusione che fece parecchio rumore fu quella del 2008 di “Musica e parole“ di Loredana Bertè. In quel caso il fatto era dovuto alla parte musicale praticamente identica ad un pezzo già pubblicato vent’anni prima e firmato sempre dallo stesso autore, Alberto Radius.
Tra gli altri episodi similari è bene citare l’affaire Meta-Moro, vincitori del Festival 2018 con “Non mi avete fatto niente“. Il brano era parzialmente già edito e mai commercializzato, proposto da altri artisti al Sanremo Giovani di due anni prima con il titolo “Silenzio“. D’altronde il regolamento dell’epoca prevedeva un utilizzo di un campione già edito, che non superasse il 30% della struttura globale del brano.
Vicenda analoga riguardò nel 2006 “Che bella gente“ di Simone Cristicchi. L’artista romano restò in gara nonostante il pezzo fosse stato inciso dieci anni prima dalla co-autrice Momo con testo parzialmente diverso e con il titolo di “Embè“. Grandi polemiche e nessuna esclusione anche per Paola e Chiara che, loro malgrado, nel 2005 si ritrovarono in rete l’intero ritornello di “A modo mio“.
Situazione affine anche per la coppia D’Alessio-Bertè. Nel 2012 la loro “Respirare“ fu annunciata come singolo prima ancora della conferma in gara, con un breve estratto pubblicato sul sito del musicista partenopeo, poi subito rimosso. Che dire di “Napoleone azzurro“ dei Grandi Animali Marini? In gara tra i giovani nel 2007, integralmente online già qualche giorno prima del loro debutto.
Esclusione di lusso anche per Ornella Vanoni nel 1996. La sua “Bello amore“ fu ritirata a pochi giorni dall’inizio dalla manifestazione per un appurato caso di plagio, mentre “Me gusta il movimento“ di Jo Squillo, era stata fatta fuori dal cast definitivo di Sanremo 1992 perché eseguita dal vivo dalla stessa cantante in alcuni suoi concerti.
E io mi fermerei qui, perché più indietro andiamo e più ci allontaniamo dalla questione che riguarda oggi Gianni Morandi. A seconda delle varie organizzazioni, nel tempo si sono presi provvedimenti differenti per situazioni anche simili tra loro, com’è normale che sia. Ognuno da una propria linea: i fatti avvenuti in passato dovrebbero aiutarci a comprendere, non certo a puntare il dito.
La linea di Amadeus è chiara, se consideriamo i due precedenti (Riki e Fedez-Michielin) che lo hanno riguardato in prima persona. In più, con il trascorrere del tempo e l’evoluzione tecnologica, bisogna considerare certi intoppi, legati all’errore umano oppure, cosa che finora non è ancora accaduta, anche ad una volontà di danneggiare un artista ad opera di qualche “simpatico” attacco-hacker.
Viviamo in un’epoca estremamente fluida e digitale. Un’esclusione sarebbe da ritenere giusta solo nel caso in cui l’artista fosse consapevole e colpevole della divulgazione di un frammento della sua canzone. Come una specie di harakiri alla Morgan. D’altronde questo è un discorso che potrebbe riguardare moralmente chiunque, a prescindere dal blasone della carriera o dal numero dei follower.
Eliminare un artista dalla kermesse per un motivo del genere creerebbe un pericoloso precedente. Immaginate cosa potrebbe accadere il prossimo anno: in gara c’è Pinco Pallino che mi sta profondamente sulle scatole, io che mi ritrovo nella possibilità di poterlo danneggiare… cosa faccio? Se posso, non ci penso mica due volte! Diventerebbe quasi una caccia alle streghe iper-tecnologica.
Certo è che, in un’epoca profondamente segnata dai social network, tutto questo va a scoperchiare una situazione che si sarebbe potuta prevedere e regolamentare per tempo. Più passano gli anni e più sarà complicato poter garantire il riserbo sull’originalità dei brani fino alla loro esecuzione. I file musicali, oggi come oggi, viaggiano tranquillamente nell’etere e sugli smartphone, senza una reale protezione.
Il ruolo dell’informazione
Il ruolo di chi fa informazione in questi casi quale dovrebbe essere? Riportare i fatti, possibilmente senza alterarli, stuzzicando una riflessione su quanto possa incidere realmente questo genere di spoiler sul corretto svolgimento di una gara di canzoni. Quale danno potrebbe apportare al resto dei partecipanti la mancata esclusione di un brano postato in parte e per errore?
Bisognerebbe realizzare delle analisi, piuttosto che cogliere la palla al balzo per innescare l’ennesima polemica acchiappa-click volta a mettere alle strette chi, poi, dovrà prendere la decisione finale. Ma quale può essere la posizione di un direttore artistico che ha prima invitato un cantante e poi, con coscienza, ha selezionato la sua canzone tra oltre trecento proposte?
In un momento delicato come questo bisognerebbe concentrarsi su altre cose. Al massimo si potrebbe dare spunti positivi e costruttivi, senza criticare di continuo l’operato in mancanza di altre soluzioni a portata di mano. Ci stiamo tutti abituando a questo reiterato e pericoloso “puntare il dito”, senza considerare le reali conseguenze di ciascuna azione, per il puro gusto di sentirsi “contro”.
Secondo qualcuno, in questo caso, è stato violato il regolamento? Bene, anziché sprecare inchiostro e consumare la propria tastiera, che la parte lesa si faccia avanti (sempre ammesso che esista) e proceda con criterio richiedendo ufficialmente un’indagine a riguardo, magari attraverso le sedi opportune. Ricordiamoci sempre che si tratta di episodi che potrebbero accadere nel quotidiano ad ognuno di noi.
Immaginate di pubblicare per sbaglio sui social un vostro contenuto privato. Un errore si può purtroppo commettere. In quel caso sareste una parte danneggiata, non certo qualcuno da mettere alla gogna o che merita di essere punito. L’augurio è quello di tornare un po’ tutti con i piedi per terra, perchè i social ci stanno portando a perdere lucidità e umanità. Usiamoli, ma non lasciamoci usare.
La nota stampa della Rai
A mettere un punto sull’intera questione, ci ha pensato Mamma Rai che, questa mattina, ha divulgato la seguente nota stampa in cui viene confermata la presenza in gara di Gianni Morandi.
«In merito alla diffusione involontaria del brano di Gianni Morandi, in gara al 72mo Festival della Canzone di Sanremo, la Direzione artistica in accordo con Rai1 non ritiene di dover escludere la suddetta canzone perché si è trattato di un puro inconveniente tecnico, dovuto alla necessità di Morandi di portare un tutore alla mano destra, che ha subito diversi interventi a seguito dell’incidente occorsogli alcuni mesi fa. L’impedimento al movimento della mano ha determinato l’errore per cui Morandi ha messo in rete il back stage che stava vedendo privatamente. Morandi non è mai ricorso a social media manager per la gestione del suo profilo Facebook e ha quindi commesso l’errore tecnico sopra menzionato. Restano quindi in gara la canzone e l’artista Morandi».
Fine della storia. Morale della favola? Uno su mille ce la fa… ma quanto è dura la salita…!
Il commento di Gianni Morandi
Nico Donvito
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