Il quarto e ultimo atto della carriera di uno dei cantautori più iconici e amati del nostro paese
Dopo il successo degli anni ’80 e il rinnovamento dei ’90, ecco che anche per Antonello Venditti il nuovo millennio rappresenta una sfida importante: rimanere al top senza snaturarsi e perdere credibilità. La vittoria del cantautore romano, arrivato oggi a 70 anni e con quasi 50 anni di lunga e fortunata carriera, coincide proprio con la capacità di essere riuscito a rimanere un punto di riferimento plurigenerezionale, pur senza voler apparire “rinnovato” o giovane a tutti i costi.
Il cantautore romano ha saputo cogliere al meglio i momenti d’ispirazione, limitando album e inediti ma continuando a puntare forte sull’attività live, non a caso sempre sostenuta dall’intramontabile successo dei suoi brani più famosi. E’ così che ancora oggi le sue hit rimangono conosciutissime anche dal pubblico più giovane, ed è così che ai suoi concerti non si trova solo il pubblico cresciuto con lui, ma anche tutto quello educato o rieducato dalla sua musica.
In ogni caso anche gli anni 2000 per Antonello Venditti coincidono con l’arrivo di numerosi nuovi successi a partire, nel 2003, dall’album Che fantastica storia è la vita, in cui il cantautore ritrova linfa e vena poetica tornando a parlare al cuore della gente e soprattutto tornando a duettare con Francesco De Gregori nel brano Io e mio fratello. Un disco che sarà seguito da un lunghissimo tour dal quale verrà estratto il disco live Campus Live e, successivamente, una raccolta dal titolo Diamanti.
Passano così quattro anni (tempo che diventerà uno standard per la pubblicazione di album in studio in questo periodo), prima dell’arrivo del nuovo album Dalla pelle al cuore, promosso dal successo dell’omonimo singolo e dalla solita capacità narrativa dell’artista che, come in passato, torna a descrivere il mondo tramite racconti e metafore, riuscendo ad arrivare ancora al cuore della gente parlando d’amore e di sentimento, senza però rifiutarsi di dedicare versi anche ad argomenti più delicati, come nel caso del brano Tradimento e perdono, dedicata all’amico scomparso Agostino Di Bartolomei.
Un onda di nostalgia in un mare di sentimenti, così verrebbe da descrivere la musica di Venditti dal ’72 ad oggi, così sarà anche per gli ultimi due lavori in studio dell’artista: Unica (2011) e Tortuga (2015), entrambi capaci di riscuotere un buon successo grazie all’ottimo riscontro di pezzi quali Unica, Non so dirti quando e Ti amo inutilmente e con il secondo (Tortuga) che riporta Venditti a suonare allo Stadio Olimpico nella sua Roma.
Gli ultimi anni, costellati da numerose raccolte live e in studio, coincidono con la volontà dell’artista di continuare a donare al pubblico il suo talento e la sua voglia di raccontare e raccontarsi ancora. Così anche l’evento del quarantesimo anniversario dell’album Sotto il segno dei pesci, nato come un singolo concerto all’Arena di Verona, si trasforma in un lunghissimo tour al quale tuttora continuano ad aggiungersi date su date confermando l’amore e l’ammirazione che la gente continua a provare per uno dei cantautori più talentosi nel panorama della musica italiana.
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