Guida all’ascolto del settimo album di inediti del noto cantautore di Latina, intitolato “Accetto miracoli”
L’attesa è finita, per gli amanti della musica di Tiziano Ferro il countdown era iniziato circa un anno fa, quando lo stesso artista aveva annunciato la data d’uscita di “Accetto miracoli“ e la collaborazione con Timbaland, pluripremiato producer statunitense che ha lavorato con alcune delle più grandi popstar mondiali. Dodici inediti in scaletta, per un lavoro che mette insieme le molteplici anime del cantautore di Latina, le stesse che abbiamo imparato a conoscere nel corso di questi diciotto anni di carriera e che in questo progetto vengono fuori in maniera ancora più evidente.
“Accetto miracoli” è un manifesto maturo e coscienzioso, che mescola l’attitudine introspettivo-emotiva tipica di Tiziano Ferro ad elementi innovativi, per certi versi inediti, che segnano un netto passaggio da ragazzo a uomo. L’ascolto si apre con “Vai ad amarti”, il brano più “timbalandiano” di tutti, che mette in contrasto la ricerca e la sperimentazione sonora con una poetica autorale ormai consolidata e ben rodata, la stessa che viene messa in risalto tra le righe e le note di “Amici per errore”, prodotta da Davide Tagliapietra e composta a sei mani con Massimiliano Pelan e Francesco Gramegna, un brano che al primo ascolto suona già come un grande classico.
La vera sorpresa del disco si intitola “Balla per me”, una canzone nata per spiazzare, impreziosita dal duetto con Lorenzo Jovanotti, che in questo pezzo ci sta come il cacio sui maccheroni. Un brano che dividerà sicuramente, molto più di qualsiasi altra traccia, forse perché è la più distante e la più insolita, soprattutto rispetto a quanto proposto sino ad oggi. Eppure funziona in tutta la sua spensieratezza e, con ogni probabilità, farà parte della colonna sonora della prossima estate. Azzeccati ed evidenti i richiami anni ’90, con sonorità che rievocano gli anni d’oro di Fiorello, per la precisione quello dell’album “Spiagge e lune”. Insomma, chiudi gli occhi e ti ritrovi a pogare ringiovanito di venticinque anni.
Si prosegue con “In mezzo a questo inverno”, prossimo singolo annunciato che vede, per la prima volta, la produzione curata in prima persona da Tiziano Ferro, protagonista a 360 gradi di una canzone sentita e parecchio autobiografica, che prende spunto dalla perdita di sua nonna Margherita per affrontare la delicata tematica della mancanza e del distacco. Il risultato è pura emozione ma, si sà, sulle ballad difficilmente Tiziano sbaglia. E’ il turno di altri due pezzi prodotti dal trio composto da Timbaland, Angelo Lopez e Federico Vindver, vale a dire “Come farebbe un uomo” e “Seconda pelle”, la prima composta insieme ad Emanuele Dabbono e la seconda in coppia con Giordana Angi.
E’ ancora tempo di ballate con “Il destino di chi visse per amare”, scritta con Sergio Ciccarelli, una meravigliosa dedica d’amore, sentita e commovente. Si continua con il ritmo black de “Le 3 parole sono 2“, l’interessante ed elettrica “Un uomo pop“ e la delicata “Casa a Natale”, una traccia che rievoca la magia di uno dei periodi più caratteristici dell’anno, ma senza ostentarne gli eccessi, bensì evidenziandone la profondità, il tutto impreziosito da un leggero scampanellio nello special e dal carico emotivo tipico sia della penna di Tiziano che di quella di Giordana. Infine, l’ascolto si chiude con i due singoli apripista, ossia “Buona (Cattiva) Sorte” e la title-track “Accetto miracoli“.
Un lavoro completo, per certi versi tradizionalista e per altri fuori dagli schemi, positivo sia nei contenuti che nei messaggi dispensati, più di qualsiasi suo passato progetto. Rispetto al precedente “Il mestiere della vita“, si avverte una forte crescita e una maggiore consapevolezza, la voglia di lasciarsi andare al dolore e all’allegria, con lo stesso trasporto e la stessa intensità. Da ragazzo Tiziano Ferro si fa uomo, prendendosi tutta la responsabilità di scelte coraggiose, in primis il cambio di produzione, che sembra avergli donato una nuova primavera artistica. “Accetto miracoli“ è il suo disco più speranzoso e spirituale, che lo spinge per la prima volta a rischiare, ad osare dirigendosi verso nuovi territori, senza più navigare a vista nelle agitate acque di una zona di comfort. Un album in cui convivono sia i bassi che gli alti, perché a ‘sto giro si piange e si poga.
© foto di Giovanni Gastel Generica
Nico Donvito
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