lunedì 25 Novembre 2024

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Mina e l’incanto struggente e senza tempo di “Volevo scriverti da tanto”

A partire da venerdì 9 marzo, l’artista lancia il singolo apripista del suo nuovo progetto discografico

MinaArchiviata la preziosa collaborazione con Adriano Celentano, la tigre di Cremona torna a ruggire, ricordando (a tutti coloro che si fossero messi in ascolto soltanto adesso) che è lei la regina indiscussa della nostra amata musica leggera italiana. Si intitola Volevo scriverti da tanto il brano che rompe il silenzio discografico di Mina, icona e artista che non ha bisogno certo di presentazioni. Una ballad acustica, per certi versi minimale, che mette in risalto tutta la delicatezza e la potenza vocale di una delle nostre più lodate interpreti.

Composta a quattro mani da Moreno Ferrara e Maria Francesca Polli, prodotta e arrangiata dal figlio Massimiliano Pani, la canzone dimostra quanto sia indispensabile, oggi, prendere spunto dal passato per continuare a realizzare pezzi che possano emozionare ancora il pubblico perché, in fondo, l’obiettivo finale di chi fa musica deve essere questo, non certo quello di finire in cima alle preferenze del business plan annuale di una qualsiasi multinazionale discografica. Un testo credibile, a tratti sussurrato e non urlato, come in alcune delle sue ultime produzioni, un’interpretazione che richiama le sue migliori ballate anni ’70, grazie ad un arrangiamento raffinato e scarno, che esplode sul finale nel graffio rock di una chitarra elettrica. Una canzone d’altri tempi, nel senso buono del termine, che dimostra come certe voci autentiche e certe sonorità struggenti possano essere considerate ancora contemporanee ai giorni nostri, suscitando incanto e commozione in maniera trasversale. Insomma, Mina è Mina e le parole si sprecano, spazio agli applausi.

Volevo scriverti da tanto | Audio

Volevo scriverti da tanto | Testo

Volevo scriverti da tanto
ma poi ste cose non le fai
e dirtelo da troppo tempo
così che non l’ho fatto mai
se sono matta o no
puoi ascoltarmi tra le pieghe
di un cielo ancora più blu

Volevo dirti che io
io canto ancora di te
eppure se a modo mio
sono cattiva con me
volevo dirti che anche io
non so più a chi credere
e ho litigato con dio
che non mi parla da un po’

Volevo dirti che io
avrò bisogno di te
ho fatto pace con me
per sempre ci sono notti in cui la notte
è troppo lunga anche per me
ho lasciato dentro un caffellatte
ogni mio stupido perché
il bello è proprio lì
che quando si fa duro il gioco
un’altra emozione è già qui

Volevo dirti che io
avrò bisogno di te
adesso che a modo mio
ho fatto pace con me
volevo scriverti e poi
poi tutto il resto già lo sai
volevo scriverti ma
lo faccio adesso se vuoi
volevo dirti che io
io canto ancora di te
eppure se a modo mio
ho fatto pace con me
per sempre

Volevo dirti che anche io
non so più a chi credere
e ho litigato con Dio
che non mi parla da un po’
volevo scriverti da tanto
scusa se non l’ho fatto mai

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.