lunedì 25 Novembre 2024

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“Miele”, il retrogusto dolceamaro di Giusy Ferreri – RECENSIONE

La cantante lombarda si presenta nuovamente al Festival di Sanremo con “Miele“, un brano dallo spirito passionale e retrò

Quarta presenza festivaliera per Giusy Ferreri, che in passato aveva partecipato con “Il mare immenso” nel 2011, “Ti porto a cena con me” nel 2014 e “Fa talmente male” nel 2017. A cinque anni di distanza dal suo ultimo passaggio in Riviera, torna a Sanremo 2022 con alle spalle un bagaglio di hit e tormentoni che hanno spopolato nel corso delle ultime stagioni estive.

Seppur tra gli autori può vantare le firme di Davide Petrella, Takagi & Ketra e Federica Abbate, “Miele” è un brano pop che si discosta dalle produzioni di stampo balneare, profondamente passionale e volutamente retrò. Un ritorno alle origini per l’ugola di Abbiategrasso, che riabbraccia quelle stesse sonorità nostalgiche e vintage che hanno contraddistinto i suoi esordi con “Non ti scordar mai di me”.

A metà strada tra un tormentone romantico-latino e un bolero tratto dalla colonna sonora di un film di Pedro Almodóvar, il brano mette in risalto sia il graffio che la particolare timbrica della cantante, che dal vivo si giocherà le carte del pathos e dell’emotività. Il testo racconta la fine di una storia d’amore, in maniera più sensuale che struggente.

Quando pensiamo di riuscire facilmente a tagliare i ponti con il passato, è proprio in quel momento che ci confrontiamo con le nostre fragilità ed anche la lama più tagliente può avere un sapore dolce all’apparenza, ma dal retrogusto amaro. Tutto questo è “Miele”, brano che ci restituisce una Giusy Ferreri nella sua dimensione ideale, con echi provenienti da un passato mai dimenticato.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.