domenica 24 Novembre 2024

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Mina a Sanremo 2020? Un sogno che parte da molto lontano

E’ cominciato il toto-direttore artistico della 70esima edizione del Festival, tra i rumors la Tigre di Cremona

Il verdetto finale della 69esima edizione del Festival di Sanremo ha scatenato non poche polemiche, si è parlato di voto anti-sovranista, di affronto al televoto e al pubblico da casa, in realtà le classifiche hanno dimostrato esattamente il contrario, così come i dati estrapolati dalle visualizzazioni su YouTube e dagli stream di Spotify, oltre che i numeri relativi ai passaggi radiofonici. Il vincitore Mahmood ha in poco tempo messo d’accordo tutti, di fatto Soldi è il brano più venduto e cliccato dall’ultima annata della kermesse ligure.

Per il 2020 l’intero sistema di voto dovrà comunque essere soggetto ad un’accurata analisi, il meccanismo necessita qualche accorgimento, questo è certo. Tutto il resto, invece, è un grosso punto interrogativo, compreso il nome del nuovo organizzatore che brancola ancora nel buio, soprattutto dopo l’ormai certa mancata riconferma di Claudio Baglioni e il possibile forfait di Carlo Conti. Se per quanto riguarda la conduzione tutte le strade sembrano portare ad Amadeus (probabilmente con una folta squadra al suo fianco per una settantesima edizione celebrativa e corale) è piena caccia al nuovo direttore artistico.

Nelle ultime settimane è trapelata una fantasiosa e suggestiva ipotesi, si è parlato di un possibile coinvolgimento nientepopòdimeno che di Mina, come ammesso dal figlio Massimiliano Pani in una recente intervista. Successivamente la Rai ha confermato l’interesse, le fasi di negoziazione pare siano già in corso e quella che sembrava inizialmente un’utopia potrebbe concretizzarsi perlomeno in una trattativa.

Sono passati quarant’anni dall’addio alle scene delle Tigre di Cremona (qui il nostro articolo a riguardo), una scelta dettata dal difficile rapporto con la sovraesposizione e il successo, passato anche per la città dei fiori. L’artista lombarda, infatti, ha partecipato due volte al Festival della canzone italiana: nel 1960 con i pezzi “E’ vero” e “Non sapevo” e nel 1961 con “Le mille bolle blu”. Proprio in quest’ultima occasione, la cantante (accreditata dalla stampa come favorita della vigilia) viene colpita una crisi di pianto al punto da lasciare il palco in lacrime a metà canzone dopo aver perso completamente la voce a seguito di un acuto. Un brutto scherzo giocato dalla grande emozione, che portarono la cantante alla sofferta decisione di non rimettere mai più piede alla manifestazione, una promessa ancora oggi mantenuta a distanza di cinquantasei anni.

Da allora Mina si è presa la sua bella rivincita ricantando i brani sanremesi a sua maniera trasformandoli in grandi successi, superando spesso in classifica le versioni originali. Tra le numerose cover, ricordiamo: Nessuno di Wilma De Angelis, E se domani di Fausto Cigliano”,Tua di Julia De Palma, Quando dico che ti amo di Annerita Spinaci, La voce del silenzio di Tony Del Monaco,Dio come ti amo di Domenico Modugno, Amici miei di Nicola di Bari, L’amore ha i tuoi occhi di Bruno Filippi,Io che non vivo di Pino Donaggio, Se piangi se ridi di Bobby Solo, Una casa in cima al mondo di Claudio Villa, Il posto mio di Tony Renis,Che vale per me di Peppino Gagliardi, L’immensità di Don Backy, La musica è finita di Ornella Vanoni, Canzone per te di Sergio Endrigo, Deborah di Fausto Leali, Ma che freddo fa di Nada, Ancora di Eduardo De Crescenzo,Sarà per te di Francesco Nuti, Almeno tu nell’universo di Mia Martini, Cosa resterà degli anni ’80 di Raf,Fai la tua vita di Claudio Fiori e la splendida versione di Oggi sono io di Alex Britti.

https://www.youtube.com/watch?v=YArv4H21dSA

Negli anni il legame tra Mina e Sanremo è sempre stato viscerale, nel 1984 l’artista ha cantato la sigla d’apertura della kermesse “Rose su rose”, così come nella seconda edizione targata Paolo Bonolis nel 2009, dove appare in video sulle note della celebre “Nessun dorma” tratta dalla “Turandot” di Giacomo Puccini, fino all’ultimo triennio in cui ha prestato la voce per diversi spot pubblicitari Tim.

Al di là dell’ipotesi suggestiva e romantica, c’è da dire che la sua nomina a direttore artistico potrebbe sconvolgere gli equilibri dell’intero settore discografico perché, diciamocelo, è pressoché difficile mantenere un ruolo super partes in qualità di direttore artistico, ne sanno qualcosa i vari organizzatori che si sono succeduti nel corso dei decenni, è inevitabile che vengano fuori amicizie o preferenze.

Mina è forse l’unica che potrebbe garantire, in tal senso, la piena imparzialità, perché è lontano dalle scene da tempo, non ha legami particolari con artisti o addetti ai lavori e potrebbe garantire la piena onestà intellettuale per quanto riguarda la selezione delle canzoni. Difficile che qualcuno possa arrivare a lei per le solite e comprensibili pressioni, al massimo potrebbe squillare a ripetizione il cellulare del figlio Massimiliano ma non il suo.

La cantante ha sempre dimostrato la massima libertà artistica, specie nell’ultimo periodo, selezionando il proprio repertorio in totale autonomia, valorizzando anche giovani sconosciuti ed è l’unica artista, ad oggi, che permette l’invio di brani inediti attraverso il proprio sito internet minamazzini.it, ascoltando tutte le proposte che le vengono sottoposte, proprio come ci hanno raccontato in una recente intervista gli stessi Audio 2 che hanno composto per lei numerosi pezzi.

La possibile partecipazione di Mina a Sanremo 2020 è un sogno che parte da molto lontano, che attraversa i decenni e la storia del nostro Paese e che potrebbe garantire un’edizione di grande livello qualitativo, magari meno commerciale rispetto agli ultimi anni, ma sicuramente variegata proprio come la sua musica, infatti, l’artista è capace di passare da intense ballad struggenti come Volevo scriverti da tanto a brani decisamente più attuali come il duetto rap di Angeli e demoni in coppia con Mondo Marcio.

Nonostante Ornella Vanoni si dica contraria, l’idea di avere la regina della canzone italiana alla regia della 70esima edizione del Festival ci stuzzica e ci appare attinente alle sue competenze, alla sua carriera e al blasone della manifestazione giunta ad un traguardo così importante. Non ci resta che attendere i prossimi sviluppi, convinti che l’apporto umano e artistico che la cantante potrebbe donare alla kermesse sia decisamente di maggior impatto rispetto agli intermezzi dei recenti jingle pubblicitari.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.