Il mondo della musica italiana piange l’improvvisa scomparsa dell’artista romano, una vita vissuta a ritmo della sua batteria
Una notizia arrivata nella nottata, annunciata dai suoi amici e fedeli compagni di viaggio: Stefano D’Orazio ci ha lasciati, all’età di 72 anni, dopo una vita spesa per la musica, quella bella. Per ben cinquant’anni è stato una delle voci e delle firme dei Pooh, nonché l’unico batterista ufficiale, mai sostituito, nemmeno dopo la sua uscita di scena del 2009, interrotta nel 2015 in occasione della reunion realizzata per celebrare il loro cinquantennale di carriera.
Nato a Roma il 12 settembre 1948, si avvicina al mondo della musica sin da giovanissimo, militando in diverse band (The Kings, The Sunshines, I Naufraghi, The Planets, Pataxo and the Others, Il Punto). L’8 settembre del 1971, a pochi giorni dal suo ventitreesimo compleanno, entra a far parte dei Pooh, in seguito all’uscita di Valerio Negrini, che metterà da parte le bacchette per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Qualche anno dopo, Stefano si affiancherà a lui anche in veste di paroliere.
Tra i brani scritti nel corso degli anni, spiccano: “Buona fortuna“, ” Se c’è un posto nel tuo cuore“, “Stare senza di te“, “50 primavere“, “Buonanotte ai suonatori“, “Cercando di te“, “Quando lui ti chiederà di me“, “Dimmi di sì“, “Stai con me“, “E arrivi tu“, l’ironica “Dove sono gli altri tre“, “Cuore azzurro” (inno della Nazionale Italiana di calcio per i fortunati mondiali 2006), ma soprattutto “La donna del mio amico“, una delle canzoni più note e rappresentative dei Pooh.
Ha scritto pezzi anche per altri artisti, tra cui figurano i primi lavori di Alice, vincendo per ben due volte il Festival di Sanremo, aggiudicandosi come autore il titolo delle Nuove Proposte nel 1986 con “Grande grande amore” della sua ex compagna Lena Biolcati, oltre allo storico trionfo del 1990 con “Uomini soli”, la sua unica partecipazione in gara con la band. Longevo il suo impegno teatrale, per il quale ha composto i musical “Pinocchio”, “Mamma Mia”, “Aladin”, “W Zorro” e “Cercasi Cenerentola”.
https://www.facebook.com/PoohOfficial/posts/3678372652197559
Roby Facchinetti, Red Canzian, Dodi Battaglia e Riccardo Fogli, gli amici di sempre e per sempre, lo hanno omaggiato e salutato con un post congiunto apparso sui rispettivi profili social, poche parole sentite e commosse. In una nostra recente intervista, lo stesso Facchinetti ci ha raccontato del loro prolifico sodalizio e di come è nata “Rinascerò, rinascerai”, una delle canzoni più belle di questo disgraziato 2020, scritta durante il primo lockdown, in poco tempo e in piena emergenza.
«Questo brano ha provocato una serie di piccoli miracoli – ci ha raccontato Roby – in pochissime ore è arrivato in tutto il mondo, ad oggi ci sono state circa trenta traduzioni in lingue diverse. Tutti i proventi sono stati, e saranno anche in futuro, totalmente devoluti in favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che in quelle ore difficili non ha mai mollato. Per tutta questa serie di ragioni, sia io che Stefano, possiamo consideralo il più grande successo della nostra vita».
“Quando tutto sarà finito torneremo a riveder le stelle – recita il testo della canzone – la tempesta che ci travolge ci piega, ma non ci spezzerà. Siamo nati per combattere la sorte, ma ogni volta abbiamo sempre vinto noi. Questi giorni cambieranno i nostri giorni, ma stavolta impareremo un po’ di più. Abbracciati da cieli grandi, torneremo a fidarci di Dio”. Ciao Stefano, grazie per averci illuminato con il tuo passaggio. Niente e nessuno potrà mai fermare la tua/vostra musica.
Nico Donvito
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