Intervista al cantautore che ci presenta il suo nuovo brano
Oggi ho avuto modo di intervistare Michelangelo Giordano, con lui parliamo della sua musica, di ciò che racconta nei suoi testi. Ci conosciamo da vent’anni, forse anche qualcuno in più, ci siamo conosciuti ad un concerto di Gerardina Trovato, abbiamo sempre discusso di musica, è un piacere potere parlare con lui, della sua musica e far si che questa nostra ulteriore discussione prenda la forma di un’intervista. Ci sentiamo in occasione dell’uscita del suo nuovo brano “Mio fratello” che parla del caso Cucchi, il brano anticipa l’uscita in primavera del suo nuovo lavoro discografico, a distanza di cinque anni dal suo ultimo cd “Le strade popolari”.
Ciao Michelangelo, come stai? È da un po’ che non ci sentiamo, eccoci oggi qui a parlare della tua musica
<<Sono alla presa con la messa a punto del nuovo lavoro, in pubblicazione a maggio, intanto abbiamo estratto il brano “Mio fratello”, brano che vuole puntare l’attenzione su un caso giudiziario che mi ha sconvolto, mi ha soprattutto impressionato il non potermi fidare delle istituzioni, il non poterci fidare di chi dovrebbe proteggerci>>.
Com’è nata l’idea del brano?
<<Era una domenica pomeriggio, ho preso la chitarra, la melodia è venuta fuori da sola, ho subito pensato che fosse perfetta per raccontare la storia di Stefano, raccontare la battaglia fatta dalla sorella, è un brano di denuncia contro ogni tipo di violenza e abuso di potere>>.
Ho ascoltato la canzone e visto il video…
<<Non ero convinto del video, mi sono affidato a Francesca Suffanti che ha fatto un lavoro molto efficace, rendendo chiaro quello che avevo scritto nel testo>>.
Effettivamente le immagini del video chiariscono più esplicitamente si parli del caso Cucchi, cosa che dall’ascolto della canzone non è dichiarata in modo lampante.
<<Sì, perché la canzone volevo si potesse legare ad un tema non specifico, ma che parlasse poi di ingiustizia in genere>>.
A proposito di “ingiustizia”, a che punto è la tua causa contro quella commissione del Festival di Sanremo che qualche anno fa ha escluso in modo non chiaro la canzone con la quale stavi partecipando alle selezioni per la gara di Sanremo giovani?
<<Siamo quasi al punto di svolta, la questione è molto complessa, sono cambiati tanti giudici, ma in questo momento non ne posso parlare perché si attendono novità rilevanti>>.
Sai, non era per parlarne, ho letto molte cose su questo caso, le cose poi vanno come vanno, fortunatamente poi la musica è anche altrove.
<<È vero, ma quello era anche l’ultimo anno a cui potevo partecipare per limite di età, ormai è diventata una questione di principio, non hai idea di quante cose ha smosso questa cosa, a quante dinamiche, anche esterne alla musica, è legata la scelta di un brano>>.
Tornando al tuo lavoro, quando è prevista l’uscita del nuovo cd, sei ancora in sala di incisione? Quali sonorità mi devo aspettare in queste nuove canzoni?
<<Inizialmente pensavo ad ottobre scorso, l’album è già pronto da un po’, penso tra aprile e maggio, avrei già voglia di scrivere cose nuove, ma evito per non farmi prendere la voglia di aggiungere qualche traccia. Mentre con “Le strade popolari” ho pensato ad arrangiamenti più tradizionali, stavolta ho voluto sperimentare nuove sonorità, tradizione che incontra l’elettronica>>.
Allora intanto in bocca al lupo per Mio fratello e ci sentiamo presto per il nuovo lavoro che non vedo l’ora di ascoltare!
Antonino Muscaglione
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