sabato, Aprile 27, 2024

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Valerio Massaro: “Gli occhi di un bambino vedono con più trasparenza le cose” – INTERVISTA

IIntervista al cantautore palermitano che ha rilasciato il nuovo singolo

Come un bambino” è il titolo del nuovo singolo di Valerio Massaro, cantautore palermitano dal sound e timbro che richiamano la migliore musica degli anni ’90 in una chiave attuale. Il nuovo singolo anticipa un lavoro discografico più ampio di prossima pubblicazione. «È un brano» – dice lo stesso Massaro – «che tenevo nel cassetto pensando alla realizzazione di un nuovo album».

Contatto Valerio per un’intervista, lui mi fa una proposta che non posso rifiutare assieme con il regista Giovanni Mazzarà sta cercando un bambino che possa interpretare il ruolo del protagonista nel video, mi chiede se mio nipote Salvatore ha voglia di cimentarsi in questa avventura e lui, da bravo nipote di suo zio, accetta di buon grado. L’intervista si svolge durante i due giorni di ripresa.

Valerio e il suo staff al seguito passano a prendere me e mio nipote e danno inizio a quest’avventura, un pulmino bianco con alla guida uno spericolato Emilio che ci porta alla prima destinazione: il lago Poma, un luogo magico individuato dal regista che si trova in Sicilia fra Balestrate e Partinico, c’è una luce sfumata con un giallo predominante, siamo come immersi dentro un quadro di Van Gogh. Altre scene sono girate nell’instagrammato Porgo Parrini, un piccolo centro nei pressi di Partinico che ci riporta per via dei colori e dei materiali usati per rivestire le piccole case, con le dovute distanze, alle suggestive architetture di Antonio Gaudì a Barcellona, l’altro set è il terrazzo che si trova a fianco della Basilica Minore di Altavilla Milicia. Tra una ripresa e l’altra do il via all’intervista.

Com’è nata questa nuova canzone?

«“Come un bambino” è nata, come capita negli ultimi anni, in collaborazione con Leonardo (Battaglia, nda). Capita che lui mi fischietti, anche con un messaggio vocale, la melodia, un motivo o parte di una canzone, a me tocca il resto, scrivo la musica e il testo nasce da sé. Questa è una canzone che tenevamo nel cassetto da un po’ di tempo e che anticipa l’album che sarà pubblicato nel 2024. È una sorta di viaggio interiore, introspettivo, quasi onirico, parla di quel bambino che ciascuno di noi porta dentro e che inevitabilmente si perde quando si cresce. È un invito a ricominciare a sognare come un bambino e soprattutto ad apprezzare le cose più genuine e semplici della vita come: un cielo stellato, un’alba o un tramonto».

Nella tua descrizione pare ci sia il luogo che stiamo visitando, questo lago silenzioso, questo borgo colorato che ricorda quasi le costruzioni coi mattoncini con le quali giocano i bambini…

«Il set è stato scelto dal regista Giovanni Mazzarà, lui è molto attento a certe dinamiche, ci siamo capiti subito, forse perché anche lui è un artista. Mi ha proposto di venire qui, lui aveva sentito parlare di questo lago che in realtà non conoscevo, io gli ho dato carta bianca».

Questa canzone può essere definita come un dialogo sentimentale col proprio bambino interiore? C’è stata un’idea in particolare che ti ha spinto a scrivere questo testo? Sei partito prima dalla musica o dall’idea del testo?

«Direi proprio di sì, mi piace l’idea di questo dialogo interiore. Il testo è nato da sé. Leo aveva in mente questa melodia molto accattivante. Partendo da una prima stesura abbiamo cominciato a scrivere il testo. Io ho perfezionato la linea melodica, poi l’armonia ed è nata così. Pensa, due tre anni fa, nello stesso periodo stavamo scrivendo altri brani per il nuovo album. In genere noi partiamo prima dalla musica, all’inizio il testo è un po’ fittizio, poi pian piano la canzone comincia a prendere forma, non c’è una spiegazione particolare, probabilmente la musica, il tipo di atmosfera che riesce a creare, fa sì che venga fuori il testo. Sai, questa canzone mi rimanda un po’ all’idea del sogno, quasi la ricerca di una leggerezza che si ha da bambini. Gli occhi di un bimbo vedono con più trasparenza e maggiore stupore le cose che ci stanno attorno».

Quindi con questa canzone sei tornato bambino?

«No, non sono tornato bambino… io lo sono! (ride, nda) Scherzi a parte, io sono uno che ha ancora i giocattoli, vado pazzo per i modellini d’aereo, mi piace costruire gli aquiloni, faccio queste cose qua e non me ne vergogno!».

E perché dovresti? È giusto che ciascuno di noi torni a giocare come un bambino e tu lo hai fatto con la leggerezza e la potenza che metti nei tuoi brani, grazie per avermi raccontato questo brano e dei due giorni trascorsi assieme.

«Io ringrazio te, tuo nipote Salvatore che è stato bravissimo, Monica, tutti i bambini che sono venuti alla festa nel terrazzo del Santuario e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo lavoro. La musica aggrega, ci dà la possibilità di sognare, è una forma di comunicazione che serve per tenere unite le persone e credo che oggi ce ne sia bisogno più che mai».

Come un bambino | videoclip
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Antonino Muscaglione

Antonino Muscaglione, nasce a Palermo nel 1976. Da sempre appassionato di disegno, attento a dettagli, per altri, non rilevanti. "Less is more", avrebbe scoperto in seguito, diceva Mies Van Der Rohe. Consegue la Laurea in Architettura nella Facoltà d'Architettura della sua città. Vive in Lombardia, si divide fra progettazione architettonica e insegnamento. Denominatore comune delle sue attività è la musica, da sempre presente nella sua vita. Non può progettare senza ascoltare musica; non può insegnare senza usare la musica come strumento di aggregazione.
Antonino Muscaglione
Antonino Muscaglione
Antonino Muscaglione, nasce a Palermo nel 1976. Da sempre appassionato di disegno, attento a dettagli, per altri, non rilevanti. "Less is more", avrebbe scoperto in seguito, diceva Mies Van Der Rohe. Consegue la Laurea in Architettura nella Facoltà d'Architettura della sua città. Vive in Lombardia, si divide fra progettazione architettonica e insegnamento. Denominatore comune delle sue attività è la musica, da sempre presente nella sua vita. Non può progettare senza ascoltare musica; non può insegnare senza usare la musica come strumento di aggregazione.