Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare
Dopo aver celebrato i trent’anni di “Cosa resterà…“ di Raf, di “Oro, incenso e birra“ di Zucchero, “Tutti i brividi del mondo“ di Anna Oxa, “Martini Mia…“ di Mia Martini e “Sono cose che capitano“ di Biagio Antonacci, oggi parliamo di un altro grande album datato 1989: “Di terra e di vento” della straordinaria Fiorella Mannoia, artista che quest’anno ha celebrato i venticinque anni di “Gente comune“ e i vent’anni di “Certe piccole voci“.
Reduce da due consecutivi premi della critica al Festival di Sanremo, nel 1987 con “Quello che le donne non dicono” e nel 1988 con “Le notti di maggio”, l’interprete romana si conferma una delle muse e delle voci preferite dai cantautori, una delle poche in grado di valorizzare testi così personali e introspettivi. Rilasciato il 28 novembre 1989, “Di terra e di vento” è prodotto da Piero Fabrizi, con arrangiamenti curati dal Maestro Fio Zanotti.
“Di terra e di vento” è un album da non perdere, perché al suo interno non troviamo due o tre singoli di successo e poi le cosiddette “tracce riempitive”, bensì otto canzoni di qualità eccelsa che consacrano a livello comunicativo Fiorella Mannoia, in tutta la sua profondità ed eleganza. Un lavoro cruciale per il suo percorso, che segna il definitivo passaggio nell’Olimpo della musica leggera italiana.
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Di terra e di vento | Tracklist e stelline
- Lato A
- Baia senza vento
(Ivano Fossati) - Oh che sarà con Ivano Fossati
(Chico Boarque, Ivano Fossati) - Cuore di cane
(Francesco De Gregori) - La giostra della memoria
(Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone)
- Lato B
- Le canzoni