venerdì 22 Novembre 2024

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Sanremo 2022, le pagelle della serata finale

Diamo i voti in diretta a tutte le esibizioni dell’ultima serata del Festival di Sanremo 2022

E’ arrivato il momento. Si alza il sipario sulla finale del Festival di Sanremo 2022! In questa ultima serata scopriremo il posizionamento nella classifica definitiva delle 25 canzoni in gara (qui la scaletta con l’ordine di uscita) e, soprattutto, il brano vincitore di questa edizione della kermesse. Noi e le nostre pagelle in diretta, però, ci siamo, come sempre!

(in aggiornamento)

Matteo Romano – Virale

E’ un Sanremo in crescita quello del giovane cantante piemontese che ha esordito con il peso della sua giovane età e della sua estrazione social da sopportare ma che è riuscito a farsi valere grazie ad interpretazioni sicure e precise di serata in serata. Il suo brano non è tra i migliori di questo Festival ma è indiscutibile che il suo interprete avrà occasione di crescere ancora tanto e trovare la propria strada. VOTO: 6

Giusy Ferreri – Miele

E’ stato l’ennesimo Sanremo al di sotto delle attese per la sempre originale Giusy Ferreri che dalla sua continua a conservare una voce riconoscibile ma che deve iniziare seriamente a lavorare sulla vendibilità del proprio prodotto che non è soltanto la sua musica ma anche la sua immagine. Pensare di poter prescindere dai social e da una comunicazione più spigliata per un’artista pop della sua generazione al giorno d’oggi è ormai pura utopia. La canzone comunque anche questa volta c’era e avrebbe meritato un riconoscimento maggiore per la prova di eleganza e maturità che ha saputo offrire. VOTO: 7

Rkomi – Insuperabile

Si è presentato alle porte di Sanremo 2022 come il campione del botteghino grazie ad un 2021 spettacolare sul piano delle vendite. Sul palco del Teatro Ariston ha offerto performance altalenanti non sempre all’altezza. La canzone tutto sommato c’è e lo rappresenta abbastanza fedelmente anche se talvolta ha saputo offrire scritture decisamente migliori. La sua vera sfida era quella di farsi conoscere ed apprezzare da un pubblico nuovo, più nazionalpopolare e ampio. Capiremo presto se c’è riuscito o meno. VOTO: 6.5

Iva Zanicchi – Voglio amarti

Una delle presenze che più ha soddisfatto il pubblico più maturo, da sempre fedele a Rai Uno, è anche una di quelle che ha maggiormente rispettato questa sua vocazione anche sotto il profilo musicale. La sua è una canzone che racconta di tradizione, di bel canto e di struttura sanremese. Iva fa pace con il Festival di Sanremo con una partecipazione che le ha regalato applausi e standing ovation pur senza ruoli di primo piano in classifica. La canzone è una classica canzone “alla Zanicchi” grazie ad un vitale elemento di passione e ad un approccio canoro figlio di tempi andati ma sempre possente. VOTO: 6.5

Aka 7even – Perfetta così

Canta bene Luca e in questo Festival lo ha dimostrato a chi fino ad oggi lo aveva etichettato semplicemente come un rapper o un figlio dei talent. La sua canzone funzionerà soprattutto nel post-Sanremo anche se non rappresenta il meglio di cui la sua penna è stata capace fino a questo momento. Esce da quest’edizione non come uno dei protagonisti ma indubbiamente come una bella realtà. VOTO: 6+

Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare

Il suo è indubbiamente il più bel testo di quest’edizione dal punto di vista della narrazione che riesce a creare nel suo svolgimento. Massimo Ranieri, dal canto suo, è l’interprete giusta per creare, con la propria teatralità, la sceneggiatura giusta per trasferirne agli ascoltatori la bellezza. Certamente la forma-canzone non è delle più moderne o fruibili dalle nuove generazioni ma quando ci si trova di fronte a così tanto mestiere e talento non si può che alzarsi in piedi ed omaggiare un grandissimo della nostra musica con una grandissima canzone. Spettacolare! Merita il premio della critica. VOTO: 8.5

Noemi – Ti amo non lo so dire

Sanremo di consacrazione per la rossa romana che ribadisce la sua rinascita artistica dopo l’ottima esperienza dello scorso anno affidandosi, questa volta, ad un brano difficile da eseguire dal vivo ma dal grande potenziale radiofonico. La sua voce rimane talvolta costretta in spazi serrati in una melodia che risente della scrittura di Mahmood ma nel ritornello trova la possibilità di farsi valere. Lei rimane una delle ugole al femminile più brave che attualmente abbiamo a disposizione e ogni volta che canta ne da una prova sublime lasciando chiunque coinvolto dalle sue performance. VOTO: 8

Fabrizio Moro – Sei tu

Un Sanremo conservatore per Fabrizio Moro che al Festival ha portato nuovamente una ballata emozionale dedicata al sentimento d’amore applicando il suo abituale modello autorale che tanta fortuna gli ha riservato. La penna di Fabrizio è sempre emozionante e coinvolgente ma in quest’edizione ha forse pagato lo scotto di un confronto difficile da reggere con la sua ultima “Portami via” che, sulle stesse frequenze tematiche, aveva saputo superare quel delicato filo sottile che divide il bello dal sublime. Stavolta è stato soltanto bello (anche se non è poco). VOTO: 7-

Dargen D’amico – Dove si balla

Il tormentone d’annata ha voluto fornirlo un Dargen d’Amico di mestiere che a questo Sanremo 2022 è arrivato da semi-sconosciuto ma con tanta tanta esperienza sulle spalle come autore e produttore di hit di ampia fama. Il suo testo ha unito attualità e voglia di libertà riuscendo a cogliere nel segno. E se il pubblico del Teatro Ariston balla non è difficile immaginare che lo farà anche l’Italia intera nei prossimi mesi. Leggerezza e orecchiabilità. Sembra facile ma non sempre lo è. VOTO: 7+

Elisa – O forse sei tu

La sua discesa all’Ariston ha assunto i contorni di una venuta angelica un po’ per la canzone messa in scena e un po’ per la portata di un nome ancora di primo livello disposto ad accettare il rischio della gara uscendo dalla logica delle superospitati più rassicuranti e convenienti. ‘O forse sei tu’ è un brano intenso, delicatissimo e sofisticato in cui la voce della friulana si adagia con una delicatezza eterea ed una perfezione quasi innaturale. I giochi paiono vederla fuori dalla possibilità di vittoria e, forse, addirittura del podio ma è chiaro che Elisa sia stata fin dal primo giorno fuori gara per la sua caratura artistica e per la qualità di un brano commovente dedicato alla voglia di vivere sempre e comunque. Meriterebbe la vittoria. VOTO: 9

Irama – Ovunque sarai

Festival di trasformazione ed intensità per Irama che dopo numerosi episodi soleggiati ed allegri è tornato finalmente a dar volume alla sua scrittura e alla sua voce. La canzone non è delle più facili da eseguire nè da cogliere eppure rimane una delle più impattanti e coinvolgenti. C’è da augurarsi che il suo percorso discografico possa ripartire da questo punto seguendo questa traiettoria per dare nuova linfa ad una musica che deve tornare ad incamerare maturità. VOTO: 8+

Michele Bravi – Inverno dei fiori

Intenso come spesso a dimostrato di poter essere nelle sue ultime produzioni. Poetico come molte volte è stato grazie ad una penna in maturazione e ad una squadra autorale affiatata ed affezionata al suo messaggio. Stavolta Michele si chiede quale sia il segreto della felicità e lo fa decantando un testo pieno di sfumature emozionanti e condivisibili. Alla canzone manca forse la giusta esplosione nell’arrangiamento ma per un ascolto emozionale si rivela essere assolutamente una chicca di questo Festival. VOTO: 8

La Rappresentante di Lista – Ciao ciao

Un Festival che ha voluto cambiare le carte in tavola rispetto ad un Sanremo 2021 che li aveva presentati una versione più tradizionale rispetto alla forma danzereccia ed irriverente che hanno scelto di adottare in questa loro nuova partecipazione. Veronica è un’ottima padrona del palcoscenico e questa serie di esibizioni ne sono la testimonianza più lampante. Del loro brano probabilmente si è sottovalutato il testo ricco di riferimenti di denuncia sociale e la complessità sonora di un arrangiamento che rende onore alla loro competenza musicale. La canteranno un po’ tutti godendo di una realtà musicale meritevole e multiforme che ci meritiamo di godere allungo. VOTO: 8.5

Emma – Ogni volta è così

Emma ha trovato in questo Festival di Sanremo una nuova spinta vitale per rilanciare la propria voglia di farsi portabandiera del pop italico pur frequentandolo attraverso sperimentazioni, ricerche musicali ed un vocabolario sincero ed impattante. Il suo brano è un manifesto perfetto della sua voglia di evolvere pur rimanendo fedele alla sua vocazione interpretativa potente, ad un canto di pancia e alla tematica dell’amore sincero e personale. VOTO: 8+

Mahmood e Blanco – Brividi

I due favoritissimi di quest’edizione della kermesse hanno stupito il pubblico puntando su di un brano delicato ed impattante piuttosto che su di una hit ritmata che potesse permettergli di mettere in mostra la loro vocazione contemporanea nei suoni. La loro scrittura è sicuramente una delle cose migliori dell’attualità musicale italiana ma in questo Festival hanno dimostrato di poter contare anche su due ottime vocalità e su di una carica interpretativa con pochi eguali grazie anche ad una presenza scenica preziosa. Puntano alla vittoria ma tutt’oggi la canzone pare più debole della loro bravura. VOTO: 8

Highsnob e Hu – Abbi cura di te

La loro coppia sulla carta ha pochi punti in comune e probabilmente la loro canzone risulta essere più un compromesso che la reale espressione di un minimo comune musicale tra le due esperienze artistiche singole. Cantano entrambi bene e con delicatezza l’importanza del volersi bene anche andando oltre la durata di un sentimento. Sicuramente hanno aumentato il proprio rendimento nel corso delle serate ma il brano non è tra i più forti in questa edizione pazzesca anche musicalmente. VOTO: 5

Sangiovanni – Farfalle

A Sanremo Sangiovanni ha portato se stesso: la sua scrittura, la sua energia e la sua voglia di una musica spensierata e fresca che coinvolga le masse puntando sulla semplicità e su ritmi trascinanti e ballabili. La galleria già la canta e la balla lasciando intuire che questo sarà sicuramente uno degli inni delle prossime settimane e, perchè no, forse anche di questo stesso Festival. Cercava un Festival che lo confermasse e forse anche lo rilanciasse. C’è da dire che lo ha trovato. VOTO: 7

Gianni Morandi – Apri tutte le porte

Anni sessanta, ritmo, energia e positività per un Gianni Morandi sempre trascinante e amato dal pubblico nazionalpopolare. Il risultato è un inno che è impossibile non canticchiare vista la scrittura facile che Jovanotti gli ha messo a disposizione per realizzare un tormentone che è cresciuto di serata in serata insieme al suo interprete. Il pubblico lo acclama ma la sua è ben lungi dall’essere la miglior canzone del lotto. Va bene canticchiarla ma poi bisogna premiare la qualità. VOTO: 6+

Ditonellapiaga e Rettore – Chimica

Un Festival in crescendo per una coppia esplosiva ed irriverente che ha conquistato il largo pubblico con un motivetto facile da canticchiare e condividere. Rettore rimane tutt’ora una bomba di energia, Ditonellapiaga ha dimostrato duttilità e capacità nel reggere il palco e nel non farsi mai offuscare dalla propria intrigante compagna d’avventura. La canzone c’è e in radio funzionerà continuando a conquistare chi dalla musica cerca ancora irriverenza. VOTO: 7

Yuman – Ora e qui

E’ cresciuto nel corso delle serate il bravo Yuman che ha una delle voci più soul di quest’edizione e una delle canzoni più sognanti, tecnicamente impegnative e sospese del lotto. Che il soul in Italia abbia sempre faticato eccessivamente ad affermarsi è un dato di fatto ma è anche vero che a Sanremo le belle voci hanno da sempre raccolto un sostegno ed un apprezzamento particolare. Yuman sfrutterà quest’esperienza per affinare ulteriormente le proprie capacità artistiche e per diffondere il gusto per una musica raffinata e di gusto. Il crescendo dal vivo è da applausi. VOTO: 7.5

Achille Lauro – Domenica

Tolta la prima serata per Achille questo è stato il Festival della misura e delle poche idee a partire da una canzone che ha dimostrato tutti i propri limiti guardando senza troppi misteri ad alcuni altri episodi della propria produzione. Il coro gospel ha indubbiamente aiutato Lauro a reggere con efficacia il peso di un brano che non ha mai saputo bene da che parte guardare. Ora si prenda una pausa e torni a concentrarsi sulla musica per trovare idee, spunti e originalità. VOTO: 6.5

Ana Mena – Duecentomila ore

E’ stato il bersaglio di gran parte delle critiche di questo Festival spesso in modo immeritato. In realtà Ana Mena canta con qualità una canzone che la rappresenta e che raccoglie tutto il suo contorno musicale e la cultura dalla quale proviene. Certo, il brano è leggero e disimpegnato ma su quel palco abbiamo ascoltato anche proposte peggiori e fuori contesto. Se si considera che, poi, tra soli pochi mesi saremo tutti pronti ad incoronarla nuovamente reginetta dell’estate si rinforza la convinzione che in questo Festival sia stata bersagliata per partito presa. Malgrado ciò la canzone rimane quel che è: un motivetto disimpegnato. VOTO: 5.5

Tananai – Sesso occasionale

Il fanalino di coda della classifica sembrava poter essere il miglior piazzato dei tre giovani di quest’edizione eppure ha buttato al Festival ogni possibilità con delle esibizioni spesso al limite per quanto riguarda l’intonazione. Il brano avrebbe in sè anche alcune delle caratteristiche essenziali per convincere la dimensione radiofonica tra cui un ritornello di facile orecchiabilità. Peccato sia stato il suo stesso interprete a tagliare le ali alla sua canzone. VOTO: 4

Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia

Una proposta fuori dal coro quella di Giovanni Truppi in questo Festival massicciamente direzionato al gusto nazionalpopolare. Il suo, a leggerlo, era uno dei testi più belli tra quelli in gara. A penalizzarne la resa è probabilmente una forma-canzone vicina a quella dei cantastorie e che, di conseguenza, risulta difficile da assimilare per un pubblico abituato al tutto e subito. Anche nelle canzoni. E’ questione di abitudine. E forse noi non siamo più abituati. VOTO: 5/6

Le Vibrazioni – Tantissimo

Il rock nell’edizione del Festival del post-Maneskin passa attraverso la proposta de Le Vibrazioni che, rispetto alle loro ultime partecipazioni alla kermesse, hanno raccolto meno di quanto ci si sarebbe potuti aspettare alla vigilia. Forse il pubblico italiano ha già voglia di voltare pagina e la passione sfrenata per il rock è già potenzialmente tramontata. La canzone infondo c’è e dal vivo ha un’indiscutibile valore indiscutibile. Diciamo che è stato un incidente di percorso. VOTO: 6+

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.