Il nostro personale bilancio musicale delle canzoni che hanno spopolato negli ultimi dodici mesi
Un altro anno se ne va, portando via con sé un quantitativo ingente di canzoni. In un 2021 atipico in continua contrapposizione tra sofferenza e ripresa, il ruolo della musica è stato oltremodo fondamentale, per cercare di alleviare le pene e le preoccupazioni di una situazione logorata dai disagi della pandemia. Proprio come avvenuto nel 2018, nel 2019 e nel 2020, vi proponiamo la nostra consueta top 50 dei brani più belli di questo 2021, tra sorprese e immancabili conferme, basata esclusivamente su un’inoppugnabile preferenza soggettiva e personale.
50. Comincia lo show – Modà
Un’invettiva contro i leoni da tastiera, coloro i quali si nascondono dietro uno schermo per esternare un dissenso che, molto spesso, assume più le sembianze di una frustrazione. Con la sua penna Kekko si mostra sempre abile nel raccontare storie, alternando acume e delicatezza. Se è vero che il 2021 non sarà ricordato come l’anno del ritorno dei Modà, il loro ultimo album “Buona fortuna – Parte prima” è un raro esempio di coerenza musicale, in un mondo che spesso ci invita a snaturarci in virtù dell’omologazione. |
49. I bei momenti – Gianluca Grignani
Introspezione e sarcasmo, due degli elementi tipici della poetica di Gianluca Grignani, che ritroviamo in questo bel singolo, un brano ben riuscito, ma che non ci esorta a gridare al miracolo. Tra genio e sregolatezza, la carriera del cantautore milanese ha alternato momenti di altezza musicale con altri di discutibile fattura, specie negli ultimi tempi. Ci auguriamo che questo pezzo, dalle ispirate e ottime intuizioni, possa rappresentare un reale inizio per uno dei più interessanti rappresentanti italiani del rock d’autore. |
48. L’uomo dietro il campione – Diodato
La profondità di Diodato rivive ancora una volta tra le righe e le note di questo brano, tema centrale della colonna sonora de “Il divin codino”, pellicola che ripercorre le gesta sportive di Roberto Baggio. Il risultato è un racconto sussurrato e suggestivo, che ci trascina nel privato e nell’animo di un simbolo che, con il suo esempio, ha ispirato e stimolato un’intera generazione. Originale e minimale la composizione, priva di ridondanza e di retorica. La narrazione è lineare, rispettosa di una storia semplice quanto eccezionale. |
47. John Travolta – Bianca Atzei feat. Legno
Il coraggio di cercare nuove soluzioni sonore, reinventandosi per non restare intrappolati nella propria zona di comfort: questo è il monito che Bianca Atzei ha sempre portato avanti di produzione in produzione e che ritroviamo in questo singolo eseguito insieme ai Legno. Due approcci sulla carta completamente differenti, che riescono a funzionare procedendo nella medesima direzione. Un sound trascinante e coinvolgente, leggero quanto basta per meritare di essere ricordato e fischiettato. |
46. Raggi gamma – Sangiovanni
Tra i fenomeni commerciali di questo 2021 non possiamo di certo escludere Sangiovanni, ennesimo rappresentante della generazione Z partorito dal talent “Amici” di Maria De Filippi. Tra i brani rilasciati pubblicati negli ultimi mesi, molti dei quali avevamo già avuto modo di ascoltare lo scorso anno nel corso della fase pomeridiana del programma, spicca “Raggi gamma”: un brano che evoca suggestioni dal passato, ma con un flow nuovo e un linguaggio ancora da perfezionare (il verso “ho gli occhi a cuoricino per quanto sei bella” grida giustizia). |
45. Sol y mar – Federico Rossi e Ana Mena
Prendi due giovanissimi reduci da consecutivi e celeberrimi successi estivi, mettili insieme e proponili in un’altra stagione: il risultato non sarà altro che un piacevole e inedito tormentone autunnale. Federico Rossi e Ana Mena confezionano un duetto suadente, a metà strada tra le scalmane della bella stagione e il gelido dell’inverno. Una coppia che funziona a livello vocale, donando paradossalmente ad entrambi una personalità che talvolta faticano a trovare nei loro rispettivi progetti solisti. |
44. Santa Marinella – Fulminacci
Una storia d’amore 2.0, un racconto molto fedele alla penna di Fulminacci, giovanissimo cantautore dall’istrionico talento comunicativo. Nelle sue canzoni riesce sempre a metterci quella punta di ironia agrodolce, che rende originale la ricetta e, di conseguenza, il sapore finale della canzone. Una scrittura estemporanea la sua, in grado di mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore, a colpi di bizzarrie e anticonformismi. A livello musicale, invece, si sarebbe potuto fare qualcosa di più, strizzando l’occhio a qualcosa di più contemporaneo e meno tradizionale. |
43. Spreco di potenziale – Ditonellapiaga
Scopriremo il vero potenziale di Ditonellapiaga nel corso della prossima edizione del Festival di Sanremo, ma già nel corso dell’ultimo hanno ha saputo distinguersi per originalità, senza alcun spreco. Il risultato è una coinvolgente ballata r&b dal retrogusto internazionale, il giusto anello di congiunzione tra le signore della canzone italiana e le nuove leve della musica leggera. Un compromesso dal sapore autentico e poco artificioso, che convince ascolto dopo ascolto, a colpi di singolarità. |
42. Equatore – Rancore e Margherita Vicario
La coppia che non ti aspetti, composta da due delle firme più originali dell’attuale scena nazionale. Rancore e Margherita Vicario infiocchettano un brano geograficamente soddisfacente, poiché in grado di ridurre distanze e di avvicinare mondi apparentemente lontani. Il risultato è un interrail di rime che si perdono e ritrovano, che si rincorrono e contrappongono, a metà strada tra incontro ed evasione. Come si suol dire, uno di quei pezzi che avrebbe meritato sicuramente una visibilità/destino migliore. |
41. L’odore del mare – Tiromancino e Carmen Consoli
Un brano che tocca le corde dell’anima, frutto del genio poeticamente stralunato di Federico Zampaglione dei Tiromancino e dell’interpretazione magistrale di Carmen Consoli. Il risultato rende giustizia ad entrambi, impreziosendo un’annata priva di grandi intuizioni sentimentali e poco incline a una certa profondità d’altri tempi. D’altro canto, entrambi portano avanti con tenacia e da decenni un certo pop di qualità, lo stesso che oggi fatica a farsi riconoscere nella vastità di un mare privo del suo originario odore. |
40. L’anima vuole – Paolo Simoni con Roberto Vecchioni
Bastano una penna, un pianoforte e due voci per restituire spessore e profondità alle nostre orecchie. Paolo Simoni partorisce un disco che non conosce ambientazione o collocazione, trascinato dalla traccia d’apertura impreziosita dalla speciale partecipazione di Roberto Vecchioni. La canzone analizza, con precisione e delicatezza, la sensazione che a volte ci impedisce di spiccare al volo e ci costringe a restare a terra. Non penso di esagerare col dire che certe opere musicali ci aiutano a volare, per poi tornare a fraternizzare con maggiore slancio con la nostra anima. |
39. La genesi del tuo colore – Irama
Regala sempre prospettiva e profondità ai suoi testi Irama, molto più di quanto ci si possa aspettare da un ragazzo della sua età. Anche in questo pezzo c’è molto vissuto, raccontato senza filtri e senza troppi giri di parole. Gli effetti ben dosati e posizionati al punto giusto, aggiungono originalità al tessuto finale. Il tappeto musicale non fa altro che arricchire questo inno alla vita, riflesso nelle dinamiche di una routine urbana e quotidiana. Un brano che parla di sofferenza e della capacità di superarla, arginandone le criticità, tirandone fuori il buono. |
38. Crazy love – Marracash
Sviscera le dinamiche di un amore Marracash, ma lo fa in modo urbano e contemporaneo, decisamente poco convenzionale. Dopo il clamoroso successo ottenuto con “Persona”, il rapper torna sulla scena con il nuovo album “Noi, loro, gli altri”, trascinato da questo singolo apripista molto radio-friendly, il racconto di una love story conclusasi senza troppi strascichi. Lezione imparata: una relazione che volge al termine può rappresentare sia una sconfitta che una rinascita reciproca. |
37. Kumite – Salmo
Chi l’ha detto che malinconia e romanticismo non fanno rima con Salmo? In questo brano l’artista sardo rilegge con malinconia i principali passaggi di una storia ormai finita, con lucidità, trasporto, immediatezza e semplicità. L’unico modo per porre rimedio ad un amore tormentato è arrendersi, smettere di combattere e concludere un rapporto che stenta a trascinarsi da solo. La parte musicale accompagna il mood dell’intera narrazione, mescolando sonorità e intuizioni differenti per arrivare a quante più sensibilità possibili. |
36. Altro – Baltimora
Baltimora si è aggiudicato la vittoria della quindicesima edizione italiana di X Factor e tra gli elementi che hanno giocato a suo favore c’è senza ombra di dubbio questo brano, ossia uno degli inediti migliori proposti negli ultimi anni nel contesto del talent show di Sky. Con questo pezzo ha dato prova della sua personalità mettendo d’accordo critica e pubblico sin dalle audizioni, superando con furore le fasi del programma, mostrando la sua duplice anima da producer e da cantastorie. |
35. Giove – Deddy
Direttamente dalla fabbrica di “Amici”, un altro protagonista di questo ultimo anno è senz’altro Deddy, che propone uno stile musicale più tradizionale e melodico, ma con un linguaggio decisamente più vicino alla generazione Z, seguendo sulla falsariga la strada sterrata già asfaltata di recente da Ultimo. Il risultato è una ballata accessibile e genuina, onesta e sentita, che rimanda ad una certa giovanile impronta cantautorale che strizza l’occhio ai più giovani, ma senza far rabbrividire il pubblico più adulto. |
34. Down – Leo Gassmann
Un pezzo dinamico e ben strutturato che si discosta da qualsiasi altra proposta rilasciata la scorsa estate, il che denota una già ben costruita e consolidata identità musicale per il giovane Leo Gassmann. Una canzone che racconta il bisogno di evadere dalla propria prigione mentale, familiarizzando con i propri demoni. C’è chi per farlo parte per l’India, chi opta per il cammino di Santiago o chi preferisce prendere una chitarra e perdersi tra i propri pensieri, arrivando a conclusioni utili per se stessi e per gli altri. |
33. Passeggero – Giordana Angi
Tempo di rivelazioni per Giordana Angi che torna sulla scena musicale mostrando tutta la sua versatilità, esplorando l’affascinante mondo delle sonorità latine, rivestendolo della propria ispirata e innata profondità. Anche in questo caso, l’essenzialità premia in termini evolutivi ed emotivi, basta un arpeggio per raggiungere lo scopo di qualsivoglia cantautore: emozionare. L’artista romana ci riesce ancora una volta, con la libertà di chi ha deciso di non etichettare e non immacolare il proprio percorso. |
32. Mi ci pulisco il cuore – Ligabue
Resta fedele ancora una volta a se stesso Ligabue, figlio di un’epoca in cui l’identità era l’unica strada perseguibile per durare nel tempo ed aggiudicarsi un posto da titolare nel campionato della musica che conta. In questo pezzo tirato fuori dal cassetto, poi, riesce particolarmente a mettere a fuoco quella poetica e quella timbrica che hanno contribuito da decenni a renderlo ciò che universalmente è oggi. Non serve trovare qualcosa di nuovo quando tutto è così ben rodato, occorre soltanto riuscire a recuperare stimoli e un po’ di ispirazione in più. |
31. Voglio stare con te – Fabrizio Moro
Come canta i sentimenti Fabrizio Moro, ci riescono davvero in pochi. Il cantautore romano riesce ancora una volta a spiegarci che l’amore è il grande senso di tutta la vita (proprio come recitava un verso di un’altra sua recedente splendida ballad intitolata “Come te”). Non sono molti gli artisti che riescono a parlare di questo argomento senza sconfinare nel terreno della retorica, senza pronunciare anche una solo monosillabo che possa essere considerato banale. |
30. Mai dire mai (la locura) – Willie Peyote
Con questo pezzo Willie Peyote si è aggiudicato il prestigioso Premio della Critica nella passata edizione del Festival di Sanremo, grazie al suo linguaggio ermetico e comprensibile, sarcastico al punto giusto e crudo quando basta. Il testo riflette sull’approccio culturale del nostro Paese, con terminologie prese in prestito dall’attuale contesto storico: dall’autotune a Tik Tok, passando per il cash, il trash, gli exit poll, l’hype e Spotify. Il cantautore torinese non le manda di certo a dire, in questa epoca che somiglia tanto al Medioevo, ma che è soltanto un po’ più smart e un po’ più fashion. |
29. Povero cuore – Mobrici e Brunori Sas
C’è un posto immaginario in cui le storie non finiscono, in cui non ci si perde e si resta uniti per sempre. Un luogo abilmente immortalato da Mobrici, coadiuvato da Brunori Sas, due dei cantautori più ispirati della scena nazionale. Il risultato è un invito a rialzarsi, a non restare ancorati al vittimismo e ai malanni di un cuore malridotto. Una delle collaborazioni più riuscite e interessanti del 2021, che da vita ad un dialogo ideale e profondo, personale quanto universale. |
28. Amare – La Rappresentante di Lista
Versi che uniscono poesia e musicalità, infondendo una sensazione di pace, di serenità, di rinascita. La Rappresentante di Lista ha debuttato a Sanremo con un testo profondo, che racconta l’amore in senso universale, sentimento imprescindibile per l’intera nostra comunità, incentrando l’intera narrazione sull’importanza di accontentarsi di ciò che abbiamo, senza aspettarsi nulla in cambio, perchè in qualsiasi relazione bisogna tener conto in primis di quello che diamo, per godere al meglio di quello che ci torna indietro. |
27. Mezza bugia – Samuele Bersani
Un capolavoro che ci restituisce un Samuele Bersani evocativo e realista, abile nel raccontare la quotidianità mescolando temi dal valore universale ed esistenziale. Le sue canzoni si confermano come la miglior risposta all’involuzione e al declino culturale degli ultimi anni, di cui non possiamo fare certo mistero. Le difficoltà delle relazioni umane vengono ancora una volta descritte dal cantautore romagnolo con estrema semplicità, con l’ausilio di immagini e di metafore che rendono maggiormente fruibili questo genere di spunti profondi e filosofici. |
26. L’ultima notte – Ariete
Non chiamatela musica da pischelletti, Ariete è molto più di una proposta generazionale, piuttosto una versione 2.0 di un certo cantautorato che è ancora vivo e lotta insieme a noi. Il brano non è altro che uno spaccato della nostra vita, attuale o passata che sia, perchè le belle canzoni sono in grado di unire persone anagraficamente e socialmente distanti, abbattendo qualsiasi barriera tra ciò che siamo soliti definire commerciale e quello che è considerato ingenuamente di nicchia. Il risultato è un pezzo dall’intensità accentuata, leggera quanto serve e profonda quanto basta. |
25. Ora – Aiello
Aiello si racconta con il suo solito slancio, aprendo le finestre del proprio vissuto per indicare prospettive e situazioni su cui riflettere, soprattutto nei momenti in cui ci lasciamo prendere dai ricordi e dalle paranoie. Il cantautore calabrese propone un testo carnale e passionale, spingendosi oltre quanto già mostrato in passato, aprendosi in maniera sempre più diretta, mettendosi quasi a nudo, correndo il rischio di esagerare, con il candore che caratterizza i puri di spirito. Il risultato è un bel brano, uno di quelli che ci aiutano ad individuare colpe e responsabilità, senza troppi giri di parole. |
24. Meteoriti – Mr. Rain
Descrive lo stato d’animo di chi ha attraversato un momento di difficoltà Mr.Rain, invitando l’ascoltatore a perdersi per ritrovarsi, ad affrontare il buio puntando alla luce. Un pezzo che analizza e svela i retroscena delle dinamiche umane, intese sia a livello relazionale che introspettivo nel rapporto più complicato che possa esistere: quello con noi stessi. Il rapper bresciano punta tutto sull’autenticità di un vissuto interscambiabile, in cui ciascuno di noi può facilmente riconoscersi. |
23. Voce – Madame
Una dedica alla mancanza, all’assenza che ci portiamo dentro quando siamo distanti dalla persona amata. Con questo dolce trasporto Madame ha scelto di farsi conoscere al grande pubblico, laureandosi vincitrice morale di un Festival all’insegna del rinnovamento. Un groove trascinante e una scrittura innovativa alla base di questa canzone che ha rappresentato il biglietto da visita migliore che la giovanissima artista vicentina potesse proporre. Ecco quel qualcosa che mancava nella vastità dello scenario musicale italiano. |
22. Belva – Gazzelle
Unico, sregolato, spudoratamente sincero: questo e molto altro ancora è Gazzelle. Nel corso degli ultimi anni ha dimostrato di meritare un posto di rilievo nel panorama artistico nazionale, lo dimostra con l’ennesimo brano che non ha il sapore della svolta, bensì di una meritata consacrazione. Il segreto del successo del cantautore romano è quello di riuscire a parlare in modo schietto, affrontando tematiche comuni, perché non servono grandi effetti speciali o racconti eccezionali, la verità è il grimaldello che occorre per aprire qualsivoglia serratura. |
21. Solo noi – Achille Lauro
Quando pensi di aver finalmente capito Achille Lauro, ecco che ti spiazza ancora una volta, con un brano originale quanto corale. Nella transumanza di personaggi che scappano dal pop per migrare verso l’indie o rifugiarsi in altri generi affini e commercialmente più appetibili, l’artista romano prosegue con ostinazione il proprio cammino di ricerca in netta controtendenza con le mode del momento, con la consapevolezza di chi sta provando a scrivere una pagina di storia tutta sua. |
20. Dieci – Annalisa
Torna al Festival con una dichiarazione d’amore Annalisa, che può essere interpretata anche nei confronti della musica. Il testo racconta di un rapporto che non vuole volgere al termine e che si aggrappa al concetto di ultima volta, senza sapere se in realtà sarà o meno così. La presa di coscienza di una donna disposta a vivere la propria relazione con lo spirito di chi potrebbe perdere tutto, in nome di ogni singolo istante vissuto insieme. Il giusto compromesso tra elementi tradizionali e terminologie odierne legate alla quotidianità, immagini che a volte si perdono a metà strada tra presente e passato, tra indie e pop. |
19. Colibrì – Cesare Cremonini
Un brano che conferma la libertà artistica di Cesare Cremonini, abile nel non restare relegato ad un passato difficile da emulare. In questo pezzo convivono stati d’animo che riecheggiano e si evolvono ascolto dopo ascolto, in un potpourri di musica suonata, impreziosita dagli archi e da una struttura melodica ben costruita. Il cantautore bolognese non si ripete, proponendoci qualcosa di inedito, evocando suggestioni d’altri tempi, a metà strada tra l’attitudine di Lucio Dalla e il trasporto di Francesco De Gregori. Il risultato? Una canzone di qualità, in tutta la sua purezza ed essenzialità. |
18. Come nelle canzoni – Coez
Un brano che incarna al 101% il flow e la poetica di Coez, fedele a se stesso e alla sua cifra stilistica. Un pezzo che non conosce confini perché esprime, in maniera sentita ma al tempo stesso scanzonata, un concetto con la forza, il trasporto e la leggerezza che si richiedono in musica. In tal senso, l’artista è da considerarsi un abile cantastorie, capace di esternare i propri pensieri attraverso una rinnovata e mai banale ricerca di linguaggio. Dopo tanta sperimentazione, dunque, spazio ad un po’ di giusta e meritata consacrazione. |
17. Rubini – Mahmood & Elisa
Mahmood porta Elisa nel suo mondo, un luogo che non conosce zone di comfort, se vogliamo anche anti-commerciali e poco radiofoniche, ma che evidenziano la voglia e la capacità di mantenere il proprio marchio di fabbrica in molteplici ambientazioni sonore. Il risultato è una bella canzone che assume ancora più valore in questa versione in duetto con una delle voci più essenziali ed eclettiche del panorama nazionale. Due grandi voci e due promesse decisamente mantenute. |
16. Mantieni il bacio – Michele Bravi
Funziona ed emoziona Michele Bravi, all’apice della sua intensità artistica, con un brano dal pathos intenso, impreziosito da un’interpretazione che viaggia all’unisono con l’armonia di un tessuto melodico costruito abilmente. L’artista umbro prosegue il suo viaggio nella parola cantata, lo fa con l’ausilio di un coinvolgente vocabolario emotivo, impreziosito da un registro teatrale e da una vocalità sempre più matura e a fuoco, in un gomitolo di fili in cui si intrecciano il passato, il presente e il futuro. |
15. Cattive stelle – Francesca Michielin e Vasco Brondi
Una struttura classica per una canzone che rappresenta il giusto incrocio tra il mondo di Francesca Michielin e quello di Vasco Brondi, dimensioni parallele che si incontrano e danno vita ad un brano inedito quanto epico. Prodotto da Taketo Gohara, il pezzo è composto da momenti musicali diversi che si alternano e danno vita ad un dialogo originale e appassionante. Senza ombra di dubbio, questo duetto rappresenta uno degli episodi più riusciti del suo ultimo progetto “Feat”. |
14. L’urlo di Munch – Emanuele Aloia
Stile e riconoscibilità per Emanuele Aloia che, canzone dopo canzone e citazione dopo citazione, ha saputo farsi strada in questo complicato mondo musicale senza l’ausilio di spinte o di scorciatoie. Un successo ottenuto grazie alla semplicità delle sue canzoni, a dimostrazione del fatto che le belle produzioni riescono ad imporsi in qualunque modo, anche in un momento storico sovraccarico di proposte, ricco più di contenitori che di contenuti. Grazie all’ottima produzione di Steve Tarta, “L’urlo di Munch” spicca per originalità anche a livello di sound. |
13. Milano non esiste – Ermal Meta
Intensità e semplicità, non serve altro ad Ermal Meta per farsi strada nell’etere e raggiungere i cuori degli italiani. “Milano non esiste” è un brano tirato fuori per caso, senza troppi ragionamenti o calcoli matematico-discografici, per il puro piacere di proporre un po’ di nuova musica. Alla base un’esigenza comunicativa tipica dei grandi cantautori del passato, di un approccio che l’artista italo-albanese ha saputo rispolverare e attualizzare a suo modo, con l’ausilio della voce e della sua inseparabile chitarra. |
12. Spazio tempo – Francesco Gabbani
La filosofia declinata nella quotidianità e nelle piccole cose della vita: questa la missione di Francesco Gabbani, esperto e onesto oratore, abile nel trasformare tutto ciò che tocca in qualcosa di facilmente fruibile, come una specie di Re Mida del pop. Il risultato è una delle sue canzoni più intense ed avvolgenti, dal forte coinvolgimento emotivo, grazie alla maturità di un cantautore che non si nasconde dietro all’evidenza e alla sterilità di un luogo comune, ma che cerca nuove soluzioni narrative per poter arrivare a stilare un proprio codice universale, fatto di immagini e termini mai banali. |
11. Cambia un uomo – Marco Mengoni
Marco Mengoni torna a farsi paladino dei sentimenti, quelli veri e autentici. In un momento storico in cui la progettualità regna sovrana, questo brano vuole essere un invito ad affidarsi all’inaspettato, ad aprirsi a nuove avventure e a nuove soluzioni. Come? Partendo innanzitutto dalle proprie origini, al codice soul che ha contraddistinto i suoi primi passi artistici, per poter scrivere il proprio presente con l’ausilio del passato, per restituire alla musica quel suo grande potere universale di sminuire le sofferenze lenendo le ferite. |
10. Glicine – Noemi
La cronistoria di un ricordo, di un abbraccio passato. Con un velo di malinconia, Noemi interrompe il proprio digiuno e torna sulla scena fedele a se stessa, ma rinnovata nell’animo. Una rivoluzione a metà, come è giusto che accada quando ci si può ritenere fieri del percorso realizzato. Nulla da cancellare, piuttosto da implementare, per riproporsi nella stessa forma ma con colori nuovi. “Glicine” non rappresenta altro che questo: un cambio di pelle legittimo e coerente. |
9. Partire da te – Rkomi
Una combinazione tra generi e stati d’animo differenti, così potremmo definire l’attuale fase artistica di Rkomi, artista camaleontico nelle intenzioni e nelle produzioni. “Partire da te” non è altro che un manifesto di ottima fattura, nonché il miglior estratto dal suo ultimo fortunato lavoro “Taxi driver”. Il producer Katoo non fa altro che assecondare la volontà del cantautore di non classificarsi negli scaffali rap, per aprirsi a nuove soluzioni e infinite contaminazioni. Funziona perchè risulta universale prima che commerciale. |
8. Scrivile scemo – Pinguini Tattici Nucleari
In un mondo di John e di Paul i Pinguini Tattici Nucleari continuano a scrivere pagine di musica originale e affascinante. Insieme a “Pastello bianco”, anche “Scrivile scemo” rappresenta uno di quegli episodi dal successo inaspettato e arrivato in modo inspiegabile. Leggeri, freschi, disimpegnati e pieni di citazioni, ma mai ripetitivi o banali, i Pinguini rappresentano una ventata di novità nel firmamento musichereccio nazionalpopolare, imponendosi come la giusta via di mezzo tra gli Elio e Le Storie Tese e i Coldplay. Una fusione stramba quanto funzionale! |
7. Finché non mi seppelliscono – Blanco
Tra i protagonisti indiscussi di questo 2021 non poteva di certo mancare Blanco, o come ama definirsi lui Blanchito babe. Tra le varie belle canzoni presenti nel suo debut album “Blu celeste”, spicca “Finché non mi seppelliscono”, un manifesto che segue lo stesso approccio rockettaro-scanzonato di “Notti in bianco”, sia nel sound che nelle intenzioni. Un grido d’amore 2.0, di quelli che piacciono tanto alla generazione Z, ma che riescono nel miracolo di far innamorare anche i boomer più integralisti. |
6. Niente – Ultimo
Parlare di se stessi e contemporaneamente di una relazione giunta ormai al capolinea, un’impresa che necessita la giusta lucidità e il necessario distacco. Ci riesce molto bene Ultimo, abile nell’esternare le proprie fragilità e le debolezze dell’essere umano. Per farlo torna a riappropriarsi di quel simil-rappato sperimentato nel suo disco d’esordio “Pianeti” e mai più riproposto. Un brano che, come da lui dichiarato, è rimasto nel cassetto per diverso tempo e che, finalmente, abbiamo avuto modo di ascoltare e che può rivelarsi utile per esorcizzare i nostri stati d’animo in eterno contrasto. |
5. Pezzo di cuore – Emma & Alessandra Amoroso
Musica e amicizia: a volte le due cose si incontrano, dando vita ad un progetto artisticamente semplice e diretto, intimamente onesto. Nulla di costruito a tavolino, lo si avverte sin dalle prime note del pianoforte che introduce questo atteso duetto di Emma e Alessandra Amoroso. Il risultato? Un viaggio intercontinentale in tutto ciò che abbiamo vissuto e che non siamo mai sazi di poter vivere. Il tutto arricchito dalla dolcezza e dalla passionalità tipiche di queste due giovani, ma già veterane, artiste. |
4. Vertigine – Elodie
Ad Elodie l’arduo compito di ridefinire il pop contemporaneo, impresa che, a giudicare dai risultati ottenuti in questi ultimi due anni, possiamo considerare davvero a buon punto. “Vertigine” non è altro che l’emblema di ciò che è diventata oggi: una donna consapevole e determinata che non ha paura di mostrare sia le fragilità che i suoi punti di forza. Davide Petrella, Dardust ed Elisa confezionano per lei l’abito più adatto a questo suo ritorno, l’inizio di una nuova fase, nonché l’apripista del suo prossimo progetto discografico. Come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino. |
3. Mille – Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti
Nel marasma estivo dei tormentoni preconfezionati, ha stravinto a mani basse la proposta di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, il trio che non ti aspetti. Niente sonorità gitane, giri di chitarra andalusi o una serie di accordi che ricordano anche solo vagamente il fertile terreno del reggaeton. Questa volta il viaggio è temporale, grazie ad un inciso prepotentemente retrò. Niente ombrelloni, niente cocktail alcolici (al massimo una Coca Cola), niente sole e niente mare. Insomma, un tormentone atipico e fuori dal tempo che ha saputo andare oltre i confini stagionali. |
2. Zitti e buoni – Maneskin
Con questo brano i Maneskin hanno vinto tutto ciò che poteva esserci in palio, superando le aspettative di chiunque. Eppure loro in questo pezzo ci hanno creduto fin dall’inizio e hanno avuto ragione, al di là di ogni previsione. E’ piaciuta la loro strafottenza ricoperta di glitter, che ha dato vita a questa autentica e internazionale rivoluzione glam-rock. Uno spirito sovversivo che ha conquistato il pubblico di mezzo mondo, regalandoci un nuovo e inaspettato miracolo italiano. |
1. Musica leggerissima – Colapesce e Dimartino
In un periodo complicato come questo, sentivamo un po’ tutti la necessità di un brano come “Musica leggerissima”, spensierato al punto giusto, ma con una chiave di lettura più profonda al suo interno. Colapesce e Dimartino non fanno altro che il loro mestiere di navigati cantautori, regalandoci un pezzo destinato a restare nella memoria e nel tempo. Ai posteri l’ardua sentenza… nel frattempo non ci resta che sincronizzare mani e piedi, muovendoli simmetricamente andando un po’ avanti, un po’ indietro e un po’ di lato! |
Nico Donvito
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