Le canzoni italiane del primo semestre del 2021 da non perdere
Dopo avervi proposto la top 50 indie dei primi sei mesi del 2021 e quella rap (qui) rigorosamente in ordine alfabetico, abbiamo provato a riassumere in questo articolo le 50 canzoni italiane di questa prima metà del 2021 da ascoltare assolutamente:
001 – Amare – La Rappresentante di Lista
Tra i grandi protagonisti del Festival di Sanremo 2021, i due ragazzi de La Rappresentante di Lista sono riusciti a conquistare il grande pubblico dopo diversi anni di gavetta pur senza tradire la propria natura sperimentale, indipendente ed alternativa. Pur se prodotti da Dario ‘Dardust’ Faini, Veronica e Dario conservano la loro maniacale attenzione al suono confezionando per ‘Amare‘ un arrangiamento perfettamente integrato ad una voce ipnotica. Che bello quando l’arte recupera la qualità della ricerca… |
002 – Amarsi è un miracolo – Alberto Urso
Che sia difficile trovare il repertorio adatto per un artista pop-lirico come Alberto è un dato di fatto. Stavolta l’impresa riesce azzeccando un brano che rispetta sia la potenza vocale che la vocazione pop e delicata del suo interprete. Ne esce un compromesso credibile, godibile all’ascolto e non figlio di un genere (e di un tempo) sempre difficile da attualizzare in chiave commerciale. Nota di merito ad un testo che regala versi semplici ma efficaci. |
003 – Balla così – Cannella e Zero Assoluto
Cannella sfrutta gli Zero Assoluto e Balla così per sfoderare tutta la sua ambizione pop. Lo fa realizzando un pezzo lineare ed efficace nella sua scrittura che beneficia anche di un cantato pulito e facilmente fischiettabile in una potenziale dimensione radiofonica. Il linguaggio indie-pop ben si sposa con l’oggi musicale ma riprende anche quell’idea di ieri da riattualizzare. |
004 – Buonanotte – Pierdavide Carone
Una ballata pop che testimonia tutta la capacità di Pierdavide Carone nella scrittura di brani di questa impostazione. Buonanotte, in questo senso, è il tipico brano che cresce con progressività dotandosi di un inciso che pare riconcorrersi creando quel vortice emotivo capace di coinvolgere l’ascoltatore dandogli l’impressione di assistere al racconto della sua stessa esistenza. |
005 – Cattive stelle – Francesca Michielin e Vasco Brondi
Un brano lento, delicato e cantautorale che fa dimenticare a Francesca Michielin gli eccessi delle ultime sperimentazioni per farle riabbracciare una certa essenza ben incarnata dal minimalismo di Vasco Brondi. Cattive stelle arriva perfettamente a racchiudere il senso di un pop d’autore che sa raccontare con profondità ma anche con semplicità ed immediatezza. Un linguaggio musicale che dovremmo tutti andare a riscoprire. |
006 – C’è bisogno di credere – Massimo di Cataldo
Se il 2020 è stato l’anno dei vari “andrà tutto bene” il 2021 ha dimostrato, anche in musica, l’esigenza di guardare avanti con positività. Lo spirito della ripartenza è stato ben raccontato da un Massimo di Cataldo che in C’è bisogno di credere ha ribadito tutta la profondità della sua anima pop, tutta la sua capacità di scrittura lineare e tutta quella sua esigenza di lasciare andare, senza troppe furbizie, la voce all’interno di lunghi crescendo nostalgici. |
007 – Cerotti – Tiromancino
La voce profonda e ricca di sfumature calde ed avvolgenti di Federico Zampaglione incontra in Cerotti quella nostalgia tormentata tipica della scrittura di Gazzelle realizzando un connubio da subito vincente e riuscito. Immaginatevi in auto in una sera d’inverno con la pioggia che scende a guardare una finestra illuminata. Sarà poesia con una colonna sonora irraggiungibile. |
008 – Che senso ha – Franco126
Quando Franco126 riesce a dimostrare tutta la sua nostalgia il risultato quasi mai delude le aspettative. Questa Che senso ha mette in campo tutta la romanità del suo interprete ma anche il suo tormento più distruttivo. Il ritornello si apre facendosi, come sempre canticchiabile, ma non abbandona il proprio scopo narrativo dimostrando come anche l’apparente leggerezza indie sappia essere cupa. |
009 – Chiama il mio nome – Giordana Angi e Briga
“Se mi dovessi scordare delle cose importanti…”. Non è banale nemmeno in questo caso lo spunto riflessivo della scrittura, sempre ottima, di Giordana Angi. Lo sviluppo narrativo porta, poi, ad affrontare il racconto di un amore che deve fare i conti con il futuro e le occasioni della vita. Briga da al pezzo la profondità timbrica giusta per riflettere quella nostalgica attesa che il pezzo possiede già di per sè. Un buon punto d’incontro. |
010 – Cocoricò – Samuel e Colapesce
Samuel offre a Colapesce tutto il suo sound per realizzare un duetto in cui a fatica si distinguono le due diverse componenti tanto profonda è l’amalgama che si viene a creare. Ci sono le immagini di un quadro ben preciso ma c’è anche il beat giusto per scatenarsi in un salto compulsivo mentre si urla a tutto fiato un ritornello radiofonico e travolgente. Dopo di che tutti di corsa al Cocoricò. |
011 – Dall’alba al tramonto – Levante
Levante stupisce tutti un’altra volta e per un (inatteso) ritorno estivo si gioca la carta di una Dall’alba al tramonto intima, sussurrata e mai dirompente a livello d’energia sonora. In un arrangiamento ridotto all’osso la cantautrice siciliana canta di tutte quelle volte in cui ci si arrende prima che arrivi la fine delle cose e in cui si rinuncia a gustarsi le esperienze fino alla loro naturale conclusione. L’invito, invece, è quello di vivere, ogni volta, aspettando i doverosi titoli di coda. |
012 – Dieci – Annalisa
Alla sua quinta esperienza sanremese Annalisa si gioca la carta di Dieci che ne festeggia anche il traguardo di carriera. Il punto di partenza è la struttura dell’ottima ‘Il mondo prima di te’ che nel 2018 ne rappresentò l’apogeo artistico. L’evoluzione da allora è un linguaggio più spigliato e una riduzione dei respiri. Rimane, però, chiaro l’obiettivo di coniugare vocalità sanremese alla contemporaneità dei linguaggi musicali. |
013 – Fiamme negli occhi – Coma_Cose
L’indie più new-age che prova diventare “pop”olare passando per il palco più mainstream d’Italia (Sanremo) senza, però, scendere a patti musicalmente. I Coma_Cose possono dire di esservi in gran parte riusciti nel tempo partendo da un piazzamento passato in sordina con un pezzo come Fiamme negli occhi che, però, ha dimostrato tutta sua attinenza con l’attualità per mezzo di un linguaggio sbarazzino. |
014 – Glicine – Noemi
Noemi è tornata a tempo grazie ad una Glicine furba ma non svilente. Furba perchè il pezzo ha in sè tutte gli elementi per riuscire a funzionare nell’oggi discografico. Non svilente, anzi coerente, perchè la brava interprete romana non ha dovuto rinunciare nè alla sua voce potente e riconoscibilmente graffiata nè al suo spirito pop più melodico, interpretativo ed amoroso. Quando si dice un compromesso riuscito e vincente per una rinascita attesa. |
015 – Have you ever seen the rain – Ivana Spagna
La celebre canzone degli Creedence Clearwater Revival rivive grazie ad una nuova interpretazione offerta magistralmente da Ivana Spagna che ne esalta il retroterra narrativo. Have you ever seen the rain ha di per sè tutte le carte vincenti per risuonare sempre come una grande canzone. Spagna ci aggiunge quella sua capacità interpretativa, quel cantato (spesso scimmiottato ma mai uguagliato) caratteristico ed un arrangiamento stravolto che non fa che aumentarne il valore come musicista e fuoriclasse. |
016 – Il mio amico – Madame e Fabri Fibra
Il rap raccontato come un amico a cui non si può rinunciare. L’intuizione di Madame si rivela ancora una volta vincente e l’esperienza di Fabri Fibra non può certo deludere le aspettative. Il mio amico suona a meraviglia e mette insieme due numeri uno indiscutibili della scrittura. |
017 – Impronte – Enula
Una personalità artistica già molto forte e definita trova in queste Impronte una delle possibilità più realistiche di quella che potrà essere la strada discografica da rincorrere e seguire in futuro. Una tradizionale ballata pop viene rivista e trasformata sfruttando proprio quella personalità prorompente e quel modo molto riconoscibile di cantare ed interpretare che Enula ha dentro di sè. |
018 – Isole viaggianti – Ornella Vanoni
La scrittura sbarazzina e senza frontiere di Fabio Ilacqua ha conquistato Ornella Vanoni che, in quanto ad estro, rimane sicuramente una numero uno della nostra musica. Isole viaggianti parte tribale nelle sue strofe ma poi si apre in un canto melodico per un inciso profondamente italico che offre all’ascoltatore l’opportunità di esplorare due diversi mondi musicali di questa interprete senza eguali. |
019 – La canzone nostra – Mace, Salmo e Blanco
La vera sorpresa discografica di questo primo semestre del 2021. La canzone nostra gode sicuramente del nome di richiamo di Salmo (e della sua indiscutibile qualità musicale) ma ha la forza di puntare gran parte delle proprie fiches sul nome nuovo di Blanco inventandosi un artista che, c’è da scommetterci, è pronto a scrivere pagine importanti. Abbiamo scoperto una stella (non solo del rap-urban) ed esaltato un produttore come Mace che, c’è da giurarci, avrà una notevole inflazione nei prossimi tempi. |
020 – La cura del tempo – Negramaro
All’interno di un album fatto di molta elettronica questa La cura del tempo ha la forza di suonare rassicurante. Rassicurante per una voce naturale, potente, riconoscibile e potente di Giuliano Sangiorgi. Ma rassicura anche per un arrangiamento che sa darsi il tempo di crescere con progressività, riassaporare il suono degli strumenti e arrivare a compimento insieme al pezzo stesso. Rassicurante per essere un pezzo “alla Negramaro”. |
021 – La genesi del tuo colore – Irama
Irama ha voglia di sperimentare suoni nuovi. Lo vuole fare dirigendosi verso un certo utilizzo della componente sintetica e tenendo intatto il suo interesse per alcuni elementi sudamericani. La genesi del tuo colore è il punto giusto da cui partire per affrontare questa ricerca pur se mette da parte quella scrittura originalmente più intensa sul piano del significato. |
022 – La mia cura – Rachele
Per i nostalgici del “era meglio prima” esiste fortunatamente (e finalmente) una La mia cura che recupera tanti degli elementi tipici dell’italico modo di intendere la musica. C’è una vocalità soave, tecnicamente precisa e timbricamente pulita. L’arrangiamento ha la forza di rivolgersi alla componente orchestrale. La testualità guarda all’intimità, al racconto delle fragilità interiori e al momento della sofferenza con cui ogni vita deve inevitabilmente fare i conti prima o poi. C’è speranza oltre alla nostalgia per questa musica. |
023 – L’anima vuole – Paolo Simoni e Roberto Vecchioni
Molto raramente Roberto Vecchioni si è offerto come puro interprete. Lo ha fatto per affiancare Paolo Simoni in una L’anima vuole che ha tutti gli elementi utili per risultare credibile se associata alla sua poetica musicale. I due artisti si completano: Paolo più misurato, soave ed essenziale, Vecchioni più imperioso, disarmante ed interpretativamente glorioso. Ne esce un piccolo capolavoro che merita l’alloro del senza tempo. |
024 – Laura – Cioffi
Molte volte s’è raccontata la mamma in musica. Lo ha fatto anche il giocane Cioffi che, quando riesce a sviluppare la giusta scrittura cantautorale, ha in sè degli elementi promettenti ed efficaci. Laura è la sua dedica alla vita ma è anche la dimostrazione che la musica, oggi, può tornare ad essere qualitativamente intesa e narrativamente non scontata. Quando a scrivere è il cuore non c’è playlist, classifica o social network che regga… |
025 – Le luci – Mydrama e Dani Faiv
Se è vero che l’ultima edizione di X-Factor (soprattutto al femminile) ha ricercato delle vocalist contemporanee da inserire nell’ambiente urban-rap d’oggi è altrettanto vero che Mydrama rappresenta, probabilmente, la scommessa maggiormente vinta ad oggi. La sua Le luci suona come un concentrato di energia in cui la componente sonora vale gran parte del lavoro sfruttando la voce come un vero e proprio strumento. |
026 – Lezioni di volo – Wrongonyou
Il più a fuoco, discograficamente ed artisticamente, nell’ultima compagine sanremese di una categoria Nuove Proposte che ha urgentemente bisogno di una riformulazione soprattutto mediatica. Wrongonyou è musicista eccellente e la sua Lezioni di volo la dimostrazione palese di tutto il suo internazionalismo applicato al mondo della canzone italica. |
027 – L’urlo di Munch – Tecla
Dopo l’esordio sanremese sta crescendo la giovane Tecla e L’urlo di Munch lo testimonia soprattutto per quanto riguarda l’impianto sonoro e di direzione artistica. La sua voce sensuale e pulita ben si adatta a questo tipo di evoluzione non tradendo nemmeno la possibilità di dedicarsi, un domani, a qualcosa di tematicamente più impegnativo. |
028 – Mai dire mai (la locura) – Willie Peyote
A Sanremo la denuncia sociale e politica è spesso stata di casa anche se difficilmente ha raccolto fortuna. Willie Peyote c’ha provato a modo proprio con Mai dire mai (la locura), un brano che sfrutta le tante parole per dire la sua su diversi aspetti del nostro Paese pur senza dimenticare la componente “orecchiabilità”. La partita è vinta sul piano della trascinabilità, c’è da sperare che si abbia colto anche il messaggio. |
029 – Malibu – Sangiovanni
Maria de Filippi ha trovato una nuova gallina dalle uova d’oro. Malibu è inequivocabilmente la dimostrazione di tutto ciò dato gli eccellenti risultati discografici che sta raccogliendo. Dalla sua, però, il giovanissimo artista vicentino ha tutto il pregio di una scrittura personale, fresca e assolutamente addentro all’attualità. L’effetto tormentone è assicurato. La sfida sarà rinnovarne i risultati nel prossimo futuro. |
030 – Mantieni il bacio – Michele Bravi
Un brano che trova la propria genesi “nell’oscurità nella luce del giorno, nel silenzio perfetto mentre piove a dirotto” e che esalta una sensibilità fuori dal comune come quella di Michele Bravi. Mantieni il bacio è insindacabilmente il punto più alto della carriera interpretativa del giovane talento umbro ma è anche un brano talmente intenso da essere intriso di dolore e di vita. Un peccato non averne colto la forza dirompente e non averlo accolto a braccia aperte, per due anni consecutivi, al Festival di Sanremo. Avrebbe potuto entrare nella storia. |
031 – Mi fai impazzire – Blanco e Sfera Ebbasta
A testimonianza del fatto che Blanco rappresenti, di fatto, la rilevazione di questi ultimi mesi questa Mi fai impazzire cade a pennello. Mentre tutti d’estate propongono l’ormai solito reggaeton i due artisti spopolano a modo loro basando tutto il proprio successo sul suono, sulla distorsione di una voce potenzialmente unica e capace di generare un effetto di volta in volta diverso. |
032 – Mille – Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti
Estiva e, per questo, disimpegnata in ogni sua componente. Mille, però, è anche qualcosa di assolutamente gradevole per un ascolto che vuole lasciarsi trascinare, canticchiare con leggerezza e sgomberare il cervello dai pensieri di un’annata complicata. I suoi interpreti trovano uno nell’altro la forza per proporsi scanzonati e sfoderare anche tutta la rispettiva potenza a livello di immaginario. |
033 – Musica leggerissima – Colapesce & Dimartino
I due cantautori siciliani hanno messo a segno il maggior successo indie dei primi sei mesi del 2021. “Musica leggerissima” pone al centro di tutto proprio la musica che, mai quanto in questo momento storico, ha il potere di salvarci. Colapesce e Dimartino cantano infatti: “metti un po’ di musica leggera, nel silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero”. Tormentone non banale. |
034 – Nelle tue mani – Simonetta Spiri
Simonetta Spiri suona intensa anche per questa Nelle tue mani in cui trovano un eco importante emozioni e ricordi che solo la musica sa far rivivere. Testualmente trova spazio, ancora una volta, quella ricerca che da sempre l’interprete sarda fa verso parole che sappiano davvero raccontare qualcosa. Al resto ci pensa una voce cristallina, una canzone che sa darsi il tempo giusto per crescere ed un’emotività fuori dal comune. |
035 – Non c’è pericolo – Loredana Errore
Loredana Errore è dotata di una delle voci più belle degli ultimi anni ma, ancor di più, possiede il dono di saperla sfruttare sempre in modo estroso. Su questa che è stata a lungo caratteristica delle grandi interpreti della nostra tradizione Non c’è pericolo basa la propria forza dirompente. L’esaltazione della vita passa attraverso la necessità di raccontare con positività le sfide di ogni giorno. A condire il tutto una voce unica che sa trovare tra i versi i propri spazi per esprimersi al meglio. |
036 – Non ti penso più – Comete
Un brano lento, nostalgico che sposa quasi una fotografia ingiallita. Comete riesce a risultare credibile anche in questa dimensione musicale meno radio-friendly delle sue precedenti apparizioni. E così i nostalgici dell’amore sofferto raccontato in musica troveranno una nuova canzone su cui cullarsi nelle notti tristi tra i ricordi di ciò che non c’è più. |
037 – Ogni cosa sa di te – Greta Zuccoli
La classe e l’eleganza sono pregi sempre più difficili da rintracciare nelle interpretazioni contemporanee. Nelle canzoni la cosa diventa praticamente impossibile. Ogni cosa sa di te ha, invece, il pregio di esaltare proprio queste caratteristiche e Greta Zuccoli quello di lasciare che ciò avvenga. Il tutto suona più come un vero e proprio convinto atto di coraggio che come sfida. |
038 – Ora – Aiello
Forse urlata o eccessivamente empatica ma questa Ora è esattamente tutto quello che Aiello è da sempre. Viscerale, dannata, pop, appiccicosa e tormentata. Un racconto reale di quel momento in cui all’amore finito non si sa dare una spiegazione logica e in cui tutto rimanda a quei momenti. E in quelle condizioni non tutti avrebbero la lucidità di suonare misurati. |
039 – Peccato originale – Malika Ayane
Immaginate Parigi d’autunno tra le foglie che cadono, una leggera foschia, qualche mimo lungo la Senna e quell’atmosfera sognante che solo la romantica capitale francese sa possedere. Aggiungeteci la classe eterea della voce di Malika Ayane che dipinge a pennellate lente una Peccato originale che ha tutta la forza per lasciare a bocca aperta anche il più distratto tra gli ascoltatori. Un passante si ferma, ascolta, versa una lacrima e si rimette a camminare verso casa. Cinematografica. |
040 – Pezzo di cuore – Emma e Alessandra Amoroso
Da anni un certo tipo di pubblico ha atteso che le voci di Emma e Alessandra Amoroso si unissero. Pezzo di cuore lo ha permesso nel modo più giusto. Si, perchè le due salentine sono essenzialmente questo. Interpreti di pancia, figlie di un canto a tutta voce per raccontare amori sofferti in lunghi crescendo esplosivi. E alla fine, è giusto che si propongano per quello che sono. |
041 – Piuma – Alessandra Amoroso
La parte più fragile, intima ed emozionale dell’interprete salentina esce allo scoperto in questo brano capace di recuperare una testualità tutta dedicata all’amore sofferto. Alessandra riflette sul fatto che “forse non si impara mai ad essere felici” facendo i conti con quelle che sono le macerie di una storia finita. Carica interpretativa e recupero di un certo tipo di repertorio per un brano che ricorda più un’Alessandra di qualche anno fa ma che, finalmente, abbiamo la possibilità di tornare ad ascoltare. |
042 – Potevi fare di più – Arisa
Da veterana del Festival di Sanremo Arisa è pienamente consapevole di che cosa richieda il palco dell’Ariston. Potevi fare di più è il pezzo perfetto per quel contesto e per la voce della sempre bravissima interprete potentina. Una sofferenza interiore per tratteggiare i contorni di un amore giunto al capolinea fa da sfondo ad un infinito crescendo emotivo in cui a spiccare è la voce di Arisa che tocca vette ineguagliate godendo di una forma-canzone classica ma sempre da pelle d’oca. |
043 – Resistere – La Rappresentante di Lista
Più parlata che cantata questa canzone offre un vero e proprio manifesto delle intenzioni per La Rappresentante di Lista. Resistere è l’invito a non smettere di lottare per raggiungere l’obiettivo di esistere. Su di un tappeto sonoro ricco della componente ritmica la voce di Veronica si adagia per suggerire un messaggio ben chiaro che solleva tante domande insieme alla volontà di unirsi e combattere insieme. |
044 – Rimani – Virginio
Una bella ballata pop condita con suoni moderni per raccontare lo snodarsi di una storia in cui il “noi” si trasforma in un “io e te” dove “alla fine ti dimentichi tutto tranne quello che hai distrutto”. Rimani è, però, la speranza di un futuro diverso in cui la vita sappia regalare l’arrivo di un amore che abbia la forza di resistere e chiedere, una volta in più, di rimanere uniti insieme. |
045 – Scomposto – Aiello
Quando Aiello racconta l’amore lo fa sempre con un piglio speciale e riconoscibile. Scomposto ne è l’ennesima manifestazione che trae la propria forza dal recupero di immagini quotidiane che, meglio di qualunque altra, raccontano di quanto si sappia raccontare il sentimento del cuore anche senza troppi strani espedienti. |
046 – Tattica – Fulminacci
Un cantautore sa essere, oltre che impegnato, anche allegro, spensierato e orecchiabile. Tattica ne è l’esempio perfetto “made in Fulminacci”. Su di un arrangiamento tutto fondato su di una chitarra acustica il giovane cantautore romano costruisce la propria narrativa attorno al tema di una costruzione di un amore alle prime armi. Suona facile, fischiettabile e positivo pur senza risultare per forza banale, scontato o prevedibile. |
047 – Un sorriso dentro al pianto – Ornella Vanoni
Una grande interprete come Ornella Vanoni necessita di grandi canzoni. Soprattutto quando torna a proporsi con brani che non possono rischiare di non essere all’altezza propria e del proprio passato. Un sorriso dentro al pianto, che ha riportato l’interprete milanese alla musica inedita dopo qualche tempo di latitanza, è sicuramente una grande canzone all’altezza della sua interprete che riesce a raccontare con profondità e, contemporaneamente, con vera semplicità. |
048 – Una canzone d’amore buttata via – Vasco Rossi
Una canzone “alla Vasco” in cui a delle strofe trascinate si alternato incisi di grande impatto che non si fatica ad immaginare urlati negli stadi. Una canzone d’amore buttata via apre la strada ad un nuovo, attesissimo, album d’inediti e lo fa positivamente restituendo al pubblico un perfetto ritratto del Blasco di oggi, della sua scrittura e della sua voglia di far cantare il suo pubblico a pieni polmoni. |
049 – Vorrei volare – Marco Rotelli e Carmen Pierri
Una bella canzone pop che ha il coraggio di presentarsi proprio in quanto tale. La classica struttura a duetto sorregge Vorrei volare offrendo all’ascoltatore il doppio punto di vista e la giusta commistioni di due vocalità importanti che sanno fare dell’interpretazione e della giusta potenza il proprio marchio di fabbrica. Un buon espediente per ricordare che la musica italiana è anche (e soprattutto) questo. |
050 – Zitti e buoni – Maneskin
La canzone italiana dell’anno visto che, non solo ha conquistato (a sorpresa) la vittoria del Festival di Sanremo , ma ha anche sbancato l’Eurovision Song Contest ed il mondo intero. Zitti e buoni è il riassunto perfetto del pop-rock dei Maneskin capace di alternare tratti di melodia a delle esplosioni musicali e vocali più tipiche di un mondo interpretativo non così usuale nel Bel Paese (soprattutto in tempi recenti). |
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Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
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