giovedì 21 Novembre 2024

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Cosa resterà del 2020? La top50 dei singoli più belli

Il nostro personale bilancio musicale delle canzoni che hanno spopolato negli ultimi dodici mesi

Un altro anno se ne va, portando via con sé un quantitativo ingente di canzoni. In un 2020 atipico e sofferente, il ruolo della musica è stato oltremodo fondamentale, per cercare di alleviare le pene e le preoccupazione di una situazione profondamente gravata dalla pandemia. Proprio come avvenuto nel 2018 e nel 2019, vi proponiamo la nostra consueta top 50 del brani più belli di questo 2020, tra sorprese e immancabili conferme, basata rigorosamente su un’insindacabile preferenza personale.

50. Non avevano ragione i Maya – Chiara Galiazzo

Nella vita, chi prima e chi dopo, ci siamo sentiti un po’ tutti sopravvissuti ad una tempesta, sfidato il nostro destino e rimasti a galla superando la burrasca. Ciascuno di noi ha il suo 21 dicembre 2012, ovvero la data in cui ha fatto i conti con qualcosa o più semplicemente con se stesso, le proprie angosce e le proprie paure. Con queste premesse, Chiara Galiazzo torna a picchettare la sua zona di comfort arredandola con nuova mobilia di puro artigianato.

49.  Charlot – Simone Tomassini feat. Kiera Chaplin

Le belle canzoni non conoscono confini spazio-temporali, viaggiano tra le onde sonore delle nostre emozioni arrivando a noi in maniera diretta, improvvisa e del tutto inaspettata. Simone Tomassini ci fa dono del testamento artistico di Charlie Chaplin, intonando questa classica ballata in coppia con la nipote dell’attore britannico. Il risultato è pura poesia musicale, uno di quei pezzi a cui forse, le nostre orecchie non sono più abituate. simone_tomassini_e_kiera_chaplin_charlot

48. Nel bene e nel male – Matteo Faustini

Un passaggio sanremese degno di nota per Matteo Faustini, con un brano che mette in risalto le velleità poetiche del ventiseienne bresciano, oltre che un’innata attitudine interpretativa. Il testo evidenzia gli alti e i bassi della vita, incentrando l’intera narrazione sull’impotenza dell’esserci sempre e comunque, durante la passeggiata di un momento particolarmente felice, ma anche e soprattutto nella corsa a ostacoli di un periodo di difficoltà.

47. Vai bene così – Leo Gassmann

L’accettazione personale intesa come carburante per alimentare il rapporto che abbiamo con gli altri, questo il messaggio lanciato da Leo Gassmann con la canzone che si è aggiudicata la vittoria della sezione Nuove Proposte di Sanremo 2020. Uno di quei brani terapeutici, in grado di infondere coraggio e speranza in chi si ritrova a combattere contro una società piena di aspettative che, sempre più spesso, si tramutano in momenti di demoralizzazione.

46. Amarcord – Mameli

Avere una storia da raccontare e cercare di farlo nel migliore dei modi, questa l’impresa di Mameli che, in un’epoca frenetica come la nostra, riesce nell’intento di raccontare la fine di una storia d’amore senza risultare banale. La sua scrittura precisa e dalla vena comedy, ci prende per mano e ci porta a visitare stati d’animo riconoscibili, che chiunque di noi ha vissuto sulla propria pelle, nel bene e nel male, almeno una volta nel corso della propria vita. Mameli, Amarcord

45. Monolocale – Galeffi

Che mondo sarebbe senza di noi? Da questo semplice quesito parte la narrazione di Galeffi, abituato a scavare nelle cavità più recondite del nostro animo. Ecco come la nostalgia e il romanticismo assumono un ruolo ambivalente, nella promessa di un “per sempre” che , forse, sappiamo di non poter promettere a nessuno, tantomeno a noi stessi. Amarsi qui e subito, questa l’urgenza suggerita dall’ascolto di questa profonda e leggera canzone.

44. Il confronto – Marco Masini

Un bilancio realistico e consapevole di un uomo che ha voglia di fare pace con se stesso, con il proprio vissuto, con i propri fantasmi e le proprie convinzioni. La paura del confronto ci dà una visione distorta della realtà, ci spinge ad isolarci, ci porta a smettere di considerare tutto ciò in cui abbiamo creduto. La soluzione ce la suggerisce con questa canzone Marco Masini, che ci invita a riflettere su quanto ci è costato raggiungere ciò che siamo.

43. L’amore sublime – Renato Zero

Contemporaneo e come sempre sul pezzo Renato Zero, figlio di questo tempo e profondamente gemellato con le situazioni, le preoccupazioni e le occasioni di un momento storico sovraesposto dall’incertezza. “Via tutte queste barriere, fate entrare l’amore”, l’invito di un poeta visionario che si è sempre speso in favore dei deboli e degli emarginati, l’unica differenza è che in questo ultimo periodo siamo un po’ tutti entrati a far parte di queste due isolate categorie. Renato Zero - Zerosettanta-volume 2

42. Solo una bocca – Gianluca De Rubertis

Particolarmente evocativo e ispirato, ma al tempo stesso accessibile nei suoni e nelle intenzioni, questo è il nuovo corso di Gianluca De Rubertis. “Solo una bocca” ne incarna la giusta rappresentazione, con la giusta eleganza e l’equilibrata raffinatezza. Una semplicità sonora che non snatura la sua scrittura profonda, bensì ne mette in risalto le peculiarità, offrendo all’ascoltatore un vasto catering di spunti di riflessione di cui potersi cibare. Gianluca De Rubertis, La violenza della luce

41. La paura – Matteo Alieno

Un brano che tocca particolarmente le corde dell’anima, frutto del genio poeticamente stralunato di Matteo Alieno. Ci sono periodi in cui ci ritroviamo costretti a restare fermi, quello che ci circonda non ci basta, anzi ci soffoca. Scrivere una canzone come questa non è affatto cosa semplice, bisogna armarsi di una bella corazza per riuscire a scavare a mani nude a questa profondità, correndo il rischio di perdersi per poter riuscire a ritrovarsi.

40. 18 Anni – Ariete

Non chiamatela musica da pischelletti, Ariete è molto di più di una proposta generazionale, piuttosto una versione 2.0 di un certo cantautorato che è ancora vivo e lotta insieme a noi. Il brano non è altro che uno spaccato della nostra vita, attuale o passata che sia, perchè le belle canzoni sono in grado di unire persone anagraficamente e socialmente distanti, abbattendo qualsiasi barriera tra ciò che siamo soliti definire commerciale e quello che è considerato ingenuamente di nicchia. ariete 18 anni

39. Baby – Madame

Madame ci sa fare e avrà modo di ribadirlo in maniera amplificata nel corso del 2021, ma quanto mostrato finora è decisamente prezioso e degno di nota. Un groove trascinante e una scrittura innovativa alla base di questa traccia che, assieme a “Sciccherie”, rappresenta il migliore biglietto da visita della giovanissima artista vicentina. Ecco quel qualcosa che mancava nella vastità dello scenario musicale italiano.

38. Canguro – Fulminacci

Spiazzante quanto affascinante, Fulminacci mette a segno un nuovo colpo, centrato e dinamico proprio come la sua scrittura vivace ma per nulla scontata. Ritmo e cantautorato si abbracciano e limonano duro per l’intera durata della canzone, che non ha una precisa collocazione di genere. Questa mancanza di etichette è decisamente uno degli aspetti più interessanti, per un brano che spazia tra dimensioni parallele che difficilmente entrano in contatto all’interno della stessa forma canzone.

37. Ringo Starr – Pinguini Tattici Nucleari

In un mondo di John e di Paul i Pinguini Tattici Nucleari ci invitano a restare noi stessi. Un inno alla semplicità e alla gioia di vivere, una sorta di omaggio nei confronti di chi conduce una vita di stenti all’ombra di qualcun altro. Il gruppo bergamasco raggiunge il massimo della propria espressione sul palco dell’Ariston ottenendo una meritatissima medaglia di bronzo, riuscendo nel complicato intento di divertire strappando un pensiero. Mica pizza e fichi.

36. Luna Araba – Colapesce e Dimartino feat. Carmen Consoli

Artisti navigati dal grande talento Colapesce e Dimartino, è loro uno dei dischi più belli di questo travagliato 2020, con questo brano che ne rappresenta la giusta espressione evocativa, frutto di un’azzeccata collaborazione con Carmen Consoli. Il risultato è un pezzo che trasuda sicilianità da tutti i pori, oltre che una scrittura senza tempo che ben si sposta con sonorità attuali e vintage al tempo stesso. Luna Araba

35. La faccia e il cuore  – Antonio Maggio feat. Gessica Notaro

Si infila dritta tra le piegature del nostro cuore questa bella canzone scritta da Antonio Maggio ed Ermal Meta, che hanno saputo raccontare la storia di Gessica Notaro con grande sensibilità artistica. Un brano che funziona perchè arriva all’obiettivo con estrema sincerità, senza falsa retorica, ma con la forza delle cose che nascono onestamente. Il risultato è toccante, grazie alla verità di una narrazione spettacolare, ma che non spettacolarizza.

34. Il bacio di Klimt – Emanuele Aloia

Stile e riconoscibilità per Emanuele Aloia, la sua “Il bacio di Klimt” è una canzone che ha funzionato su Tik Tok, che ha preso il volo con il passaparola dei social fino a diventare un vero e proprio fenomeno discografico. A dimostrazione del fatto che la bella musica riesce ad imporsi sempre e comunque, anche in un momento storico sovraccarico di proposte, ricco più di contenitori che di contenuti.

33. Anima fragile – Cioffi

Altro giovane promettente è Cioffi che, con questo suo bel singolo d’esordio, ha fatto il suo debutto in società. Capita raramente di intravedere al primo colpo una certa originalità, una forte e predominante identità artistica. Il risultato è “un viaggio andata senza ritorno”, giusto per citare uno dei più ispirati versi del brano, perchè ci sono canzoni che non conoscono riferimenti generazionali, che parlano ai ragazzi di oggi, così come ai grandi di domani e, in qualche modo, anche agli adolescenti di ieri.

32. Leggera – Olivia XX

Talento da vendere per Arianna Silveri, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Olivia XX, artista che ha saputo forgiare questa delicata, intima e personale poesia musicale. Una melodia senza tempo, impreziosita dall’ottima produzione di Vittorio Giannelli, che ha cucito su misura per lei il giusto vestito, dando vita ad una delle orchestrazioni più coinvolgenti degli ultimi tempi. Arriva con la dolcezza di una carezza, stordendo con la potenza di uno schiaffo. Olivia XX Leggera

31. Coco Chanel – Gaia

Per Gaia la seduzione si tinge d’eleganza, l’estetica esprime la sua massima rappresentazione sonora, al punto da considerarla una base solida su cui costruire un repertorio importante, di quelli che non hanno nulla da invidiare alle popstar d’oltreoceano. Funziona in italiano così come in portoghese, perché in fondo il linguaggio non è altro che un canale che può passare in secondo piano, se alla base c’è comunque una buona e originale sostanza, in grado di lasciare un piacevole retrogusto dal “sapore maravilha”.

30. Eden – Rancore

Con questo pezzo Rancore si è aggiudicato il prestigioso Premio Sergio Bardotti per il miglior testo alla passata edizione del Festival di Sanremo, grazie al suo linguaggio ermetico e comprensibile, nonostante il suo “codice, codice, codice…” ripetuto all’ennesima potenza. Le sonorità, invece, sono opera di Dardust, che ha saputo attribuire la giusta cornice ad un quadro astratto quanto concreto, difficilmente collocabile in un girone artistico.

29. Andromeda – Elodie

Privo di sovrastrutture sanremesi il brano che segna il ritorno di Elodie al Festival, l’emblema di ciò che è diventata oggi, una donna consapevole e determinata che non ha paura di mostrare sia le fragilità che i suoi punti di forza. Si sentono il guizzo e lo stile di Mahmood, ma la bella interprete romana riesce nell’intento di risultare comunque credibile e riconoscibile, nonostante tutti abbiamo ancora nelle orecchie il clap clap clap di “Soldi”.

28. Luci blu – Emma

Una ballad intensa e profonda, musicalmente perfetta per la vocalità di Emma, che in questo genere di canzoni ci sguazza con abilità e leggiadria. E’ proprio vero, le cose girano senza poterle controllare, non ci resta che accettarle per quello che sono, fare spallucce alla vita e cercare di cambiare noi stessi, il nostro approccio, le nostre ambizioni e le nostre pretese. Una prova di coraggio verso noi stessi, perché il nostro cuore non merita risentimento, bensì un semplice slancio di bontà, un piccolo assaggio di amorevolezza.

27. Per sentirmi vivo – Fasma

Un brano che potremmo considerare una vera e propria radiografia di Fasma, vincitore morale della categoria Nuove Proposte di Sanremo 2020. Il parlato della prima strofa lascia spazio con sorpresa al cantato della seconda, che rende ancora più convincente il risultato finale grazie all’approccio suonato e rockeggiante dell’inciso. Un brano che convince dall’inizio alla fine e che rende sopportabile persino l’utilizzo dell’autotune. Per sentirmi vivo

26. La ragazza dei tuoi sogni – Ligabue

Una dedica sentita ma non sentimentale, la fotografia di un amore maturo. Ligabue riesce ancora una volta a spiegarci che l’amore conta e che rappresenta davvero l’unico modo per fregare la morte, ovvero il sentimento che meglio incarna il senso della vita stessa. Non sono molti gli artisti che riescono a parlare di questo argomento senza sconfinare nel terreno della retorica, senza pronunciare anche una sola frase banale. Chapeau.

25. Qualcosa di nuovo – Max Pezzali

Strofa, ponte, ritornello e special, tutto suona a regola d’arte. Non serve altro a Max Pezzali per arrivare al cuore del pubblico, la semplicità è la chiave universale per aprire qualsivoglia tipo di serratura, anche quella con più mandate. La vita è troppo breve per restare ad osservarla, per non rischiare ed evitare di mettersi in gioco. Una riflessione importante, matura e consapevole, che sfida la noia, l’abitudine e la nostalgia… con un occhio strizzato al presente e l’altro rivolto al futuro, piuttosto che al passato. Max Pezzali, Qualcosa di nuovo

24. Finchè ti va – Tiromancino

Trascinante e coinvolgente quello bel brano dei Tiromancino, manifesto di un amore senza schermi, che non conosce limiti e limitazioni, che ci capita addosso quando nemmeno ce lo aspettiamo, regalandoci un barlume di eternità, come in una canzone di Dalla. Strofe impeccabili, ritornello riuscito e special da standing ovation, questi gli ingredienti principali di uno dei piatti da portata più interessanti di questa ultima annata.

23. Che canzone siamo – Aiello

Le ferite intese come vere e proprie medaglie, trofei di cui poter andare fieri. I ricordi come monito, esperienze che ci rendono migliori di ciò che siamo oggi. Aiello si racconta con il suo solito slancio, aprendo le finestre del proprio vissuto per indicare prospettive e angolazioni su cui riflettere, soprattutto nei momenti in cui ci lasciamo prendere dai ricordi e dalle paranoie. Vale la pena ricordarsi che incontrarsi è stata una fortuna, tanto quanto perdersi. Perchè comunque vadano le cose, il segreto è averci messo l’anima. Aiello - Che canzone siamo

22. Siccome sei – Giordana Angi

Nettamente migliore della proposta presentata a Sanremo, per Giordana Angi questo pezzo ha il sapore del brano della vita. Come sempre, l’essenzialità premia in termini emotivi, un pianoforte basta e avanza per raggiungere lo scopo di qualsivoglia cantautore: emozionare. Funziona perchè non si colloca in una precisa playlist e non strizza l’occhio ad un genere particolare, niente male per una giovane artista che, nel giro di poco tempo, è riuscita nell’intento di risultare riconoscibile. Giordana Angi - Siccome sei

21. Capita così – Brunori Sas

Capita di guardarsi indietro e abbandonarsi ai ricordi, talvolta pure ai rimpianti, con il conseguente rischio di restare ancorato al passato, schiacciato da ciò che è stato, perdendo la concentrazione del presente, rischiando di non andare avanti. Attraverso la sua ispirata penna, Brunori Sas non fà altro che ricordarci che “la felicità non è una colpa” e che possiamo davvero “tornare a ridere ancora una volta”, grazie a questa scrupolosa analisi sul compiuto e sull’incompiuto.

20. Mi manchi negli occhi – Tricarico

L’assenza è il tema centrale di questa colossale ballata di Tricarico, rimandando suggestioni già evocate in passato in altri suoi pezzi, come ad esempio nella toccante “Solo per te”. La prova che si può ancora proporre musica di qualità, che le canzoni di contenuto vincono sempre e comunque a mani basse. Il brano rilegge il significato della mancanza, intesa come veicolo per lasciarsi andare a nuove idee e nuove emozioni, alla speranza che la vita ricomincerà.

19. Con il senno di poi – Marco Guazzone feat. Elisa

C’è un posto immaginario in cui le storie non finiscono, in cui non ci si perde e si resta uniti per sempre. Un luogo abilmente immortalato da Marco Guazzone, coadiuvato da Elisa che, per l’occasione, si è occupata della produzione. Il risultato è un brano salutare e salvifico, un esercizio a cercare le risposte più all’interno che all’esterno di noi, anche quando il domani ci sembra un gigantesco salto nel vuoto. Lottando, ammaestrando e addormentando i giganti. Marco Guazzone

18. La vita breve dei coriandoli – Michele Bravi

Bel ritorno per Michele Bravi, all’apice della sua intensità artistica, con un brano che sviscera il concetto di libertà, decontestualizzandolo da qualsiasi collocazione per rendere il concetto estremamente universale e, quindi, adattabile a ciascun nostro vissuto. Pathos e interpretazione viaggiano all’unisono verso la stessa direzione, che porta a scavare dentro noi stessi alla ricerca di risposte alle nostre incessanti domande.

17. Per essere felici – Marina Rei

Gradito e ispirato ritorno per Marina Rei, cantautrice e musicista di spessore che, in un anno tormentato come questo, ci regala un momento di pura bellezza, un invito a liberarsi dalle aspettative e dall’idea che gli altri hanno di noi. Riservarsi la facoltà di essere felici in un mondo spietato che non fa sconti a nessuno, dove chi si ferma non solo è perduto, ma rischia di sentirsi incompreso, da solo in mezzo a tanti. Un brano che merita la nostra/vostra attenzione.

16. Dov’è – Le Vibrazioni

Le Vibrazioni riabbracciano sonorità che hanno contraddistinto i loro esordi, quel pop melodico in perfetta sintonia tra la poetica di Sarcina e la scrittura di della rodata coppia composta da Roberto Casalino e Davide Simonetta. Il risultato? Un pezzo immediato, comprensibile, fortemente evocativo nel sound e nelle intenzioni. In una società che non si accontenta quasi più di niente, in cui l’asticella della felicità si alza sempre di più, il valore profondo e sacro della gioia è da ricercare nella profanità piccole cose.

15. Good times – Ghali

Volutamente nella top50 abbiamo deciso di non inserire brani estivi, questo di fatto nemmeno lo è, perchè pubblicato nei primi mesi dell’anno, ma comunque diventato una specie di tormentone. Durante un periodo complicato come quello del lockdown, Ghali è riuscito nell’intento di farci ballare, fischiettare e sorridere, con un pezzo destinato a restare nel tempo, intrappolato tra i momenti felici di un 2020 che ha lasciato a desiderare, ma che ci lascia qualche sporadica gioia.

14. Tikibombom – Levante

Fedele a se stessa e al proprio mondo musicale Levante, al suo debutto sul palco dell’Ariston con un brano importante, che riflette sul concetto di omologazione in una società sempre più connessa, composta da persone alla continua ricerca di approvazione, ma che finiranno per trovare la propria ricchezza nella diversità. La sua scrittura appare meno pragmatica del solito, fruibile anche da un pubblico distratto come quello sanremese, perchè si può essere comprensibili pur mantenendo integra la propria identità artistica.

13. Rapide – Mahmood

Mahmood si sposta dalla sua zona di comfort proponendo un brano meno radio-friendly, dimostrando tutta la sua versatilità e la capacità di mantenere un proprio marchio di fabbrica anche in altri territori sonori, sottolineandone le velleità con l’ausilio di sonorità urban ed essenziali. Una bella canzone che difficilmente avrebbe reso allo stesso modo proposta da un altro artista, questo fa dal giovane Alessandro una promessa decisamente mantenuta.

12. 22 settembre – Ultimo

Un invito ad affrontare la vita di petto, a non tirarsi mai indietro, ricercando la propria salvezza in se stessi. In fondo non c’è nulla di male ad ammettere le proprie fragilità, per conviverci e cercare di trovare un qualche compromesso, perchè la nostra vita non è altro che un appassionato e disperato tentativo di conciliazione tra noi e il mondo. Lo racconta molto bene Ultimo, giovane poeta e abile mediatore dei nostri stati d’animo in eterno contrasto.

11. Destri – Gazzelle

Quei momenti lì: quelli che vorresti scordare, archiviare, riporre per sempre negli scatoloni assieme alle decorazioni natalizie e ai quaderni delle medie. Quei momenti lì: quelli che fanno ancora male, che vorresti evitare e che si ripropongono come una peperonata a ferragosto. Gazzelle torna con un brano che non sa di svolta, ma di consacrazione. Il giusto anello di congiunzione tra quanto mostrato sino ad oggi e quello che sarà presumibilmente la sua nuova musica. Destri

10. Amici per errore – Tiziano Ferro

Tiziano Ferro torna a farsi paladino dei sentimenti, quelli veri e autentici. In un momento storico in cui la progettualità regna sovrana, questo brano vuole essere un invito ad affidarsi all’inaspettato, a prendere il buono di un rapporto e goderselo senza troppe aspettative, consapevoli del fatto che nessuno di noi può conoscere il domani. Il cantautore di Latina lo racconta alla sua maniera, con profondità e prospettiva, ponendo l’accento sul tema del destino: casuale, imponderabile, cinico, magnanimo, previsto o inaspettato che sia.

9. 16 marzo – Achille Lauro

Quando pensi di aver finalmente capito Achille Lauro, ecco che ti spiazza ancora una volta. Insomma, il 2020 per lui è stato un vero e proprio viaggio nel tempo sulle montagne russe. Nella transumanza di personaggi che scappano dal pop per migrare verso l’indie o rifugiarsi in altri generi affini, commercialmente più appetibili poiché figli del nuovo mainstream, l’artista romano prosegue il proprio cammino di ricerca in netta controtendenza con il mondo circostante, con la consapevolezza di chi sta provando a scrivere nuove pagine di storia. 16 marzo

8. Ho amato tutto – Tosca

Suggestioni d’altri tempi per Tosca, pezzo intimo e delicato per un ritorno decisamente coinvolgente, che ci restituisce una delle interpreti più raffinate e preparate del firmamento musicale italiano. Più che un brano potremmo definirlo l’inventario di una vita, il momento in cui ci si ritrova a ripercorrere a ritroso la strada che ci ha portato ad essere quello che siamo, senza paura e senza rimpianti, abbracciando vittorie e sconfitte che fanno parte di qualsivoglia esistenza. La canzone c’è, la voce dell’artista romana fa il resto. Ho amato tutto

7. Viceversa – Francesco Gabbani

“Non c’è soluzione che non sia l’accettazione di lasciarsi abbandonati all’emozione”, parliamoci chiaro, in natura non c’è forza più potente di un “ti amo” detto con trasporto e cognizione di causa, non c’è attività vulcanica maggiormente attiva di un sentimento onesto e sincero. Francesco Gabbani lo racconta con il giusto coinvolgimento emotivo e la maturità di un uomo che non si nasconde dietro all’evidenza, alla potenza e all’abbondanza di un “sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa”.

6. Mi manca – Bugo feat. Ermal Meta

Un brano che soddisfa tutta una serie di bisogni, in un periodo storico così particolare e delicato, spingendoci a fare i conti con le nostre privazioni, con le nostre mancanze concrete e recondite. Bugo racconta questa assenza, Ermal Meta la esegue facendola propria, in un duetto sensibilmente riuscito, destinato a fare scuola in questa inedita, controversa, incerta, timorosa, timida, desiderata e più volte rimandata ripartenza.

5. Rinascerò rinascerai – Roby Facchinetti

La musica rimane un profondo e affascinante mistero, anche per chi la frequenta da oltre cinquant’anni. Roby Facchinetti ci regala un’opera che definire canzone sarebbe riduttivo, il tutto impreziosito da un meraviglioso testo scritto dal compianto Stefano D’Orazio. Uno dei pezzi più toccanti di questo disgraziato 2020, che ha saputo aiutare sia concretamente che emotivamente, perchè un “quando tutto sarà finito torneremo a riveder le stelle” vale più di qualsiasi altro genere di promessa. Rinascerò rinascerai

4. Fiori di Chernobyl – Mr.Rain

Descrive lo stato d’animo di chi ha attraversato e superato un momento di difficoltà Mr.Rain, invitando l’ascoltatore ad aprirsi, ad affrontare il buio puntando alla luce. Un pezzo che, casualmente, racconta quello che abbiamo e stiamo vivendo, spronandoci ad una riflessione profonda e responsabile. A volte la strada giusta la troviamo solo quando ci perdiamo, quando restiamo da soli e ci ritroviamo a mettere ordine tra i nostri disastri, riflettendo sul fatto che anche a Chernobyl, oggi, possano crescere i fiori.

3. Chissà da dove arriva una canzone – Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia protagonista, Ultimo alla sceneggiatura e Carlo Di Francesco in cabina di regia, non poteva che venirne fuori un autentico capolavoro, perché è proprio vero che le grandi canzoni abbattono qualsiasi tipo di barriera generazionale. Il risultato è ben lontano dal concetto di musica “usa e getta”, dalle playlist e da un mondo che prende sempre più le distanze dall’arte. Insomma, non so da dove sia arrivata questa benedetta canzone, ma di sicuro si tratta di una delle più belle, coinvolgenti e preziose degli ultimi anni.

2. Harakiri – Samuele Bersani

Un capolavoro che ci restituisce un Samuele Bersani d’annata, straordinario, evocativo, struggente, sarcastico, riflessivo e realista. La sua musica è la miglior risposta all’involuzione e al declino culturale degli ultimi anni, di cui non possiamo fare certo mistero, perchè c’è tutto un mondo oltre Tik Tok. In tal senso, il cantautore romagnolo non è altro che un nobile samurai armato di poesia, forma d’arte di cui… francamente… ne avvertivamo un po’ tutti la mancanza e il bisogno.

1. Fai rumore – Diodato

Il pezzo giusto arrivato al momento giusto, un invito ad abbattere le barriere dell’incomunicabilità, a bruciare quei silenzi che spesso creano distanze ed incomprensioni. Uno stimolo a far sentire la propria voce attraverso il dialogo, perchè dal silenzio non si ricava mai nulla di buono. Una poetica suggestiva ma, al tempo stesso, concreta quella di Diodato, che non lascia nulla al caso, coniugando pensieri e parole con una tecnica straordinaria. La sua voce incarna sia la delicatezza che il frastuono, proprio come una carezza al cuore e un pugno dritto nello stomaco.
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.