Le canzoni pop italiane del del 2021 da non perdere
Dopo avervi proposto la top 100 indie e quella rap (qui) rigorosamente in ordine alfabetico, abbiamo provato a riassumere in questo articolo le 100 canzoni italiane (pop o simil-pop) del 2021 da ascoltare assolutamente:
001 – Altro – Baltimora
L’ultimo vincitore di X-Factor è la perfetta sintesi tra tradizione e contemporaneità. Da un lato ha la presenza e la voce giusta per rifarsi alla matrice pop del format, dall’altra ha una scrittura attuale e un suono calibrato rispetto all’oggi per riuscire a rappresentare la ricerca e l’evoluzione musicale. La sua ‘Altro‘ di debutto è un perfetto manifesto dell’inquietudine interiore della nuova generazione che con preoccupazione guarda al di fuori. Il tutto contornato da un suono incisivo, una voce autorevole ed una spendibilità non elementare.
002 – Amare – La Rappresentante di Lista
Tra i grandi protagonisti del Festival di Sanremo 2021, i due ragazzi de La Rappresentante di Lista sono riusciti a conquistare il grande pubblico dopo diversi anni di gavetta pur senza tradire la propria natura sperimentale, indipendente ed alternativa. Pur se prodotti da Dario ‘Dardust’ Faini, Veronica e Dario conservano la loro maniacale attenzione al suono confezionando per ‘Amare‘ un arrangiamento perfettamente integrato ad una voce ipnotica. Che bello quando l’arte recupera la qualità della ricerca…
003 – Amarsi è un miracolo – Alberto Urso
Che sia difficile trovare il repertorio adatto per un artista pop-lirico come Alberto è un dato di fatto. Stavolta l’impresa riesce azzeccando un brano che rispetta sia la potenza vocale che la vocazione pop e delicata del suo interprete. Ne esce un compromesso credibile, godibile all’ascolto e non figlio di un genere (e di un tempo) sempre difficile da attualizzare in chiave commerciale. Nota di merito ad un testo che regala versi semplici ma efficaci.
004 – Balla così – Cannella e Zero Assoluto
Cannella sfrutta l’essenza musicale sempre in movimento degli Zero Assoluto e un brano equilibrato come Balla cosìper sfoderare tutta la sua ambizione pop. Lo fa realizzando un pezzo lineare ed efficace nella sua scrittura che beneficia anche di un cantato pulito e facilmente fischiettabile in una potenziale dimensione radiofonica. Il linguaggio indie-pop ben si sposa con l’oggi musicale ma riprende anche quell’idea di ieri da riattualizzare.
005 – Buonanotte – Pierdavide Carone
Una ballata pop che testimonia tutta la capacità di Pierdavide Carone nella scrittura di brani di questa impostazione. Buonanotte, in questo senso, è il tipico brano che cresce con la giusta progressività dotandosi, poi, di un inciso che pare riconcorrersi creando quel vortice emotivo capace di coinvolgere l’ascoltatore dandogli l’impressione di assistere al racconto della sua stessa esistenza.
006 – Buongiorno vita – Ultimo
La penna romantica e nostalgica di Ultimo si poggia ancora una volta sul racconto della vita, delle sue avventure e delle sue sfide. ‘Buongiorno vita‘ è il canto di chi vive nella delusione, nella sofferenza o nel dolore ma che ha ancora la certezza che “l’estate arriverà”. La vita, nonostante tutte le sue avversità, saprà, ancora una volta, stupire e conquistare. Ultimo se ne fa portavoce e rende al meglio il racconto del massimo segreto dell’uomo.
007 – Cantarè – Mannarino
E’ un Mannarino che torna all’essenza e all’origine quello che si fa suono per una primordiale ‘Cantaré‘. Tutto in questo brano va alla ricerca del momento del principio piuttosto che dell’alterazione futurista. Suoni tribali si mischiano al frutto dell’esperienza sintetica trovando anche nella testualità il giusto sostegno per trasmettere un messaggio di genesi e naturalezza. In questo vortice primordiale ad emergere è l’atto liberatorio e conoscitivo del cantare, un’esperienza che, più di molte altre, permette l’espressione autentica.
008 – Canzone inutile – Alessandra Amoroso
Alessandra torna ad impossessarsi nuovamente del modello ballad-pop per trasmettere il proprio messaggio musicale dopo lunghi periodi di corteggiamento al mondo sonoro più spensierato e contemporaneo. Questo ritorno alla delicatezza e alla melodia più distesa per una ‘Canzone inutile‘, però, avviene con una maggiore consapevolezza rispetto al passato dando modo all’artista salentina di mettere in evidenza un utilizzo della vocalità più sopraffino e di spessore. L’amore rimane il centro del suo universo narrativo ma la forma-canzone si avvicina, sempre di più, ad una forma interpretativa più intensa e alta.
009 – Calamite – Mecna
Mecna utilizza tutta la sua abilità produttiva per un brano che gioca con efficacia con il suono distorto e trascinante di un beat elettronico capace di entrare in testa all’ascoltatore con facilità. Il racconto di un amore irresistibile si concretizza sfruttando l’immagine azzeccata di due calamite incapaci di respingersi ma a catturare l’attenzione è soprattutto una produzione fresca, coinvolgente ed illuminata capace di esaltare tanto la forma-canzone scelta quanto l’esigenza di lasciarsi andare ad una nuova leggerezza.
010 – Cattive stelle – Francesca Michielin e Vasco Brondi
Un brano lento, delicato e cantautorale che fa dimenticare a Francesca Michielin gli eccessi delle ultime sperimentazioni per farle riabbracciare una certa essenza ben incarnata dal minimalismo di Vasco Brondi. Cattive stellearriva perfettamente a racchiudere il senso di un pop d’autore che sa raccontare con profondità ma anche con semplicità ed immediatezza. Un linguaggio musicale che dovremmo tutti andare a riscoprire.
011 – C’è bisogno di credere – Massimo di Cataldo
Se il 2020 è stato l’anno dei vari “andrà tutto bene” il 2021 ha dimostrato, anche in musica, l’esigenza di guardare avanti con positività. Lo spirito della ripartenza è stato ben raccontato da un Massimo di Cataldo che in C’è bisogno di credereha ribadito tutta la profondità della sua anima pop, tutta la sua capacità di scrittura lineare e tutta quella sua esigenza di lasciare andare, senza troppe furbizie, la voce all’interno di lunghi crescendo nostalgici.
012 – Cerotti – Tiromancino
La voce profonda e ricca di sfumature calde ed avvolgenti di Federico Zampaglione incontra in Cerottiquella nostalgia tormentata tipica della scrittura di Gazzelle realizzando un connubio da subito vincente e riuscito. Immaginatevi in auto in una sera d’inverno con la pioggia che scende a guardare una finestra illuminata. Sarà poesia con una colonna sonora irraggiungibile.
013 – Che senso ha – Franco126
Quando Franco126 riesce a dimostrare tutta la sua nostalgia il risultato quasi mai delude le aspettative. Questa Che senso hamette in campo tutta la romanità del suo interprete ma anche il suo tormento più distruttivo. Il ritornello si apre facendosi, come sempre canticchiabile, ma non abbandona il proprio scopo narrativo dimostrando come anche l’apparente leggerezza indie sappia essere cupa.
014 – Chiama il mio nome – Giordana Angi e Briga
“Se mi dovessi scordare delle cose importanti…”. Non è banale nemmeno in questo caso lo spunto riflessivo della scrittura, sempre ottima, di Giordana Angi. Lo sviluppo narrativo porta, poi, ad affrontare il racconto di un amore che deve fare i conti con il futuro e le occasioni della vita. Briga da al pezzo la profondità timbrica giusta per riflettere quella nostalgica attesa che il pezzo possiede già di per sè. Un buon punto d’incontro.
015 – Cocoricò – Samuel e Colapesce
Samuel offre a Colapesce tutto il suo sound per realizzare un duetto in cui a fatica si distinguono le due diverse componenti tanto profonda è l’amalgama che si viene a creare. Ci sono le immagini di un quadro ben preciso ma c’è anche il beat giusto per scatenarsi in un salto compulsivo mentre si urla a tutto fiato un ritornello radiofonico e travolgente. Dopo di che tutti di corsa al Cocoricò.
016 – Colibrì – Cesare Cremonini
Sceglie di rimanere volutamente fuori dal tempo il bravo Cesare Cremonini pur tentandone un ritorno in grande stile al centro della scena. ‘Colibrì‘ mantiene la leggerezza e la carica narrativa intensa degli ultimi lavori del cantautore bolognese eppure ha in sè anche la capacità di sapersi confrontare con la dimensione radiofonica e spendibile di un cantato capace di aprirsi allo sguardo dell’attualità commerciale imponendone un nuovo gusto.
017 – Crederò – Mario Biondi e Il Volo
Una fusione originale eppure credibile tra voci e stili completamente diversi avviene in uno dei brani più supportabili delle ultime proposte del cantautore siciliano. La voce inconfondibile di Mario Biondi (che continua a suonare più centrata nell’espressione inglese) fa da contraltare a quelle limpide e potenti de Il Volo e si esalta di nuovi colori risultando per assurdo leggiadra. Ne beneficiano entrambi i lati del progetto che, mettendosi a disposizione gli uni degli altri, trovano un brano di sicuro impatto.
018 – Cronaca di un tempo incerto – Michele Bravi
A conclusione di un percorso narrativo compiuto attraverso le pagine del dolore e del buio Michele arriva a tracciare i confini di un generale smarrimento. ‘Cronaca di un tempo incerto‘ è la riflessione messa in musica di molti che si trovano a guardare al domani con insicurezza, dubbi e paure nell’amore come nel lavoro o nella vita. Il tutto passa attraverso un arrangiamento sempre in perfetto equilibrio tra classicità e attualità ed una ormai maturata capacità teatrale del cantautore umbro nel dare spessore alle parole che sceglie di far proprie.
019 – Dall’alba al tramonto – Levante
Levante stupisce tutti un’altra volta e per un (inatteso) ritorno estivo si gioca la carta di una Dall’alba al tramonto intima, sussurrata e mai dirompente a livello d’energia sonora. In un arrangiamento ridotto all’osso la cantautrice siciliana canta di tutte quelle volte in cui ci si arrende prima che arrivi la fine delle cose e in cui si rinuncia a gustarsi le esperienze fino alla loro naturale conclusione. L’invito, invece, è quello di vivere, ogni volta, aspettando i doverosi titoli di coda.
020 – Davanti al mare – Simona Molinari
‘Davanti al mare‘ è la fotografia di una nuova Simona Molinari che si realizza passando attraverso un percorso interpretativo capace di farle mettere da parte, pur senza dimenticarne la forza, il suo lato più tecnico da devota al canto jazz. Lorenzo Vizzini e Cordio compongono un’irresistibile poesia che insegna a guardare alla vita con un ritrovato spirito di fiducia. Simona Molinari si fa portatrice di questo nuovo slancio con la sua abituale delicatezza capace di portare fuori dal tempo anche un ritratto di un momento dell’esistenza come questo.
021 – Dieci – Annalisa
Alla sua quinta esperienza sanremese Annalisa si gioca la carta di Dieci che ne festeggia anche il traguardo di carriera. Il punto di partenza è la struttura dell’ottima ‘Il mondo prima di te’ che nel 2018 ne rappresentò l’apogeo artistico. L’evoluzione da allora è un linguaggio più spigliato e una riduzione dei respiri. Rimane, però, chiaro l’obiettivo di coniugare vocalità sanremese alla contemporaneità dei linguaggi musicali.
022 – Equatore – Rancore e Margherita Vicario
Il percorso di spendibilità di Rancore passa anche attraverso l’Equatore accompagnandosi alla forza di una Margherita Vicario sempre più a proprio agio con il canto contemporaneo ed i suoi suoni. Le due voci d’incastrano alla perfezione ed anche i mondi stilistici di ciascuno trovano, all’interno di un brano trascinante e fresco, i giusti spazi per mettere in evidenza le proprie caratteristiche di forza senza risultare mai di troppo rispetto a quello che la canzone stessa richiede.
023 – Fammi respirare – Samia
La proposta più classica tra quelle arrivate in finale all’ultimo Sanremo Giovani arriva da una ragazza che dispone di una vocalità importante, interessante e colorata di sfumature soul capaci di suonare avvolgenti, calde e rassicurante. La sua Fammi respirare è una dedica accurata a chi l’amore lo vive come un sospiro vitale capace di rimettere in circolo l’aria dentro ad un petto che continua a battere per questo.
024 – Gli Oasis di una volta – Giusy Ferreri
In vista del suo prossimo ritorno al Festival di Sanremo, Giusy sceglie di riaffacciarsi con forza al mondo pop-rock in cui è nata con una ballata potente ed evocativa. Firme d’eccezione portano la sua voce sempre riconoscibile a raccontare de Gli Oasis di una voltache si fanno veicolo di una metafora amorosa. Il vero focus, però, non può non essere messo su di una voce che in ogni brano trova l’opportunità di esprimersi al meglio risultando incisiva, centrale e ipnotica. Un dono che in poche ugole hanno e che ci meritiamo di riscoprire per dare nuovamente alla musica il valore della personalità.
025 – Glicine – Noemi
Noemi è tornata a tempo grazie ad una Glicine furba ma non svilente. Furba perchè il pezzo ha in sè tutte gli elementi per riuscire a funzionare nell’oggi discografico. Non svilente, anzi coerente, perchè la brava interprete romana non ha dovuto rinunciare nè alla sua voce potente e riconoscibilmente graffiata nè al suo spirito pop più melodico, interpretativo ed amoroso. Quando si dice un compromesso riuscito e vincente per una rinascita attesa.
026 – Guardare giù – Noemi
La voglia di mettersi alla prova con brani dallo spessore cantautorale più narrativamente alto rimane il faro ispiratore di Noemi anche all’indomani della sua rinascita. Ecco che Alessandro La Cava ha avuto il merito di saperle cucire addosso una canzone pop che recupera l’aspetto orchestrale intenso e la dimensione testuale attenta al tratteggiare con classe un qualcosa di sentito e personale. ‘Guardare giù‘ è un brano pop capace di mettere in luce il graffiato della romana e di spostare nuovamente l’attenzione al quadro più proprio del repertorio di Noemi.
027 – Have you ever seen the rain – Ivana Spagna
La celebre canzone degli Creedence Clearwater Revival rivive grazie ad una nuova interpretazione offerta magistralmente da Ivana Spagna che ne esalta il retroterra narrativo. Have you ever seen the rain ha di per sè tutte le carte vincenti per risuonare sempre come una grande canzone. Spagna ci aggiunge quella sua capacità interpretativa, quel cantato (spesso scimmiottato ma mai uguagliato) caratteristico ed un arrangiamento stravolto che non fa che aumentarne il valore come musicista e fuoriclasse.
028 – Ho smesso di tacere – Loredana Bertè
Loredana Bertè si è dimostrata particolarmente vogliosa di guardare alla nuova realtà musicale con il suo ultimo album d’inediti che ha ridotto sensibilmente lo spazio riservato al racconto della sua inquietudine di stampo punk. A far eccezione, e per questo a spiccare nettamente sul piano della qualità, è il manifesto composto da Ligabue che racconta della forza di una donna capace di “riprendere a guardarmi prima che sia tardi” superando anche quel buio, “intendo quello vero”.
029 – I sogni nelle tasche – Silvia Salemi
Il marchio di Marco Masini nella scrittura si rende evidente nell’apertura dell’evocativo inciso che Silvia Salemi si trova a dedicare a chi ha la forza di continuare a guardare alla dimensione dei sogni. ‘I sogni nelle tasche‘ ha il merito di saper unire il racconto universale sull’amore al focus sull’interiorità personale mantenendo come comun denominatore quella classe ed eleganza, sia interpretativa che autorale, che la Salemi da sempre ha imparato a rendere il proprio punto di forza sul piano musicale.
030 – Il mio amico – Madame e Fabri Fibra
Il rap raccontato come un amico a cui non si può rinunciare. L’intuizione di Madame si rivela ancora una volta vincente e l’esperienza di Fabri Fibra non può certo deludere le aspettative. Il mio amico suona a meraviglia e mette insieme due numeri uno indiscutibili della scrittura.
031 – Impronte – Enula
Una personalità artistica già molto forte e definita trova in queste Impronte una delle possibilità più realistiche di quella che potrà essere la strada discografica da rincorrere e seguire in futuro. Una tradizionale ballata pop viene rivista e trasformata sfruttando proprio quella personalità prorompente e quel modo molto riconoscibile di cantare ed interpretare che Enula ha dentro di sè.
032 – In due minuti – Marco Mengoni
In un coraggioso ma efficace tentativo soul-gospel Mengoni si lancia in un appassionante racconto di un amore che si manifesta continuamente alla ricerca della propria metà perduta. Con la voce del cantautore romano nuovamente pronta a svettare e distinguersi la canzone, prodotta con la raffinatezza usuale di cui è capace Taketo Gohara, si rivela essere uno dei gioiellini imperdibili del 2021 per chi da tempo auspica un ritorno al cantato più istintivo, eclettico e personale.
033 – Insieme a te non ci sto più – Malika Ayane
Nell’anno in cui Caterina Caselli ha conosciuto un nuovo momento di luce personale arriva l’omaggio di una delle voci più belle da lei scoperte su una delle sue canzoni più rappresentative. La versione di Malika Ayane del classico del 1968 del Casco d’oro è l’ennesima prova del suo portamento musicale ed interpretativo messo in primo piano su di un tappeto sonoro tutto orchestrale, intimista e avvolgente. Un ottimo omaggio ad una canzone che, seppur spogliata della sua carica, rimane, come si suol dire, in piedi e, anzi, si arricchisce di nuove sfaccettature.
034 – Isole viaggianti – Ornella Vanoni
La scrittura sbarazzina e senza frontiere di Fabio Ilacqua ha conquistato Ornella Vanoni che, in quanto ad estro, rimane sicuramente una numero uno della nostra musica. Isole viaggianti parte tribale nelle sue strofe ma poi si apre in un canto melodico per un inciso profondamente italico che offre all’ascoltatore l’opportunità di esplorare due diversi mondi musicali di questa interprete senza eguali.
035 – La canzone nostra – Mace, Salmo e Blanco
La vera sorpresa discografica di questo primo semestre del 2021. La canzone nostra gode sicuramente del nome di richiamo di Salmo (e della sua indiscutibile qualità musicale) ma ha la forza di puntare gran parte delle proprie fiches sul nome nuovo di Blanco inventandosi un artista che, c’è da scommetterci, è pronto a scrivere pagine importanti. Abbiamo scoperto una stella (non solo del rap-urban) ed esaltato un produttore come Mace che, c’è da giurarci, avrà una notevole inflazione nei prossimi tempi.
036 – La cura del tempo – Negramaro
All’interno di un album fatto di molta elettronica questa La cura del tempo ha la forza di suonare rassicurante. Rassicurante per una voce naturale, potente, riconoscibile e potente di Giuliano Sangiorgi. Ma rassicura anche per un arrangiamento che sa darsi il tempo di crescere con progressività, riassaporare il suono degli strumenti e arrivare a compimento insieme al pezzo stesso. Rassicurante per essere un pezzo “alla Negramaro”.
037 – La genesi del tuo colore – Irama
Irama ha voglia di sperimentare suoni nuovi. Lo vuole fare dirigendosi verso un certo utilizzo della componente sintetica e tenendo intatto il suo interesse per alcuni elementi sudamericani. La genesi del tuo colore è il punto giusto da cui partire per affrontare questa ricerca pur se mette da parte quella scrittura originalmente più intensa sul piano del significato.
038 – La meglio gioventù – Margherita Vicario
La voce di Margherita Vicario è una delle nuove ugole più interessanti del nostro panorama ma, soprattutto, è una delle poche realmente si adattano allo scenario urbano che in molti stanno tentando di cavalcare (spesso con poca fortuna o qualità). ‘La meglio gioventù‘ è la testimonianza meglio riuscita di tutto questo e rende onore ad una proposta musicale attenta e capace di ritagliarsi un proprio spazio personalizzandone i valori e la dimensione.
039 – La mia cura – Rachele
Per i nostalgici del “era meglio prima” esiste fortunatamente (e finalmente) una La mia cura che recupera tanti degli elementi tipici dell’italico modo di intendere la musica. C’è una vocalità soave, tecnicamente precisa e timbricamente pulita. L’arrangiamento ha la forza di rivolgersi alla componente orchestrale. La testualità guarda all’intimità, al racconto delle fragilità interiori e al momento della sofferenza con cui ogni vita deve inevitabilmente fare i conti prima o poi. C’è speranza oltre alla nostalgia per questa musica.
040 – L’anima vuole – Paolo Simoni e Roberto Vecchioni
Molto raramente Roberto Vecchioni si è offerto come puro interprete. Lo ha fatto per affiancare Paolo Simoni in una L’anima vuole che ha tutti gli elementi utili per risultare credibile se associata alla sua poetica musicale. I due artisti si completano: Paolo più misurato, soave ed essenziale, Vecchioni più imperioso, disarmante ed interpretativamente glorioso. Ne esce un piccolo capolavoro che merita l’alloro del senza tempo.
041 – Las Vegas – Tancredi
Uno dei tormentoni dell’ultima ottima annata televisiva di ‘Amici di Maria de Filippi’ arriva ad opera di un già noto (per i più attenti) Tancredi che punta tutto su di un sound proprio e su di una forma-canzone che richiama tante diverse ispirazioni che qui vengono, però, rielaborate e personalizzate. Ne esce un brano fresco, originale e assolutamente trascinante capace di rendere il giusto merito ad una penna frizzante e interessante.
042 – Laura – Cioffi
Molte volte s’è raccontata la mamma in musica. Lo ha fatto anche il giocane Cioffi che, quando riesce a sviluppare la giusta scrittura cantautorale, ha in sè degli elementi promettenti ed efficaci. Laura è la sua dedica alla vita ma è anche la dimostrazione che la musica, oggi, può tornare ad essere qualitativamente intesa e narrativamente non scontata. Quando a scrivere è il cuore non c’è playlist, classifica o social network che regga…
043 – Le luci – Mydrama e Dani Faiv
Se è vero che l’ultima edizione di X-Factor (soprattutto al femminile) ha ricercato delle vocalist contemporanee da inserire nell’ambiente urban-rap d’oggi è altrettanto vero che Mydrama rappresenta, probabilmente, la scommessa maggiormente vinta ad oggi. La sua Le luci suona come un concentrato di energia in cui la componente sonora vale gran parte del lavoro sfruttando la voce come un vero e proprio strumento.
044 – Lezioni di volo – Wrongonyou
Il più a fuoco, discograficamente ed artisticamente, nell’ultima compagine sanremese di una categoria Nuove Proposte che ha urgentemente bisogno di una riformulazione soprattutto mediatica. Wrongonyou è musicista eccellente e la sua Lezioni di volo la dimostrazione palese di tutto il suo internazionalismo applicato al mondo della canzone italica.
045 – L’odore del mare – Tiromancino e Carmen Consoli
Una voce evocativa ed eterea come quella di Carmen Consoli entra qui in fusione con quella concreta e palpabile di Federico Zampaglione ispirando una canzone potente e senza tempo come ‘L’odore del mare‘. La firma del leader dei Tiromancino rimane una delle più poetiche e sublimi del nostro panorama. La voce della Cantantessa, d’altro verso, è una delle più ipnotiche e soavi. L’unione di due elementi così rari, autentici e viscerali non poteva che portare ad un piccolo gioiellino imperdibile.
046 – Luce – Marco Mengoni
Una delle più belle realizzazioni dell’ultima carriera del cantautore di Ronciglione passa attraverso questa canzone che porta dentro di sè la forza di un’incisione in presa diretta e di un cantato capace di sfuggire dalle mode della sottrazione per tornare finalmente a guardare anche alla potenza di una sottolineatura e di un personalismo. Lontani sono i tempi dei virtuosismi che hanno reso apprezzabile l’ugola di Mengoni ma oggi, perlomeno, sono (fortunatamente) un po’ più prossimi di quando anche lui ha corso il rischio di perdersi.
047 – Luce (tramonti a nord-est) – Zucchero e Elisa
Chi non ha cantato almeno una volta questo capolavoro della musica leggera italiana dell’ultimo ventennio? Tantissime sono le versioni che ne sono state realizzate eppure mai nessuno ha raggiunto la potenza evocativa della sua interprete originale. Qui, però, Elisa entra in gioco solo per un cameo sul finale che accompagna il bluesman emiliano nel concretizzare una versione puntuale, personale e rispettosa del brano che lui stesso ha contribuito a scrivere. Zucchero mette il proprio zampino nell’arrangiamento e da alla canzone il proprio marchio rendendo la presenza di Elisa più terrena e, contemporaneamente, più angelica.
048 – L’urlo di Munch – Tecla
Dopo l’esordio sanremese sta crescendo la giovane Tecla e L’urlo di Munch lo testimonia soprattutto per quanto riguarda l’impianto sonoro e di direzione artistica. La sua voce sensuale e pulita ben si adatta a questo tipo di evoluzione non tradendo nemmeno la possibilità di dedicarsi, un domani, a qualcosa di tematicamente più impegnativo.
049 – Maddalena – Arisa
Immaginare la voce angelica di Arisa alle prese con il racconto dell’esperienza erotica e testuale prendendo per mezzo la figura biblica di ‘Maddalena‘ era quanto di meno facilmente prevedibile fino a qualche tempo fa. A Lorenzo Vizzini va dato il merito di aver scritto una canzone che lo rende non solo possibile ma anche credibile. In un susseguirsi di un gran numero di parole e versi la voce della sua interprete si districa tra canto melodico per l’inciso e un approccio quasi rap per delle strofe serrate che non rinunciano a guardare verso un suono ritmico ed elettronico. Un mix esplosivo e continuo di continue sorprese.
050 – Magari no – Tommaso Paradiso
Da qualche tempo l’ex Thegiornalisti aveva perduto l’aspetto più nostalgico della propria scrittura sempre condizionata dall’ambientazione quotidiana delle figure evocate. ‘Magari no‘ è la prova meglio riuscita delle sue ultime pubblicazioni grazie a quel marchio anni ’80 non così soffocante e a un’apertura contagiosa che rende il ritornello uno degli incisi più semplici da canticchiare tra quelli che il mondo indie-pop ha proposto negli ultimi mesi.
051 – Mai dire mai (la locura) – Willie Peyote
A Sanremo la denuncia sociale e politica è spesso stata di casa anche se difficilmente ha raccolto fortuna. Willie Peyote c’ha provato a modo proprio con Mai dire mai (la locura), un brano che sfrutta le tante parole per dire la sua su diversi aspetti del nostro Paese pur senza dimenticare la componente “orecchiabilità”. La partita è vinta sul piano della trascinabilità, c’è da sperare che si abbia colto anche il messaggio.
052 – Malibu – Sangiovanni
Maria de Filippi ha trovato una nuova gallina dalle uova d’oro. Malibu è inequivocabilmente la dimostrazione di tutto ciò dato gli eccellenti risultati discografici che sta raccogliendo. Dalla sua, però, il giovanissimo artista vicentino ha tutto il pregio di una scrittura personale, fresca e assolutamente addentro all’attualità. L’effetto tormentone è assicurato. La sfida sarà rinnovarne i risultati nel prossimo futuro.
053 – Mantieni il bacio – Michele Bravi
Un brano che trova la propria genesi “nell’oscurità nella luce del giorno, nel silenzio perfetto mentre piove a dirotto” e che esalta una sensibilità fuori dal comune come quella di Michele Bravi. Mantieni il bacio è insindacabilmente il punto più alto della carriera interpretativa del giovane talento umbro ma è anche un brano talmente intenso da essere intriso di dolore e di vita. Un peccato non averne colto la forza dirompente e non averlo accolto a braccia aperte, per due anni consecutivi, al Festival di Sanremo. Avrebbe potuto entrare nella storia.
054 – Meteoriti – Mr.Rain
La nostalgica scrittura di Mr.Rain si mette nuovamente in evidenza per un brano evocativo come ‘Meteoriti‘ in cui tanti degli elementi caratterizzanti il grande successo de ‘Fiori di Chernobyl’ tornano a riproporsi con efficacia. Un’unità indissolubile di un noi si rivela essere il centro focale di un racconto che sfrutta con abilità anche la costruzione ritmica della produzione adeguatamente supportata da controcanti e cori che danno volume.
055 – Mi fai impazzire – Blanco e Sfera Ebbasta
A testimonianza del fatto che Blanco rappresenti, di fatto, la rilevazione di questi ultimi mesi questa Mi fai impazzire cade a pennello. Mentre tutti d’estate propongono l’ormai solito reggaeton i due artisti spopolano a modo loro basando tutto il proprio successo sul suono, sulla distorsione di una voce potenzialmente unica e capace di generare un effetto di volta in volta diverso.
056 – Mi manchi – Aka 7even
Il singolo d’esordio che ha fatto innamorare centinaia di fan della musica del giovane cantate partenopeo ha in sé la forza di saper uscire al di fuori dei confini del rap urbano più stringente. Aka 7even approda al pop più melodico pur senza rinunciare ad una serie folta di parole pronte a susseguirsi. ‘Mi manchi‘ così finisce per gettare uno sguardo ricco di nostalgia su di un rapporto che ora non c’è più ma che ha lasciato dietro di sè decine di ricordi diversi.
057 – Milano Bergamo – Mietta
L’energia di una rinata Mietta rimane l’assoluta protagonista anche dell’ennesima potenziale hit contemporanea che la voce tarantina ha regalato al proprio pubblico. La scoperta della componente sintetica ha permesso alla musica di Mietta di compiere un upgrade sostanzioso e accattivante nei confronti dell’attualità senza, tuttavia, rinunciare alla portata vocale di cui da sempre è capace. A tutto questo si è aggiunta una buona dose di orecchiabilità che rende impossibile non lasciarsi andare in un canto disinteressato.
058 – Mille – Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti
Estiva e, per questo, disimpegnata in ogni sua componente. Mille, però, è anche qualcosa di assolutamente gradevole per un ascolto che vuole lasciarsi trascinare, canticchiare con leggerezza e sgomberare il cervello dai pensieri di un’annata complicata. I suoi interpreti trovano uno nell’altro la forza per proporsi scanzonati e sfoderare anche tutta la rispettiva potenza a livello di immaginario.
059 – Musica leggerissima – Colapesce & Dimartino
I due cantautori siciliani hanno messo a segno il maggior successo indie dei primi sei mesi del 2021. “Musica leggerissima” pone al centro di tutto proprio la musica che, mai quanto in questo momento storico, ha il potere di salvarci. Colapesce e Dimartino cantano infatti: “metti un po’ di musica leggera, nel silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero”. Tormentone non banale.
060 – Nelle tue mani – Simonetta Spiri
Simonetta Spiri suona intensa anche per questa Nelle tue mani in cui trovano un eco importante emozioni e ricordi che solo la musica sa far rivivere. Testualmente trova spazio, ancora una volta, quella ricerca che da sempre l’interprete sarda fa verso parole che sappiano davvero raccontare qualcosa. Al resto ci pensa una voce cristallina, una canzone che sa darsi il tempo giusto per crescere ed un’emotività fuori dal comune.
061 – Niente – Ultimo
L’espressione più vicina all’Ultimo delle origini si registra in questa ‘Niente‘ capace di raccontare il buio che si manifesta alla conclusione di una storia d’amore che lascia, dentro al cuore, il vuoto dei sentimenti. In un crescendo emozionale il cantautore romano inserisce il racconto di se stesso tra adolescenza e delusioni dando sfogo alla rabbia che spesso ha provato nei confronti del mondo, di chi non l’ha capito e della vita che l’ha messo in difficoltà. Uno sfogo in musica che da spazio all’intimità della fragilità più autentica.
062 – Non c’è pericolo – Loredana Errore
Loredana Errore è dotata di una delle voci più belle degli ultimi anni ma, ancor di più, possiede il dono di saperla sfruttare sempre in modo estroso. Su questa che è stata a lungo caratteristica delle grandi interpreti della nostra tradizione Non c’è pericolo basa la propria forza dirompente. L’esaltazione della vita passa attraverso la necessità di raccontare con positività le sfide di ogni giorno. A condire il tutto una voce unica che sa trovare tra i versi i propri spazi per esprimersi al meglio.
063 – Non ti penso più – Comete
Un brano lento, nostalgico che sposa quasi una fotografia ingiallita. Comete riesce a risultare credibile anche in questa dimensione musicale meno radio-friendly delle sue precedenti apparizioni. E così i nostalgici dell’amore sofferto raccontato in musica troveranno una nuova canzone su cui cullarsi nelle notti tristi tra i ricordi di ciò che non c’è più.
064 – Notti in bianco – Blanco
Il primo vero successo del fenomeno dell’anno è stato davvero scoperto solo nel corso del 2021 diventandone una bandiera musicale e rimanendo per mesi e mesi ai vertici delle classifiche. Con l’ormai abituale personalità Blanco offre la sua personalità ricetta della forma-canzone con un pop-rock che sfrutta l’elettronica, la distorsione e l’autotune creando un effetto unico sulla voce capace di passare dalle tinte più scure a quelle in falsetto. Il tutto unito ad un inciso che è impossibile non cantare a squarciagola.
065 – Ogni cosa sa di te – Greta Zuccoli
La classe e l’eleganza sono pregi sempre più difficili da rintracciare nelle interpretazioni contemporanee. Nelle canzoni la cosa diventa praticamente impossibile. Ogni cosa sa di te ha, invece, il pregio di esaltare proprio queste caratteristiche e Greta Zuccoli quello di lasciare che ciò avvenga. Il tutto suona più come un vero e proprio convinto atto di coraggio che come sfida.
066 – Ora – Aiello
Forse urlata o eccessivamente empatica ma questaOra è esattamente tutto quello che Aiello è da sempre. Viscerale, dannata, pop, appiccicosa e tormentata. Un racconto reale di quel momento in cui all’amore finito non si sa dare una spiegazione logica e in cui tutto rimanda a quei momenti. E in quelle condizioni non tutti avrebbero la lucidità di suonare misurati.
067 – Ora ti canto il mare – Negramaro
Il pop-rock tipico della band salentina dei Negramaro si mette nuovamente al servizio di una componente più elettronica per dar forma ad un brano che, attraverso l’immagine di un mare libero e smisurato, s’incarica di dar forma ad una nuova espressione di energia per raccontare d’amore. La voce di Giuliano Sangiorgi si mette nuovamente in mostra tra sali e scendi che fanno di ‘Ora ti canto il mare‘ la perfetta testimonianza di come suono e vocalità rimangano i due elementi chiave per la costruzione di un pop di qualità e successo.
068 – Ortica – Arisa
Arisa si mette alla prova con il napoletano in un brano sensuale ed intimo che porta anche la sua firma per raccontare di un amore che vive il momento di un addio lasciandosi dietro delle scorie ancora dolorose. La sensualità della voce potentina si esprime al massimo delle sue potenzialità trovando anche in un arrangiamento contemporaneo ed accessibile un perfetto modo per arrivare all’ascolto accessibile e fruibile. L’ennesima dimostrazione di come oggi la musica viva con favore anche il localismo.
069 – Paesaggi stranieri – La Rappresentante di Lista
Su di un pianoforte che scorre liscio verso la propria destinazione la voce di Veronica si dimena nel tratteggiare i confini di una storia d’amore che vede i suoi protagonisti smarriti di fronte al futuro che li aspetta. Il suono si mantiene cupo, minimale e rarefatto per tutto il corso del brano lasciando alla voce e al testo il compito di accompagnare l’ascoltatore all’interno della vicenda che appare comunque criptica, universale e condivisibile.
070 – Pastello bianco – Pinguini Tattici Nucleari
La rinascita del pop emozionale passa anche attraverso i Pinguini Tattici Nucleari e la penna di Riccardo Zanotti che con questa intensa ballata ha riscritto le logiche commerciali nell’epoca del consumo immediato e stagionale. La forza di un racconto d’amore che sa vivere della quotidianità dei ricordi si rivela sufficientemente forte per coinvolgere e catturare l’attenzione di chi si trova ad ascoltare e a rivedersi con facilità tra i protagonisti di questi versi. Chi, d’altronde, non ha mai scritto i propri segreti con il Pastello bianco?
071 – Peccato originale – Malika Ayane
Immaginate Parigi d’autunno tra le foglie che cadono, una leggera foschia, qualche mimo lungo la Senna e quell’atmosfera sognante che solo la romantica capitale francese sa possedere. Aggiungeteci la classe eterea della voce di Malika Ayane che dipinge a pennellate lente una Peccato originale che ha tutta la forza per lasciare a bocca aperta anche il più distratto tra gli ascoltatori. Un passante si ferma, ascolta, versa una lacrima e si rimette a camminare verso casa. Cinematografica.
072 – Per donare – Matteo Faustini
Sta cercando di coniugare la propria scrittura classica ad un suono più moderno il bravo Matteo Faustini pur senza rinunciare all’emozionalità e allo spessore dei propri versi. ‘Per donare‘ è indubbiamente, per ora, la miglior prova realizzata. L’occasione è offerta dal tema dell’accettazione di sè, del proprio vissuto e di quanto si ha vissuto fin qui. Il confronto con un passato spesso doloroso permette al cantautore bresciano di gridare a gran voce il proprio perdono nei confronti del “mio passato” o “chi non c’è stato”. Chiudere definitivamente la strada di ieri per aprire quella del domani.
073 – Pezzo di cuore – Emma e Alessandra Amoroso
Da anni un certo tipo di pubblico ha atteso che le voci di Emma e Alessandra Amoroso si unissero. Pezzo di cuore lo ha permesso nel modo più giusto. Si, perchè le due salentine sono essenzialmente questo. Interpreti di pancia, figlie di un canto a tutta voce per raccontare amori sofferti in lunghi crescendo esplosivi. E alla fine, è giusto che si propongano per quello che sono.
074 – Piuma – Alessandra Amoroso
La parte più fragile, intima ed emozionale dell’interprete salentina esce allo scoperto in questo brano capace di recuperare una testualità tutta dedicata all’amore sofferto. Alessandra riflette sul fatto che “forse non si impara mai ad essere felici” facendo i conti con quelle che sono le macerie di una storia finita. Carica interpretativa e recupero di un certo tipo di repertorio per un brano che ricorda più un’Alessandra di qualche anno fa ma che, finalmente, abbiamo la possibilità di tornare ad ascoltare.
075 – Potevi fare di più – Arisa
Da veterana del Festival di Sanremo Arisa è pienamente consapevole di che cosa richieda il palco dell’Ariston. Potevi fare di più è il pezzo perfetto per quel contesto e per la voce della sempre bravissima interprete potentina. Una sofferenza interiore per tratteggiare i contorni di un amore giunto al capolinea fa da sfondo ad un infinito crescendo emotivo in cui a spiccare è la voce di Arisa che tocca vette ineguagliate godendo di una forma-canzone classica ma sempre da pelle d’oca.
076 – Psyco – Arisa
Arisa, spesso descritta come artista dalla molteplice personalità artistica e personale, coglie al volo questo suo aspetto per metterlo in musica con efficacia e voglia di sorprendersi. “Mi dispiace ma sono Psyco“ canta lei dando sfogo a tutte le sue diverse anime interiori e mettendo la sua voce cristallina al servizio di un suono serrato, elettronico e per nulla disteso. Un modo efficace, anche questo, per trasmettere l’idea di sentirsi a proprio agio nel poter offrire al pubblico una visione in costante mutazione di sè.
077 – Qualcosa di me che non ti aspetti – Carmen Consoli
Con il suo solito incedere cantautorale poggiato su di un’eletta chitarra acustica la voce della Cantantessa catanese dipinge un panorama con “cieli assolati [in cui] sfrecciano i caccia americani” e si manifesta l’esigenza di ripartire da sè per scoprire la realtà delle cose. Nella frenesia del presente e delle sue complessità l’invito di Carmen Consoli è quello di riscoprire l’essenza partendo dall’ascolto della propria anima. ‘Qualcosa di me che non ti aspetti‘ sarà quello che gli altri vedranno di noi non appena ci risolveremo interiormente.
078 – Qui è l’amore – Pierdavide Carone
Una bella ballata pop (sporcata con criterio dalla componente elettronica dei sintetizzatori) si rivela essere un ottimo biglietto da visita per la scrittura di Pierdavide Carone, sempre efficace e coinvolgente nei crescendo che riesce a creare sfruttando con capacità catene di parole che costruiscono versi pieni di rimandi. Si sfruttano rime come stelle-pelle puntando ad una scrittura volutamente semplice, immediata e condivisibile. A volte, però, la semplicità è il miglior viatico per un’effettiva carica emozionale delle canzoni.
079 – Religiosamente – La Rappresentante di Lista
Un mare immobile fa da sfondo ad un lento incedere della voce di Veronica in un brano che mette in risalto tutta la carica erotica ed ipnotica della sua vocalità intensa. Il ricordo di un amore che non si vorrebbe lasciar andar via rimane il nodo focale di uno dei brani più efficaci dell’ultimo album de La Rappresentante di Lista anche grazie ad un arrangiamento minimale e contemporaneamente ricco di sfumature sul piano ritmico.
080 – Resistere – La Rappresentante di Lista
Più parlata che cantata questa canzone offre un vero e proprio manifesto delle intenzioni per La Rappresentante di Lista. Resistere è l’invito a non smettere di lottare per raggiungere l’obiettivo di esistere. Su di un tappeto sonoro ricco della componente ritmica la voce di Veronica si adagia per suggerire un messaggio ben chiaro che solleva tante domande insieme alla volontà di unirsi e combattere insieme.
081 – Rimani – Virginio
Una bella ballata pop condita con suoni moderni per raccontare lo snodarsi di una storia in cui il “noi” si trasforma in un “io e te” dove “alla fine ti dimentichi tutto tranne quello che hai distrutto”.Rimani è, però, la speranza di un futuro diverso in cui la vita sappia regalare l’arrivo di un amore che abbia la forza di resistere e chiedere, una volta in più, di rimanere uniti insieme.
082 – Siamo anime – Valerio Scanu
Sull’onda dell’affetto da sempre dimostrato per il periodo natalizio il cantante sardo si prodiga in un inedito che, non per forza di cose, deve essere ricondotto obbligatoriamente ai giorni dicembrini. Un rapporto a due sono l’oggetto di un testo che racconta di un legame speciale che si rivela indissolubile grazie alla forza dell’amore. La vera marcia in più del brano è costituito dall’evocativa struttura pop tradizionale e dalla pulizia e potenza della voce di Valerio Scanu che non ha paura di rendere ‘Siamo anime‘ un’intensa ballata pop in un periodo in cui sembra si voglia rifuggire dalla “banalità” della nostra tradizione musicale più autentica.
083 – Siamo qui – Vasco Rossi
Su di una chitarra acustica che accompagna lo sviluppo dell’intero brano la voce ruvida di Vasco si lascia andare su di una delle sue abituali ballad pop-rock dotate di una perfetta apertura nell’inciso che con facilità di lascerà cantare a squarciagola durante i prossimi concerti. A caratterizzare il DNA di ‘Siamo qui‘, oltre alla classica struttura compositiva del Blasco, è la sua voce ruvida e la destinazione del racconto volto a tracciare i lineamenti di un profilo femminile idealizzato.
084 – Sogni al cielo – Alex
Fresco protagonista del nuovo Amici di Maria de Filippi, Alex è, per certi versi, la riproposizione più credibile ed emozionale di un certo pop italico che da troppo tempo manca dalle classifiche e, soprattutto, dal coraggio delle proposte degli artisti preposti. E così nel suo primo singolo rispuntano crescendo vocali che portino agli incisi, una scrittura sognante e capace di raccontare di sè e delle proprie inquietudini riacciuffando anche le immagini di un’impalpabile soggettiva ed astratta interiorità.
085 – Solo cose belle – Comete
Appoggiandosi ad un pop-indie ormai sdoganato Comete riafferma la propria devozione per una forma-canzone accessibile, spendibile e radio-friendly. Un suono pop deciso e pulito accompagna una voce incisiva condita dal giusto graffio per raccontare di una Milano sommersa dalla nebbia e di quella strana tendenza a regalare agli scatti soltanto i lati migliori di sè e delle cose che ogni giorno scegliamo di vivere e condividere.
086 – Solo noi – Achille Lauro
Il lato più intimo, delicato e trattenuto di Achille Lauro continua a rappresentare sicuramente quello maggiormente incisivo ed intenso della sua produzione. ‘Solo noi‘ rappresenta un grido d’aiuto rivolto verso chi condivide con noi situazioni, momenti ed esperienze. Una condivisione che diventa tanto più forte nel momento in cui ci si ritrova “soli e sole” e ci si identifica con i cosiddetti ultimi. L’esclusione dalla società, l’emarginazione fa nuovamente da sfondo al racconto di periferia da cui Achille Lauro e la sua musica nascono trovando una giustificazione appropriata.
087 – Spazio tempo – Francesco Gabbani
Le capacità autoriali di Francesco Gabbani da sempre sono riconosciute ed apprezzate. Nelle ultime occasioni il cantautore toscano le sta sempre più mettendo in evidenza anche per quel che riguarda le sfumature più intime e le forme classiche. Messi da parte, almeno nelle sue forme più esasperate, i giochi di parole, ‘Spazio tempo‘ si rivela essere l’ennesima dimostrazione di un’indiscutibile talento nel creare vortici emotivi. Una canzone nata come colonna sonora ma presto diventata manifesto per tanti cuori che ne sono stati rapiti.
088 – Sul finale – Ultimo
Nell’ultimo album del cantautore romano spicca questa traccia che viene indirizzata ad una lei che risulta essere “la risata di un uomo che ha perso”. L’incapacità di saper trattenere la bellezza delle cose fa da base al racconto di un’interiorità che urla al mondo il proprio bisogno di continuare a sognare e di rifuggire quella solitudine a cui pare destinato. ‘Sul finale‘ raccoglie la miglior eredità della scrittura di Ultimo che guarda alla dedica d’amore ma anche alla definizione della propria interiorità.
089 – Tattica – Fulminacci
Un cantautore sa essere, oltre che impegnato, anche allegro, spensierato e orecchiabile. Tattica ne è l’esempio perfetto “made in Fulminacci”. Su di un arrangiamento tutto fondato su di una chitarra acustica il giovane cantautore romano costruisce la propria narrativa attorno al tema di una costruzione di un amore alle prime armi. Suona facile, fischiettabile e positivo pur senza risultare per forza banale, scontato o prevedibile.
090 – Ti amo ma – Tecla
Il cantato composto, classico ed elegante di una voce educata e pulita come quella di Tecla trova in un sound più leggero e nella produzione distorta di Alfa un coerente modo di evolversi e guardare oltre il proprio habitat naturale. E così su di un beat interessante basato su di un impianto ritmico coinvolgente Tecla racconta di tutte quelle volte in cui ci si trova a ripetere “Ti amo ma“ facendo dipendere l’amore da una serie di tanti altri fattori limitanti.
091 – Ti piaci così – Malika Ayane
Malika Ayane ha tentato la carta del tormentone trascinante ma elegante sul palco del Festival di Sanremo dove per anni ha proposto la sua chiave più composta e raffinata. La voce della cantautrice milanese anche in questa circostanza si è rivelata essere un bene prezioso da tutelare oltre che uno strumento così completo e duttile da sapersi adattare con coerenza anche a nuovi vestiti sonori. E così chi ha scelto di seguirla ha scoperto che ‘Ti piaci così‘ ha saputo costruirsi sulla base di una voglia di leggerezza non fuori luogo o esasperata.
092 – Ti vedo da fuori – Alessandra Amoroso
La voce di Alessandra Amoroso torna a scegliere le firme di Federica Camba e Daniele Coro (qui accompagnate anche da quella di Virginio) ribadendo tutta la sua naturale predisposizione per il loro mondo autorale di riferimento. Un crescendo impetuoso, coinvolgente ed emozionale permette all’interprete salentina di ricordare al proprio pubblico le proprie radici e i propri primi passi musicali che tanta fortuna le hanno riservato. Certo, il pop in questi anni è cambiato ma ‘Ti vedo da fuori‘ è una perfetta cartolina che i nostalgici custodiranno con gelosia.
093 – Tuttecose – Gazzelle e Mara Sattei
Un duetto fresco, orecchiabile ma non eccessivo unisce le due voci leggere di Gazzelle e Mara Sattei che hanno reso ‘Tuttecose‘ un tormentone anomalo dell’ultima estate musicale italiana. Facilmente immaginabile nella dimensione radiofonica non è, tuttavia, una canzone che spinge eccessivamente il piede sull’acceleratore per scegliere un arrangiamento accattivamene o prettamente estivo. La forza delle due voci e un testo sbarazzino facile da fischiettare permettono alla canzone di affermarsi senza troppe pretese ma anche questa, tutto sommato, è la musica che ci piace.
094 – Un milione di cose da dirti – Ermal Meta
Una ballata pop d’amore nel pieno stile di Ermal Meta. La novità è stata vederla in scena sul palco del Teatro Ariston che dal cantautore albanese ha sempre ricevuto brani mid-tempo. Una scrittura incantata che racconta l’amore con piglio romantico si appoggia su di un’orchestrazione classica che avvolge la voce pulita e melodica del suo interprete che si perde in un sognante verso che ricorda come “ho un milione di cose da dirti ma non dico niente”. L’amore è affare complicato da raccontare eppure ‘Un milione di cose da dirti‘ ha il pregio di saperlo fare facendo affidamento sulla semplicità e la normalità.
095 – Un sorriso dentro al pianto – Ornella Vanoni
Una grande interprete come Ornella Vanoni necessita di grandi canzoni. Soprattutto quando torna a proporsi con brani che non possono rischiare di non essere all’altezza propria e del proprio passato. Un sorriso dentro al pianto, che ha riportato l’interprete milanese alla musica inedita dopo qualche tempo di latitanza, è sicuramente una grande canzone all’altezza della sua interprete che riesce a raccontare con profondità e, contemporaneamente, con vera semplicità.
096 – Una canzone d’amore buttata via – Vasco Rossi
Una canzone “alla Vasco” in cui a delle strofe trascinate si alternato incisi di grande impatto che non si fatica ad immaginare urlati negli stadi. Una canzone d’amore buttata via apre la strada ad un nuovo, attesissimo, album d’inediti e lo fa positivamente restituendo al pubblico un perfetto ritratto del Blasco di oggi, della sua scrittura e della sua voglia di far cantare il suo pubblico a pieni polmoni.
097- Vertigine – Elodie
La voglia di riscrivere il pop è quello che fa da base al brano che segna il ritorno di Elodie proponendone una dimensione più profonda e di spessore nel racconto che si concentra su di una confusione interiore. ‘Vertigine‘ vanta alcune delle firme più ambite della nostra contemporaneità musicale ma ha la propria forza anche in una vocalità pulita che ben sa adattarsi ad una produzione pop che tuttavia non rifiuta a cercare nuove influenze e sfumature.
098 – Vita – La Rappresentante di Lista
La celebrazione della vita è il vero obiettivo di Dario e Veronica che per la propria estate musicale hanno scelto di affidarsi ad un brano come ‘Vita‘ infarcito di quella voglia di sfruttare la componente ritmica accanto a quella elettronica per creare un mix esplosivo e coinvolgente. La dimensione dell’esistenza si mischia a quella della felicità portando a chiedersi se sia “tutta qua la felicità” scoprendola incredibilmente semplice.
099 – Voce – Madame
Un brano-manifesto dedicato al dono della ‘Voce‘ è quello che Madame ha voluto regalare al proprio debutto sanremese celandone, comunque, tra i versi un racconto ancor più personale e proprio. E così si mischia al racconto il profilo di un amore lontano e di ricordi di momenti trascorsi insieme. Il tutto messo insieme da un suono sempre ipnotico che ha nell’elettronica un proprio punto focale per esaltare le tinte timbriche della giovanissima interprete vicentina.
100 – Zitti e buoni – Maneskin
La canzone italiana dell’anno visto che, non solo ha conquistato (a sorpresa) la vittoria del Festival di Sanremo , ma ha anche sbancato l’Eurovision Song Contest ed il mondo intero. Zitti e buoni è il riassunto perfetto del pop-rock dei Maneskin capace di alternare tratti di melodia a delle esplosioni musicali e vocali più tipiche di un mondo interpretativo non così usuale nel Bel Paese (soprattutto in tempi recenti).
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.